Quindici

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Mi sento leggera, come se stessi volando, ma non riesco a vedere nulla intorno a me.
È tutto nero.
Un silenzio fastidioso e pesante avvolge le mie orecchie.
Brividi di freddo camminano, a tratti corrono, sulla mia pelle, saltano gli ostacoli costituiti dalla peluria o dai nei. È come se il Sole si fosse spento all'improvviso e avesse smesso di illuminare e riscaldare il pianeta con i suoi raggi.
Percepisco una presenza, eppure non riesco a focalizzarla. Sento la sua magia scorrere fiocamente nel suo corpo, diversa da quella di un essere umano. Poi man mano dei sussurri aumentano d'intensità fino a diventare voci ovattate e...
Una superficie fredda si appoggia sulle labbra e sprofondo in un nero ancora più cupo e tenebroso.

Non so quanto tempo passi prima di riprendere di nuovo il controllo del mio corpo e questa volta, però, lo faccio con cautela, senza provare ad usare la magia per capire dove sono e con chi.
Sento dei bisbigli che si fanno sempre più comprensibili.
"...permetterlo!" è una voce di donna.
"Cosa vuoi che faccia Minerva?" l'altro è un sussurro, come se il fatto che sia fuori combattimento non basta a dargli la sicurezza che non posso sentirli.
"Devi impedirlo! Non può tornare al suo dormitorio o alle lezioni: è troppo pericoloso!" Minerva, dal canto suo, è abbastanza alterata e non cerca di contenersi.
"Non sarà mai d'accordo!"
Un urletto stridulo alla mia destra li interrompe e di nuovo freddo sulle labbra. Questa volta riesco ad assaporare la pozione che percorre il mio tubo digerente: distillato soporifero.
"Non può mettersi ancora in pericolo!"
Sento dei passi che si allontanano e poi una vocetta che si fa sempre più fioca "Si stava svegliando!"

Solo il pensiero di provare ad annullare gli effetti della pozione mi fa rendere conto di quanto sia debole e quanto mi manchi la voglia di svegliarmi.
Qui, avvolta da nero e silenzio, sembra che non esistano il Ministero, Hogwarts, Jacob e i suoi piani. Ci sono solo io e...
Solo io.
Io.
Nero, silenzio e io.
Nero.
Silenzio.
Io.
Io.
Io.
Una strana sensazione inizia ad espandersi nel petto e mi opprime.
Il respiro si blocca.
Un'angoscia improvvisa s'insinua nei miei pensieri.
Il nero sembra ripiegarsi, schiacciarmi e imprigionarmi.
Il silenzio non è più assoluto, no, è spazzato via da un fischio lungo e penetrante che invade le orecchie e i timpani.
Espiro ed inspiro.
Inspiro ed espiro.
L'ossigeno però non ha intenzione di entrare nei polmoni e si blocca in gola, come se ci fosse un blocco di pietra ad ostacolarlo.
Un lampo rosso squarcia il buio.
Rosso.
Rosso?
Perché?
Ho perso quel colore quando il cappello parlante mi ha smistata in serpeverde.
I miei capelli non sono più rossi da mesi.
Capelli?
Capelli.
Capelli rossi.
Weasley.
Charlie.

