Nove.

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"Le avevo detto che era una cattiva idea, soprattutto dopo gli ultimi giorni."
Sento i sussurri in modo ovattato e mi sforzo per riuscire a cogliere qualcosa in più.
"Lo so, lo so, ma è per questo che deve essere al Club. Lì può e deve imparare a controllarsi"
Riconosco il timbro del preside.
"Quindi vuole che continui a partecipare alle riunioni?"
Le parole si trascinano e capisco finalmente chi è l'altra persona che sta parlando.
"Sono sicuro che andrà meglio, soprattutto ora che ha mostrato a tutti cosa sa fare."
Se riuscissi a muovermi sarei saltata a sedere con la bocca spalancata.
"Le lascerà continuare gli studi senza bacchetta?" la sorpresa di Piton è enorme.
"Sì, sarà un esperimento nell'esperimento."
Un trambusto in lontananza li interrompe e si sente la voce alterata di Madama Chips.
"Non può entrare! Il professor Silente ha espressamente detto che.."
"Cosa succede qui?" la voce alta di Silente mette fine alla discussione in atto, ma resta vicina.
"Oh, Preside, il signorino Weasley insiste per entrare, ma.." viene interrotta di nuovo.
"Va bene, Madama, me ne occupo io, lo faccia avvicinare." Un sibilo di tende chiuse accompagna le parole di Silente.
"Come sta?"
È davvero lui.
"È svenuta, Charlie, e non sta bene. Questo anche grazie a te!" la voce di Silente è alta e finalmente riesco a sentire senza la sensazione di essere chiusa in una teca di vetro.
"Come? Cosa..?"
Perché gli sta dando del tu? Deve essere davvero arrabbiato, tanto da dimenticare che è uno studente...
"Non ha bisogno di altri turbamenti e tu gliene stai procurando un bel po' nell'ultimo periodo. Perché sei ancora qui?"
Non mi piace quest'atteggiamento scontroso, non si addice per niente a Silente.
"Io... Sono preoccupato, vorrei vederla.." sussurra e mi scioglie il cuore.
"Ora non può vedere nessuno, è incosciente. Torni nel suo dormitorio prima che le tolga dei punti!"
Cerco di aprire gli occhi, Charlie è qui e non può mandarlo via senza consultarmi.
Sento i suoi passi allontanarsi, non riesco a svegliarmi, ma provo a visualizzare l'infermeria.
Charlie è quasi alla porta aperta quando riesco a farla chiudere.
Sobbalza, guardandosi intorno e incrocia lo sguardo di Silente, che porta una mano sugli occhi, massaggiandoli arrabbiato.
Apre la tendina del mio letto e inizia a fissarmi.
"Si è mossa?"
"No, preside. Ero qui e non ha fatto nessun movimento." Piton lo guarda con sospetto, ma non fa altre domande.
Silente si avvicina, si siede accanto a me e mi accarezza una guancia.
Continuo a provare a svegliarmi e alla fine ci riesco, incrociando prima quelli dell'uomo davanti a me, poi quelli di Piton ai piedi del letto e infine quelli di Charlie fermo a distanza.
"Non puoi discutere le mie decisioni." sussurra, cercando di non farsi sentire dagli altri, ma è inutile perché c'è un silenzio tombale.
"Non puoi decidere per me." ribatto, sempre a bassa voce. Mi alzo lentamente per sedermi con la schiena appoggiata alla testiera del letto. Inizia a girare un po' la testa, ma non è nulla che non possa sopportare.
"Parlami prima di ciò che è successo." addolcisce il tono e anche lo sguardo.
"Mi sono arrabbiata." abbasso la testa per non leggere la delusione che prova per il mio comportamento.
"Per uno stupido colore di capelli? Cosa le avresti fatto se non fossi intervenuto?" appoggia con delicatezza le dita sotto al mio mento e mi alza il viso.
"Nulla, avevo finito." e sono sincera.
"L'hai schiantata a distanza ravvicinata, potevi ucciderla!" Si alza, forse non sopporta di essere così vicino ad un essere come me.
"Non le avrei mai fatto del male. Era potente quanto una spinta di un neonato!" cerco di spiegare, ma so che è inutile. Ora ai suoi occhi continuo ad essere la bambina che si arrabbia e fa disastri.
