Battaglia d'amore 2.0

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Per le "pulizie di primavera" delle care Libraie Matte, ripropongo il mio racconto "Battaglia d'amore" in una versione 2.0 extralong  (erano 500 parole ed ora sono 1500)


buona lettura a tutti

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La prima volta che lo vidi era a una festa organizzata in occasione del compleanno di una delle mie amiche più care.

Lisa, la mia compagna di scorribande adolescenziali, la mia simpatica rivale in fatto di conquiste amorose, compiva i fatidici trenta e per l'occasione aveva fatto le cose in grande stile. La festa si teneva in un grande albergo, e inclusa nel pacchetto c'era la possibilità di usufruire di servizi extra. Sorrisi quando Lisa me ne parlò: conoscendola, sapevo che sarebbe stata la prima a usarli, magari in compagnia di un suo amico... o forse di più di uno.

"Dai, in fondo si tratta solo di sauna, massaggi rilassanti e un po' di idromassaggio" cercò di spiegare di fronte alla mia espressione fintamente scioccata. La tenni sulla corda per cinque minuti buoni, giusto il tempo di farle pensare che la sua idea mi scandalizzava e poi iniziai a ridere, coinvolgendola.

"Stronza, ti avevo quasi creduta!" Disse, quando riuscì a riprendere fiato.

"Sarà una festa bellissima" la rassicurai, posandole un braccio sulle spalle e avvicinandola a me.

"Chissà chi di noi farà più conquiste!" replicò strizzandomi l'occhio. Lisa amava le sfide e sapeva che io non ero da meno.

"Questa sera la festeggiata sei tu, te la do vinta, consideralo un regalo di compleanno!" Lei mise un mezzo broncio per poi sorridere. Ci conoscevamo da una vita, e quelle tra noi erano solo le scaramucce delle sorelle che saremmo volute essere.

Mentivo. Non le avrei data vinta la partita a tavolino.

Arrivai alla festa con una studiata mezz'ora di ritardo rispetto all'orario scritto sull'invito, uno stratagemma che avrebbe attirato molti sguardi, non ultimo quello furbo della mia amica: quante volte avevamo usato quel trucchetto, addosso un abito che metteva in risalto le mie forme ben proporzionate, sul viso un trucco che esaltava gli occhi nocciola e la bocca.

Dopo aver salutato la festeggiata, mi diressi al bar utilizzando il mio miglior passo felino, attirando su di me non pochi sguardi.

Lui era lì, bello, di una bellezza pericolosa e tremendamente attraente per il mio ego ingigantito da anni di facili conquiste. Ero una calamita per gli uomini, di questo ero perfettamente consapevole e sfruttavo questo mio "potere" per decidere delle loro sorti.

Lo guardai, studiando le sue movenze (ai miei occhi tremendamente sensuali ed erotiche), proprio come un gatto fa con la sua preda e mi leccai metaforicamente i baffi all'idea di averlo nel mio letto.

Ero certa che sarebbe accaduto, e presto; probabilmente quella stessa sera.

Mi avvicinai alla preda, un sorriso sensuale sulle labbra truccate ad arte. Lui si appoggiò al bancone del bar, la camicia aperta al primo bottone, la cravatta sapientemente allentata a lasciar intravedere il pomo d'Adamo e un piccolo scorcio di clavicola e mi guardò, le dita strette attorno al bicchiere di rum che stava sorseggiando.

"Posso fare qualcosa per te?" Dio mio, anche la voce era erotismo puro e io morivo dalla voglia di sentire quel corpo stretto al mio, fosse stato anche per una sola notte.

Ma dovevo stare calma, la preda era complicata da catturare, me lo diceva il linguaggio del suo corpo, me lo diceva il suo sguardo puntato dritto nei miei occhi.

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