Ventuno.

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Tonks è appoggiata ad una parete e ha il naso immerso tra le pagine di un libro. Quando ci avviciniamo vedo che si tratta del volume che le ho suggerito di studiare.
“Finalmente!” esclama, chiudendo di scatto il libro “Vi sto aspettando da una vita! Ho visto anche la Ministra andare via come un uragano!” cerca di ridere ma non ci riesce. Immagino che le nostre facce siano perfette per un funerale.
“Perché ci aspettavi?” Charlie prende la parola, io non ne ho proprio voglia.
“In realtà volevo stare nei paraggi se per caso serviva aiuto e come me anche molti studenti sono rimasti in Sala Grande.”
“C’è davvero qualcuno che si esporrebbe così tanto per me?” sussurro a me stessa, ma il corridoio è molto silenzioso e le mie parole fanno eco.
“Certo!”
Tonks mi afferra e mi trascina fino al piano terra. Mi giro per incrociare lo sguardo di Charlie e lo vedo sorpreso ma anche sollevato.
Devo ammetterlo: il pensiero che una parte di Hogwarts sia pronta a prendere le mie difese mi ha rallegrato. E so che questo fino a qualche tempo fa sarebbe stato impossibile.
La strategia del non interagire con nessuno si è rivelata un disastro e per fortuna l’ho modificata al momento giusto, prima che fosse impossibile cambiare rotta.
Tutti gli studenti di cui parlava Tonks sono seduti al tavolo centrale di Tassorosso che a quanto pare è diventato territorio neutrale. Forse proprio grazie a me.
Gli unici serpeverde presenti sono i primini e sono davvero felice di vederli, poi ci sono gli studenti del primo anno delle altre case insieme a tutti gli altri che aiuto a studiare. Nessuno del quinto e sesto anno.
Gli unici del settimo anno sono i grifondoro del gruppo di Bill.
In qualsiasi caso, ci sono più studenti di quelli che mi sarei mai aspettata di vedere.
Appena ci vedono smettono subito di parlare.
Charlie mi dà un colpetto sulla schiena per incoraggiarmi ad avanzare fino al tavolo.
So che devo dire qualcosa ma sono davvero sopraffatta da tutto.
Mi serve qualche attimo per respirare e mettere in ordine le parole che vorticano nel mio cervello.
“Vi ringrazio.” inizio, con la voce incerta come se non avessi mai parlato a tutti loro prima “Sono davvero colpita e riesco solo a dirvi grazie.”
“Hogwarts non abbandona nessuno.” riconosco la voce di Bill prima ancora di vederlo alzato.
Gli sorrido, sorrido a tutti loro.
“Per il momento il pericolo si è allontanato.” informarli è il minimo che possa fare, vorrei dire qualcosa di più preciso ma non posso.
“Okay Selene, ora devi riposare!” Charlie si avvicina e appoggia una mano sulla mia spalla.
Mary si alza di scatto. “La accompagniamo al dormitorio.”
Potrei piangere qui davanti a tutti.
Charlie annuisce dopo aver lanciato uno sguardo nella mia direzione.
“Prima mangiamo qualcosa!” esclama e mi trascina al tavolo grifondoro ma non mi siedo.
“Preferirei mangiare al mio posto..” lo dico con la voce bassissima anche se so che non farebbe grandi problemi. Ho ancora il cuore a mille e l’ansia non ha ancora abbandonato il mio stomaco.
Charlie mi affianca subito ed insieme attraversiamo la Sala Grande in direzione del tavolo dei professori e ci sistemiamo al mio posto: spalle al muro e il campo visivo occupato da tutta la Sala.
Di solito si siede di fronte, invece ora è attaccato a me: gamba contro gamba, braccio contro braccio.
Chissà quante gomitate ci daremo a cui non presteremo importanza perché occupati a mangiare, parlare o osservarci.
Per il momento, però, sta sventolando il palmo della mano davanti ai miei occhi. Mi sono incantata di nuovo.
