Quattordici.

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"Questa è una passaporta!"
Arthur Weasley ci mostra con entusiasmo un oggetto e lo avvicina così tanto agli occhi di ognuno di noi che fatichiamo a riconoscerlo subito.
È una paperella di gomma di un bel giallo spiccante.
Sono curiosa, ma non apro bocca perché mi ha quasi ignorata da quando lo abbiamo incontrato al binario 9 e ¾.
Si è presentato con una freddezza assurda, molto distante dai racconti di Charlie e credo sia perché lavora al Ministero e sa cosa sta succedendo.
"Si attiverà tra meno di un minuto!"
Appoggiamo subito le mani sulla paperella, mentre con quelle libere stringiamo i nostri bauli.
Percepisco la magia risvegliarsi nell'oggetto di plastica ed espandersi tutt'intorno. Gli sguardi degli altri suggeriscono che anche loro stanno sentendo la stessa forza e in un attimo il mondo diventa un vortice di colori, suoni e forme indistinte.

La prima cosa nitida è il marrone degli occhi di Arthur Weasley. Il suo sguardo esprime solo curiosità perché sono a mio agio dopo la smaterializzazione a differenza dei suoi tre figli che sono distesi a terra, in un disastro di bauli, gambe e vestiti.
Mi abbasso per aiutare a raccogliere tutti i vestiti sparsi, ma il signor Weasley mi affianca e mi toglie dalle mani tutto rendendo impossibile il mio tentativo, così mi arrendo e mi allontano di qualche passo.
Siamo al centro di una grande distesa di terra circondata da dolci colline. Il terreno luccica di acqua ghiacciata e anche gli alberi sono spogli e tristi.
Di fronte a me c'è la Tana.
Le mie uniche conoscenze dell'architettura magica sono il castello di Hogwarts e le case di Hogsmeade quindi con i racconti di Charlie non ho mai avuto abbastanza fantasia per immaginarla né ho provato a leggergli la mente.
Sento tutta la forza degli incantesimi che strisciano tra le travi e le colonne per riuscire a tenerla su e le danno una forma per nulla simmetrica: i vari piani sembrano essere stati inseriti a caso nel corso del tempo, le finestre sbucano dai punti più impensabili e senza la magia sarebbe stato impossibile costruire un edificio del genere.
La voce della signora Weasley la precede. "Finalmente siete arrivati!"
Squadra uno ad uno i suoi figli mentre il marito le spiega che c'è stato un contrattempo con i bauli dopo la smaterializzazione.
Si ferma davanti a me e un piccolo sorriso compare sulle labbra che si aprono per dire qualcosa ma viene interrotta. Un oggetto volante non identificato supera la sua testa e scende in picchiata verso di me. Il mio fedele sortilegio scudo gli sbarra la strada e posso anche tirare un sospiro di sollievo.
Una torta piena panna è spiaccicata sulla sfera azzurrina e piano piano traccia un percorso verso il basso con la panna che la segue con più lentezza.
Sulla porta compaiono due bambini identici.
"Non si fanno le magie fuori da Hogwarts.." il bimbo a destra mi indica.
"È proibito!" conclude l'altro.
Sono appena arrivata e già ho creato una situazione scomoda.
"Fred! George!" l'urlo della signora Weasley mi fa sussultare "Quante volte devo dirvi di non lanciare il cibo?"
Si gira di nuovo verso di me e cerco di sorridere per palesare il fatto che non sono arrabbiata.
"Ciao cara!" mi afferra le mani e abbassa il tono di voce "Io sono Molly! Charlie ci ha parlato molto di te!"
Il mio nome lascia le mie labbra in un sussurro e neanche il mio miglior sorriso può nascondere il fatto che sono molto tesa.
"Sei stanca per il viaggio! Charlie, mostrale la sua stanza!" Batte le mani e si avvia all'interno seguita dal marito e dagli altri figli. Sento le loro voci e le risate che si allontanano poi di nuovo il silenzio.
Charlie mi alza il mento "Non è successo nulla."
Annuisco ancora un po' intimidita. Voglio davvero fare una buona impressione.
La sua mano è sulla mia guancia e muove il pollice in cerchio.
So che sta cercando le parole per sganciare la bomba, non c'è neanche bisogno che scomodi la legilimanzia.
"Cerca solo di non usare la magia" la sua voce bassa è una carezza tagliente "I gemelli già odiano seguire le regole"
Si avvicina per darmi un bacio sulle labbra, ma non riesco a ricambiare e per fortuna non lo nota.

"Questa è la tua stanza."
L'ambiente è poco più piccolo della stanzetta segreta che ho ad Hogwarts anche se è molto più caldo e accogliente con le pareti color ocra e il grande specchio nell'angolo che dà più luce all'ambiente. Su una mensola vedo la foto di una bambina neonata e accanto c'è un gufo di peluche. Hanno sacrificato la cameretta della piccola Ginny per me.
"Non voglio che stiate stretti."
Lui ride e si avvicina per abbracciarmi. "Sei nostra ospite, devi stare comoda."
Appoggio la testa sulla sua spalla e gli stringo le braccia attorno al corpo. Vorrei poter vivere in un mondo in cui ci siamo solo noi.
"Vengo a chiamarti per il pranzo."
Si allontana, ma non gli permetto di uscire perché afferro la sua mano. La sua espressione interrogativa e sorpresa non mi aiuta a sciogliere la tensione.
"Lo accetto. Sono a casa tua e non posso fare magie" Respiro profondamente perché sto per lanciare il mio contrattacco "Non davanti alla tua famiglia e ai tuoi fratellini" mi serve un altro respiro perché ho paura che si arrabbierà "ma almeno in questa stanza quando sono da sola, anche solo piccole cose come chiudere e aprire la porta."
È fermo e resta a guardarmi per secondi terrificanti.
Passa la mano tra i capelli e un sospiro risuona nel silenzio "Non puoi fare magie fuori da Hogwarts." lo dice con un'innocenza spiazzante.
Ho l'impulso di avvicinarmi per perdermi in un lungo abbraccio, ma ora devo restare seria.
"Non ho più la bacchetta, il Ministero non può controllarmi."
Bugia.
Non ho mai avuto la traccia, ma lui e il centro del potere magico non dovranno saperlo.
Silente ha mosso un po' i suoi fili al Ministero per tenere nascosta l'anomalia ed è stato semplice perché non sono mai stata così tanto tempo lontano dal castello.
Il suo sguardo confuso mi spinge a continuare. "Silente mi ha detto che se uso la magia intrinseca non sono rintracciabile"
Bugia numero due.
"Ho fatto solo disastri perché ho sempre dovuto trattenermi." mi avvicino così da essere al centro del suo campo visivo "Sono pochi giorni e non voglio rovinare tutto."
Appoggia entrambe le mani sulle mie guance e mi bacia con dolcezza.
"Però studiamo insieme così mi aiuti in Pozioni." la sua risata mi riempie il cuore e annuisco.

ExperimentWhere stories live. Discover now