Sedici.

106 15 0
                                    

Un soffio d’aria mi solletica la fronte ad intermittenza con lo stesso ritmo del mio respiro e un profumo mi invade le narici.
C’è un leggero movimento tra i miei capelli, lento e delicato, che noto con qualche attimo di ritardo, il tempo di rendermi effettivamente conto di dove mi trovo e con chi.
Il mondo diventa azzurro quando apro gli occhi, tutto ciò che mi circonda sembra essere fatto della stessa sostanza del mare.
Chiaro, trasparente, cristallino.
Infinito.
I problemi, le situazioni, le nostre stesse vite sembrano perdere importanza e significato di fronte allo spettacolo racchiuso nelle sue pupille.
Si avvicina al mio viso ma si ferma con le labbra sulla punta del naso.
“Buongiorno” sussurra e mi sorride.
Sappiamo entrambi che non possiamo restare ancora qui. La scorsa notte è stata un’eccezione involontaria perché ci siamo addormentati mentre studiavamo i draghi e le loro uova.
Un leggero tonfo sul pavimento ci fa sussultare e entrambi ci alziamo di scatto per guardare l’uovo. Paura ed eccitazione si dissolvono quasi subito perché non è lui che ha fatto rumore.
Sul pavimento c’è una scatolina, una di quelle sottili e lunghe che ho visto solo da Ollivander e mi basta per capire all’istante che cosa significa.
Il mio primo istinto è quello di saltare e allontanarmi il più possibile da ciò che contiene, ma l’essere abbracciata a Charlie rende un po’ difficile muovermi con velocità, però non mi impedisce di tremare. Stringo i pugni e li attacco alle gambe, cercando di bloccare il tremore, ma è davvero difficile farlo passare inosservato.
Le sue mani corrono sulle mie spalle, poi scendono lungo le braccia fino ad afferrare i pugni chiusi.
“Selene…”
“Lo so. È per il mio bene.” sospiro e abbasso di nuovo lo sguardo sul mio regalino.
Apro la mano destra col palmo verso l’alto e sussurro “accio”.
Il cofanetto plana e si appoggia con delicatezza sulla mia pelle.
C’è anche un biglietto.
"Ha lo stesso nucleo della tua vecchia bacchetta.
So che prenderai la decisione giusta.
A.S."

Fin da piccola usare la bacchetta mi sembrava la cosa più bella del mondo. Poter fare magie, dimostrare di essere brava sembrava possibile solo con quel legnetto. Quando si è distrutta mi sono resa conto del malessere che provavo. Non so quando è iniziato, non me n'ero mai accorta. Era come se qualcosa premesse contro la carne e faceva malissimo, tamburellava nella mia testa e in tutto il corpo.
Con la prima crepa della bacchetta sollievo e pace si sono diffusi partendo dal palmo destro.
La fisso per qualche minuto, poi chiudo di scatto la scatolina.
“Non posso.” la voce mi trema, ma lo sguardo interrogativo di Charlie mi spinge a spiegare.
“Non puoi capirmi, ma se potessi provare la mia stessa libertà, spezzeresti con le tue mani tutte le bacchette del mondo.”
Abbasso lo sguardo sul cofanetto perché non sono pronta a qualsiasi cosa dirà.
“Va bene.” sussurra dopo qualche attimo. “Non voglio che fai qualcosa che ti fa stare male.”
Scatto con lo sguardo sul suo viso.
“Ma..” interrompe i miei pensieri felici “Potresti usarla solo a lezione con i professori, far finta di seguire le regole per stare tranquilla anche con i tuoi compagni di casa.”
Le sue parole mi fanno riflettere. Forse è per questo che Silente mi ha dato libera scelta? Per mettermi alla prova? O vuole solo che smetta di trasformarmi nella versione di me uguale a lui?
“Ci proverò.” mi alzo portando con me l'oggetto dei miei dubbi. “Dobbiamo prepararci per le lezioni.”
“Sei sicura di riuscire a tornare?”
"Metà Hogwarts ha visto che sono tornata al castello” alzo un po’ la voce.
La preoccupazione sta mangiando i loro cervelli, non c'è altra spiegazione. Hanno perso tutta la logica.
“Voglio essere sicuro che ti siano tornate le forze!”
Sospiro di frustrazione e inizio a scuotere la testa. Non possiamo andare avanti così. Non ho intenzione di smettere di vivere.
I suoi occhi emanano punti interrogativi e rendono il suo viso ancora più tenero.
“Ho dormito per giorni, sto bene."
Si avvicina e appoggia le mani sulle mie braccia. “In meno di un mese ti ho vista svenire due volte e non voglio che succeda di nuovo!"
Come posso restare arrabbiata davanti al suo viso dispiaciuto?
“Anch’io non voglio finire con la faccia sul pavimento”
Ridiamo entrambi per alleggerire la tensione.
“Starò attenta e porterò la bacchetta con me nel mantello."

ExperimentWhere stories live. Discover now