“Scusa… Hai detto qualcosa?” mi giro verso di lui, mettendomi obliqua sulla panca così da spezzare i nostri contatti.
Restiamo collegati solo dal mio ginocchio contro la sua gamba.
“No, ma ti sei bloccata. Mi fai preoccupare.”
Annuisco e sospiro. “Questa mattinata sembra essere durata due settimane!”
La parte di tavolo che occupiamo si riempie di cibo. Altro che banchetto di benvenuto.
“Adesso è tutto finito.” afferra un vassoio dopo l'altro per riempire il mio piatto con tutto il cibo che mi piace.
Non faccio storie, sarebbe inutile, mi limito ad iniziare a mangiare qualcosa. Dovrebbe sapere che non potrò mai consumare tutto, non ho mai avuto il suo stesso appetito.
Lo sorprendo a fissarmi e inizio a rimproverarlo con le poche forze che mi restano.
“Sto bene e sto mangiando ed è quello che dovresti fare tu. Dopo la partita non hai avuto il tempo di farlo”
Alza gli occhi al cielo, ma sorride.
Nonostante il tavolo dei tassorosso sia pieno, la Sala Grande mantiene un’atmosfera rilassante. Le voci degli altri studenti restano un sottofondo piacevole, non come il caos che c’è di solito durante i pasti.
Mi piace guardare Charlie mangiare, anche se è convinto che io rida di lui perché mangia molto. In parte ha ragione, ma sorrido perché provo un sentimento di tenerezza. Qualsiasi cosa lui faccia, mi fa sorridere. Vorrei abbracciarlo sempre, soprattutto quando fa scoppiare i calderoni sul mantello di Piton.
Alza di scatto il viso e mi fissa con un’espressione confusa.
“Che succede?” gli chiedo.
“Stai ridendo.” la sua faccia è davvero tanto buffa.
Un’altra cosa di cui non mi sono resa conto. Perfetto.
“Stavo pensando all’ultimo calderone che hai fuso.”
Scoppia a ridere anche lui. “Non ricordarmelo. Mia madre ha detto che dovrò chiederlo in prestito a Bill perché non ne compreranno un altro.”
Annuisco. “Ha ragione!”
“Non ti alleare con lei!” è offeso ma continua a ridere.
Mi afferra una ciocca di capelli e la sposta dietro l’orecchio, poi appoggia la mano sulla guancia.
Chiudo gli occhi, respiro la sua vicinanza e la sento diminuire.
Apro gli occhi quando il suo pollice accarezza il mio labbro inferiore e lo vedo vicinissimo.
Naso contro naso.
Verde contro azzurro.
E finalmente labbra contro labbra.
Lo stomaco si scioglie e non ho più ansia, neanche nell’angolo più remoto del mio corpo. Se potessi, scapperei ora lontano da tutto questo solo se Charlie verrebbe con me.
So, però, che non lascerebbe la famiglia.
Qualche volta ne abbiamo parlato, nei primi anni di scuola. La mia idea è sempre stata quella di voler studiare, andare via e ricominciare dove nessuno mi conosce. All’epoca per Charlie sembrava assurdo anche solo pensarlo, per questo non ho più accennato all’argomento. Non poteva sapere che volevo farlo a causa di tutti i segreti che mi porto dietro e non ne ha idea neanche ora.
Quando ci alziamo per andare via, i serpentelli del primo anno ci affiancano in un batter d’occhio.
“Selene può venire con noi.” esclama Mary, battendo Charlie in velocità.
Chissà come se la caverebbe con la scopa e il boccino d’oro. Potrei provare ad organizzarle un provino per la squadra.
“Posso accompagnarla.”
“Non preoccuparti..” interviene uno dei maschietti, interrompendo e pungendo l’orgoglio del grifondoro “Tu sei stanco per la partita, devi cambiarti e riposare.”
Mi sforzo per ridere e alleggerire l’atmosfera perché gli occhi di Charlie hanno iniziato a bruciare. Credo che non voglia perdere anche questa battaglia.
“Hanno ragione!” mi avvicino e gli appoggio una mano sulla schiena “Dobbiamo riposare entrambi.”
Incrocia il mio sguardo e ha bisogno di qualche istante per calmare l’irritazione.
“Se le succede qualcosa, vi farò passare le pene dell’inferno per i prossimi 2 anni!” punta il dito lentamente contro ogni bimbetto.
“Non esagerare!” gli do una leggera spinta sull’avambraccio. “Cosa potrebbe mai succedermi?”
Lui annuisce ma le mie parole sembrano le ultime prima di una catastrofe, infatti in Sala Comune sembra stiano tutti aspettando il mio arrivo.
Se fossi entrata da sola, forse non mi avrebbero notata, ma così, con i serpentelli in formazione a testuggine, è difficile passare inosservata.
L’aria di festa si blocca di colpo e tutti si girano verso di noi.
“Continuiamo a camminare” sussurra Mary per farsi sentire solo da noi. Ormai si è autoproclamata leader del gruppetto e non ho intenzione di sottrarle il titolo. Vorrei tanto avere la loro età, essere al primo anno senza guai né preoccupazioni.
“Allora?” il vocione del capitano della squadra ci fa sussultare e con noi anche tutte le altre serpi.
Lo cerco con lo sguardo e lo trovo seduto su uno dei divani, con ben tre ragazze attaccate addosso.
“Cosa?”
Parlare con lui è un’esperienza mistica. Non fa capire mai, al primo colpo, cosa vuole sapere e per questo devo restare concentrata.
“Sei tornata per restare o per preparare le valigie?”
La mia sfortuna è direttamente proporzionale all’odio che gli studenti di Hogwarts provano per me: in pratica entrambe tendono all’infinito.
“Per riposare.” rispondo senza pensare, sperando di poter essere lasciata presto in pace, ma sono stata stupida e poco furba.
“Non hai risposto alla mia domanda.”
Appunto.
Scosta con poca delicatezza le ragazze e si alza per avvicinarsi a me.
Stringo il pugno sotto al mantello. Meriterebbe una bella lezione per la sua arroganza, ma non è questo il momento adatto.
Annuisco e sorrido. A questo punto l’unica cosa che posso fare è fargli credere di essere un passo avanti a me.
“Hai ragione..” faccio una pausa teatrale per lanciare uno sguardo intorno poi continuo “Sono tornata per restare.”
Il silenzio viene spazzato via dal brusio prevedibile delle serpi pettegole.
Sorpresa, sdegno anche rabbia, in un unico coro.
Se avessero potuto, mi avrebbero spedito ad Azkaban già dal duello disastroso con la corvonero.
A contrasto con ciò che succede attorno a noi, il capitano della squadra sorride e fa un altro passo nella mia direzione annullando le distanze. È stato improvviso e inaspettato quindi i primini non riescono ad impedirlo. I due maschietti cercano di spingerlo via e di infilarsi tra noi due ma lui li allontana in modo brusco. Allarga entrambe le braccia e spinge via anche le ragazzine.
“Lasciali stare!” alzo il mento e lo fulmino. Non con la magia perché non ne merita neanche un briciolo.
“Non ti servono le guardie del corpo.” Abbassa il viso e parla ad un centimetro dalle mie labbra.
Il suo respiro caldo arriva sulla mia pelle, che reagisce subito e arretro d’istinto per nascondere i brividi.
Mossa sbagliata.
Mi afferra le braccia e mi tiene vicina. Non voglio essere stata vittima di un maleficio che mi ha riportato indietro nel tempo a stamattina perché non ho nessuna intenzione di rivivere le ultime ore.
“Speravo non ti succedesse niente. Abbiamo appena iniziato a divertirci insieme!” sorride ed è sempre troppo vicino. Le mani non stringono la presa e i pollici si muovo come per una carezza.
“Non abbiamo niente da fare insieme!” la voce mi esce isterica. Che intenzioni ha?
“Tu credi? Oggi abbiamo avuto la conferma che siamo davvero bravi nel Quidditch e questo è molto divertente!”