Scatto a sedere urlando, forse proprio il suo nome, forse no.
È come uscire dall'acqua dopo essere stata immersa per un'eternità: l'ossigeno riprende affannosamente il suo tragitto nelle vie respiratorie; la luce acceca gli occhi; le orecchie sentono tutti i rumori senza distinguerli.
Poi li vedo intorno al letto. Silente, la McGonagall, Piton e il mio amico elfo domestico delle cucine. Lui, in particolare, mi sta guardando già con la pozione tra le mani.
"Non credo ce ne sia bisogno, Arty." Silente alla mia sinistra gli fa un cenno e l'elfo si smaterializza.
La stanza è grande e spaziosa con il soffitto alto e le pareti occupate per intero da scaffali pieni di libri. Mi sembra di riconoscerla.
"Come ti senti?" la professoressa mi prende le mani e si siede alla mia destra.
Ho la bocca troppo secca per risponderle, ma non credo di volerlo fare.
"Ti abbiamo indotto il sonno per farti riprendere le forze." interviene Silente, a cui lancio uno sguardo veloce perché Minerva stringe la presa sulle mani per attirare la mia attenzione.
"Ci hai fatto spaventare! Sei arrivata qui pallida e tremante, credevo ti avessero fatto qualcosa!"
Guardo i suoi occhi, in cui c'è solo preoccupazione, poi passo al professor Piton che non mostra nessuna emozione e infine di nuovo sul preside.
"Avevi detto che mi avresti lasciata riposare!" la voce graffia sulla gola e vorrei facesse lo stesso all'uomo a cui sto parlando.
"Non miglioravi, Madama Chips mi ha rimproverato per non averti portato subito qui!"
Mi scappa una risata sarcastica che non mi preoccupo di bloccare. Odio quando vuole fare l'eroe, odio il suo essere sempre calmo e razionale.
"Gran bella cura eh? Il distillato soporifero!" sposto la coperta e appoggio i piedi sul pavimento.
"Cosa st.." alzo la mano per bloccare qualsiasi cosa la professoressa voglia dire ma questo la fa sussultare e allontanare dal letto.
La sua reazione mi delude, dovrebbe conoscermi e sapere che non userei mai la magia contro di lei, per di più senza motivo. Abbasso la mano e faccio qualche passo verso la grande finestra della stanza per mettere tra noi una distanza di sicurezza.
"È stato un riflesso involontario!" si affretta a giustificarsi ma ormai è inutile. Devo accettare che anche loro non saranno mai più come prima nei miei confronti.
Qualcosa ha fatto crack nei nostri rapporti nel momento in cui una parte di verità è stata rivelata al mondo magico.
"Perché non sono nella mia stanza in dormitorio? O in infermeria?"
"Per la tua sicurezza..." Minerva cerca di articolare una spiegazione ma il mio sguardo la blocca.
"Quindi il Ministero e uno studente sarebbero capaci di eludere gli incantesimi del castello e dei dormitori?"
"Ovviamente no!" interviene il professor Piton e spero abbia una spiegazione valida a differenza delle due statue che lo affiancano "Non potevamo rischiare con una scusa per il tuo ritorno improvviso ed è stata la scelta migliore perché mentre eri incosciente hai fatto un po' di cose strane..."
La mia espressione sconcertata incontra la sua e con la sincerità disegnata sul viso annuisce per confermare le sue parole.
"Un po' di magia involontaria, sì. Un fenomeno molto interessante. Per questo Arty ti controllava e somministrava il distillato." Silente parla senza guardarmi. Inizia a passeggiare lentamente nella mia direzione.
Mi supera e si posiziona davanti al vetro per guardare all'esterno.
"Hai iniziato a levitare quando Madama Chips ha cercato di darti una pozione rinforzante e il liquido si è solidificato all'istante. Eri incosciente ma avevi il pieno controllo di cosa stava succedendo."
Non ricordo niente però le sue parole mi rendono fiera di me, ho continuato a difendermi anche se ero sfinita. Guardo la sua schiena aspettando che continui.
"Solo all'alba hai smesso di stare in aria e di tremare, sei caduta sul letto e abbiamo potuto darti le pozioni."
Mentre lo ascolto mi viene un dubbio... "Quanto tempo ho dormito?"
"Domani ricominciano le lezioni." la professoressa McGonagall risponde a bassa voce come se non volesse farsi sentire.
"COSA?" li guardo con incredulità "PERCHÉ NON MI AVETE SVEGLIATA PRIMA?"
"Abbiamo provato a non darti più il distillato, ma riprendevi a tremare, a fare magie. È stato per il tuo bene!"
So che non è vero. Per più di due volte stavo per riprendere conoscenza e non tremavo, ma l'elfo continuava a farmi bere la pozione.
Le mani iniziano a tremare in modo incontrollato e sono arrabbiata, tanto arrabbiata.
Devo solo uscire da qui. La camera da letto di Silente è diventata un luogo ostile e sconosciuto.
"Non è vero!" alzo la voce e la testa per guardarli. "Ma non preoccupatevi di inventare altre storielle. Non sono più la bambina impressionabile che avete cresciuto!"
Minerva sussulta portando una mano alla bocca. Sta per parlare ma non le do il tempo.
"Avevate intenzione di tenermi qui, giusto? Vi ho sentiti!" indico lei e Silente con un dito e entrambi fanno un passo indietro con gli occhi spalancati dal timore.
Rido e forse sembro la pazza che non dovrei mai diventare, ma sto bene, so cosa sta succedendo e non sto perdendo la testa.
Non ancora.

ExperimentWhere stories live. Discover now