Epilogo

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11 anni dopo

-Zay, svegliati-

La voce di Jacob, mio marito, mi scosse dolcemente dal mio sonno.

Aprii lentamente un occhio e subito dopo l'altro, trovando il volto dell'uomo vicino al mio.

Sorrisi istantaneamente.

-Buongiorno fiorellino- bisbigliò, poi mi lasciò un bacio a stampo.

-'Giorno- risposi con poca convinzione. Ero ancora parecchio stanco, e la mia voce era rauca ed impastata.

Le sue mani si mossero sulla mia schiena nuda ed iniziarono a massaggiarla; mi sentii più rilassato di quanto non lo fossi già, e mi beai del suo dolce tocco.

-Non avevi un'udienza oggi?- domandai, strofinandomi gli occhi.

Mi stava ancora massaggiando la schiena, ma prima di rispondere smise e si sdraiò nuovamente al mio fianco.

-La giuria l'ha rimandata alla prossima settimana, ma oggi pomeriggio mi incontro lo stesso con il mio cliente per stabilire degli accordi-

Annuii e mi sporsi verso di lui per lasciargli un bacio sulla fronte, poi mi poggiai sulla sua spalla.

-Kaya?- feci.

-L'ho già accompagnata a scuola. È anche passata per di qua, ha provato a svegliarti, ma niente- ridacchiò, ed io sorrisi di nuovo.

-Le hai dato lo sciroppo per la tosse?-

-Mhmh- asserì.

-Bene- borbottai.

-Dovresti alzarti, hai un turno tra due ore-

Annuii e lentamente mi misi in piedi.
Mi feci una doccia calda ed indossai degli abiti puliti.

Mentre infilavo il jeans scuro, feci caso - per la prima volta dopo anni - alle vecchie cicatrici sulle cosce; erano ancora terribilmente visibili.
Sospirai e allacciai il pantalone, senza pensare ulteriormente a quei tempi ormai passati.

Salutai mio marito - che si era spostato nello studio a lavorare su alcuni documenti - con un bacio a stampo, poi uscii.

Ero in anticipo di un'oretta abbondante rispetto all'inizio del mio turno di volontariato, così decisi di andare a trovare Liam.

Erano passati anni, ma non l'avevo dimenticato.

Liam Payne è stato il mio primo vero amore, e forse l'unico che resterà così tanto impresso nel mio cuore.

Mi recai in fioreria e comprai un mazzo di fiori freschi, poi mi rimisi in macchina e guidai fino al cimitero in cui residieva.

Era un'abitudine ormai, ma ogni talvolta decidessi di andarlo a trovare sentivo un senso d'ansia e tensione.
Sospirai piano e scesi dall'auto, prendendo in mano i fiori.

Percorsi il vialetto ciottolato e mi trovai dinnanzi ad un grande cancello scuro che nonostante fosse semiaperto, dovei forzare, per poter passare con facilità.

Una volta superato mi ritrovai davanti a centinaia di lapidi diverse tra loro.

Camminai con sicurezza fino al solito punto, che ormai era diventato il secondo luogo in cui avevo passato più tempo in quegli ultimi dieci anni.

Una lapide in marmo bianco era accasciata tra i fili d'erba accuratamente tagliati.
Il nome del proprietario era tracciato in caratteri eleganti e dorati, che andavano a riflettere la luce del sole che colpiva quel punto del cimitero.
La sua foto incastrata in una cornice ovale era ormai sbiadita, ma non aveva ancora perso la capacità di logorarmi le interiora; quel sorriso radioso e sincero che rivolgeva all'obbiettivo fece sorridere anche me.

Mi avvicinai e mi sedetti sul marmo, come mio solito.
Allungai una mano verso la fotografia e la accarezzai.

-Ciao Liam- mormorai.

Il vaso di fiori poggiato accanto a me conteneva il mazzo della settimana precedente, così mi sbrigai a sostituirlo con i fiori freschi, che sembrarono donare una nuova luce al tutto.

-Questa settimana mia figlia si è ammalata. È restata a casa da scuola un paio di giorni, con la febbre che sballottava da 37 a 38,5 in un paio d'ore. Ora sta meglio, ma il pediatra dice che è normale per una bambina della sua età- sorrisi.
Parlare di Kaya mi rendeva orgoglioso.

-Ho risentito Harry un paio di giorni fa... Non ci vediamo da un mesetto, in realtà, e mi stavo anche preoccupando-

Quando andavo da Liam non mi interessava di risultare pazzo, dopotutto fare conversazione con una lapide non era molto normale, ma mi sentivo tranquillo. Sapevo che lui mi avrebbe ascoltato.

-Mi ha invitato al suo matrimonio. Si sposerà con Louis a settembre. Il 28 settembre. Sembra assurdo, no? Eravamo così giovani quando ci siamo conosciuti noi tutti, ed ora siamo quasi tutti sposati e con una famiglia-

Sospirai.

-Niall si è fidanzato ufficialmente e la sua fidanzata è incinta. Ogni volta che ci ripenso mi sembra così strano... Io sono sposato con qualcuno che non sei tu-

Mi morsi il labbro inferiore.

-Ma lo sai vero che ti amo? Ti amerò per sempre-

Sorrisi davanti alla sua foto.

-Sono felice, però. E so che vorresti vedermi col sorriso-

Versai una lacrima. Ma continuavo a sorridere.

-Scusa. È che... Lo sai. Come faccio a non immaginare come sarebbe stata la vita se al posto di Jacob ci fossi stato tu?-

Accarezzai di nuovo la foto.

-Sarebbe stato perfetto- mi risposi.

-Torno più tardi Lì, dopo il turno- dissi poi, dopo alcuni minuti che passai a guardare la sua foto.

Erano più di dieci anni che guardavo quella stessa immagine, ma non mi aveva mai stancato, perché la sua bellezza mi spiazzava ogni volta.
Quando ero lì, seduto su quella lapide, dentro mi sentivo ancora quel ragazzino innamorato perso di lui.

Ma una volta che uscivo dal cimitero, proprio come stava accadendo in quel momento, la realtà tornava a bussare alla mia porta.
Gettai i fiori vecchi in una pattumiera e salii nuovamente in macchina.
Prima di mettere in moto, però, sospirai.

Buttai uno sguardo sui sedili posteriori dell'auto, e vi notai alcuni peluches di Kaya.
Sorrisi.

Amavo mia figlia, nonostante non lo fosse di sangue.

Era figlia di Jacob, ma l'avevo cresciuta.
Amavo anche Jacob, mio marito.

Tutto sommato, ero felice.

𝐈𝐧𝐬𝐭𝐚𝐠𝐫𝐚𝐦 ;; 𝐙𝐢𝐚𝐦 𝐌𝐚𝐲𝐧𝐞Where stories live. Discover now