Chissà come funziona il suo cervello. Forse ha davvero un serpentello nella scatola cranica che decide per lui e rende i suoi comportamenti viscidi.
I presenti tengono gli occhi puntati su di noi, su come accarezza la mia pelle.
“Non ha niente a che fare con me, non gioco con voi.” Mi distraggo dal movimento delle serpi, parlottano tra di loro e indicano le nostre braccia.
“Lo so.” le sue parole mi confondono ancora di più.
Sfilo la mano sinistra dalla sua presa e la porto sulla sua testa.
Qualcuno sussulta, qualcun altro trattiene il fiato.
Do qualche colpetto leggero e gli sussurro “Ti senti bene?”
Questa forse è stata un’altra mossa sbagliata, oppure a lungo andare si rivelerà giusta.
Il capitano lascia anche il braccio destro, ma la mano risale lungo l'avambraccio, supera il collo ed arriva alla guancia. Non riesco a bloccare le reazioni del mio corpo e i brividi sulla pelle sono ben visibili soprattutto a lui che sorride.
“Ti preoccupi per me?”
No.
Caro Merlino, ti avevo chiesto di procurarmi degli alleati ma non a questo livello.
Di nuovo, come stamattina, appoggio le mani sul suo petto e lo allontano.
“Non perdere tempo con lei!” interviene una voce che conosco bene.
Entra anche lui al centro del campo visivo di tutta la casata. Voleva il suo momento di celebrità, non sapendo che sarebbe arrivato presto. Ha solo velocizzato i tempi.
“Infatti.” intervengo, prima dell’altro.
Chissà come si chiama. Dovrei prestare più attenzione ai nomi. Domani chiederò ai primini di farmi una lista.
“Perché affrontarmi in prima persona quando puoi mandare la Ministra della Magia?”
Scoppia il caos. Un mare di “cosa?” inizia ad inondare le mie orecchie e sono felice che l'attenzione si sia spostata su altro.
“Lui mi ha accusato e non ha avuto il coraggio di presentarsi nell’ufficio di Silente perché le sue parole erano false.” Gli punto un dito contro e sussulta.
“Non puoi..” inizia ad indietreggiare con lo sguardo fisso sulla mia mano. E' la sinistra, ma non è in grado di pensare a troppe cose in contemporanea.
“Sì, posso accusarti come tu hai fatto con me. Con la differenza che nessuno può scagionarti, a meno che tu non beva il Veritaserum.”
Il capitano della squadra non gli dà il tempo di ribattere perché lo afferra per il colletto della camicia. “Hai davvero fatto lo stronzo?”
Questo non me l’aspettavo. Mi sto vendicando senza muovere un minimo di magia.
Mary si avvicina e mi afferra la mano.
Anche lei, come Charlie, sta provando a tenermi calma? Questa ragazzina è anche migliore dei tassorosso.
La guardo e le sorrido. “Va tutto bene!” sussurro, ma non le lascio la mano, anzi la tengo stretta.
La cosa sorprendente è che non ha avuto paura di essere cacciata via in malo modo; ma ha ragione: non potrei mai fare nulla a lei come agli altri bimbetti.
“Non ho fatto niente!” urla, ma non è credibile.
L’altro lo spinge via. “Non vale la pena perdere tempo con te! Non meriti di essere una serpe!”
Si volta verso di me, ma appena vede Mary indietreggia. Mi fa un cenno col capo e torna di nuovo dalle ragazze sul divano.
Jacob lancia a tutti uno sguardo pieno d’odio e scappa via, uscendo dal dormitorio. Sicuramente sta andando dalla sua compagna di strategie. Da solo non sarebbe in grado di decidere neanche il gusto del succo di frutta.
A questo punto posso raggiungere la mia stanza. Mary e Kate mi seguono proprio come due perfette guardie del corpo.
“Vuoi che restiamo qui con te?”
Le abbraccio e spiego che non sono in pericolo in camera mia, le mie compagne di stanza non sono pericolose.

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⏰ Last updated: Sep 28, 2022 ⏰

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