"Non avresti dovuto perdere il controllo."
"Non avresti dovuto farmi partecipare ad una cosa del genere!" urlo, forse un po' troppo ma non mi interessa "Avresti dovuto prevederlo, no? Tutti quei duelli mi avrebbero innervosita! Lo sai che ho il suo caratt.." mi blocco all'improvviso, ricordando che non siamo soli, ma leggo nei suoi occhi la comprensione.
"Sai che non è vero. Puoi avere un buon autocontrollo, devi solo allenarti." l'espressione del viso si rilassa all'improvviso.
"Così vuoi rischiare ancora?" sono sorpresa.
"Voglio che partecipi al Club, ma non duellerai spesso. Potrai imparare nuove cose." Annuisce nella direzione di Piton e insieme si incamminano ma li blocco.
"E la ragazza corvonero?"
"Sta bene, è tornata al dormitorio prima ancora del coprifuoco." detto ciò vanno via, non prima di dire a Madama Chips di controllare che Charlie non mi turbi troppo.
Abbasso lo sguardo, perché non so se voglio incrociare il suo, ma lui si avvicina e si siede accanto a me, laddove era seduto il preside.
"Come stai? Mi sono avvicinato appena le tue barriere sono cadute e ti ho portata in infermeria. Silente non voleva... Sei stata tu ad impedirmi di uscire?" parla a raffica, l'ansia disegnata perfettamente nelle iridi celesti.
Annuisco, eppure continuo a guardare le mani, abbandonate sul mio grembo.
"Selene.. per favore, guardami."
Scuoto la testa, qualche lacrima inizia a fare di testa sua e lui se ne accorge, perché corre con la mano ad asciugarle.
"Ho sbagliato, non dovevo trattarti così, ho perso anch'io il controllo. Ero spaventato, avevo paura che ti fosse successo qualcosa e non me lo sarei perdonato per non averti accompagnata al dormitorio." mi afferra la mano e la stringe "Nessuno sapeva dov'eri e ho reagito male. Puoi perdonarmi? Questi giorni senza te sono stati un inferno!"
Lo abbraccio di slancio, continuando a piangere sulla sua spalla. I singhiozzi si fanno sempre più forti ed incontrollati e Madama Chips viene subito a controllare.
"Il professor Silente è stato chiaro.."
"No.." intervengo, senza togliere la testa dal collo di Charlie "Non è colpa sua, sto piangendo per tutto ciò che è successo. Non volevo.." riprendo a piangere, a tremare e sussultare e lui mi stringe forte a sé.
"È la reazione del tuo corpo. Va bene, ma se ti infastidisce, mi chiami e lo sbatto fuori!"
Passano minuti interminabili, in cui pian piano il mio pianto si calma, cullata dalle sue braccia muscolose.
"Volevo parlarti quel giorno, volevo finalmente raccontarti, ma tu sei andato via in quel modo e non..." le lacrime riprendono a scendere, questa volta però riesco a essere più silenziosa.
"Shh, non importa, ne parleremo quando starai meglio, ora devi riposare!"
Prende il mio viso tra le mani e lo allontana dal suo collo, per incrociare finalmente i nostri sguardi.
Sfiora le labbra con le mie e sta per alzarsi dal letto quando lo stringo forte.
"No, non andare. Non lasciarmi da sola qui."
Sono terrorizzata dall'infermeria, fin da quando ero piccola. Quando mi ammalavo, mi lasciavano tranquillamente qui da sola giorno e notte con le tendine chiuse.
Era l'unico posto in cui potevo stare senza essere scoperta dagli studenti, perché solo Madama Chips, Silente, Piton e la McGonagall potevano entrare nello spazio del mio lettino.
"Vuoi che resti qui con te?" sussurra incredulo.
"Sì, puoi stenderti sul letto con me, ci entriamo."
Ho paura di una sua risposta negativa che però non arriva, anzi si scosta per permettermi di stendermi e si affianca a me, abbracciandomi e tenendomi stretta al suo petto.
Così, ascoltando il battito del suo cuore, riesco ad addormentarmi.

ExperimentTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon