Mi sei mancata

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Erano passate due settimane dall'ultima volta che avevo visto Emiliano, due settimane che non sento sue notizie.
Sto attaccata a twitter e ha tutti gli altri social che ha ma non da notizie di se nemmeno alle sue fan, è inutile dire che sono preoccupata.
Lo spinto via da me ho detto quelle parole senza pensare che lo stavo allontanando da me per sempre e se potessi tornerei indietro. Si perchè ho capito di aver dato più importanza a quello che diceva la gente su di noi e non ho preso in considerazione né i miei sentimenti nei i suoi.
E al diavolo quello che dice la gente io lo amo e forse me ne sono accorta troppo tardi adesso magari lui non vorrà più avere niente a che fare con me e lo capirei, anche io lo farei se fossi in lui.
Sono davvero una STUPIDA.

Oggi sarei tornata a Milano, era il compleanno di mio zio e aveva invitato me e i miei genitori a festeggiare a casa sua.
Così mi alzai dal letto e mi diressi in bagno, l'immagine che mi si presentò riflessa nello specchio mi fece fare un salto indietro. Occhiai profonde, capelli disordinati e occhi rossi. Ero rimasta a letto dove mi aveva lasciata Alessio quando mi aveva trovata inginocchiata davanti alla porta a piangere e da lì non mi ero più mossa fino ad oggi. Non avevo visto e sentito nessuno, l'unica cosa che facevo era guardare ogni tanto i social per avere notizie di Emi e ogni tanto andavo in bagno.
Misi una tonnellata di correttore e dopo dieci minuti abbondanti avevo un aspetto più o meno decente. Presi un vestito nero che mi aveva comprato mia madre e scesi in soggiorno. I miei erano partiti il giorno prima quindi sarei andata da sola a Milano.
La domanda che mi continuavo a fare era: ci sarà Emiliano? E se ci sarà sarò in grado di affrontarlo?

-ti ricordo che lo hai lasciato con una lettera perchè non riuscivi ad affrontarlo- mi ricordò il mio fastidioso subconscio.
Si lo avevo fatto, ma poi gli avevo detto di non amarlo guardandolo negli occhi... ma lasciamo perdere questa storia.
Presi gli occhiali, il cellulare e uscii da casa. Chiamai un taxi che mi portò davanti alla stazione.
Salii nel treno e una volta seduta nel posto che mi era stato assegnato misi le cuffiette.
Gli stessi di sempre di Emis... praticamente nel mio mp3 c'erano solo sue canzoni era l'unico modo per sentire la sua voce e le sue canzoni poi erano bellissime.
Ma questa canzone in particolare descriveva la nostra storia, sembrava che stesse scrivendo di noi e per questo ha un posto speciale nel mio cuore.

"A ridurci in questo modo come ci siamo arrivati, è stato un salto nel vuoto e adesso precipitiamo abbracciati. Non c'è tempo per salvarci, per rifarci adesso è tardi e cadiamo più in fretta degli altri appesantiti da troppi sbagli".

Fui svegliata dalla voce robotica che annunciava che eravamo arrivati a Milano, prendo la borsa e mi dirigo verso l'uscita.
Esco dalla stazione e vedo Emiliano aspettarmi davanti alla macchina, un attimo... cosa???
Emi è venuto a prendermi in stazione.. o porca vacca!! e adesso cosa faccio? Lo saluto o no?
Mi avvicino alla macchina, lui alza la testa e quando i suoi occhi incontrano i miei il mio cuore perde dei battiti.
-ciao- lo saluto timidamente
-sono venuto a prenderti io perchè tuo zio e i tuoi erano impegnati- mi disse con tono freddo, distaccato.
Salii in macchina e subito accese la radio per farmi capire che non aveva voglia di parlare, così mi appoggiai allo schienale e guardai fuori dal finestrino. L'aria era molto tesa e non sapevo come incominciare una conversazione e se era opportuno farlo.

-ti vedo bene- dissi, ma andiamo Paige non potevi trovare qualcosa di più stupido

-si? Beh allora ti consiglio una visita dall'oculista- rispose lui dandomi una rapida occhiata.
Aveva ragione, aveva delle occhiaia molto profonde e lui non le poteva coprirle come facevo io.

-si hai ragione... scusa- dissi
lui non rispose e alzò ancora di più il volume della radio.
Arrivammo a casa e scesi velocemente dall'auto, non appena suonai alla porta mio zio mi aprì sorridente e mi tirò in un abbraccio caloroso
-auguri zietto- gli dissi vicino all'orecchio

-grazie cucciola.. mi sei mancata- mi disse staccandosi dall'abbraccio

-anche tu- risposi semplicemente
Entrammo e dopo aver salutato i miei genitori ci sedemmo a tavola. Chiacchierammo per tutta la durata del pranzo, tranne Emi che aveva detto si e no due parole.
Mi girai a guardarlo e mi accorsi che portava ancora la collana che gli avevo regalato a natale, sorrisi a quell'immagine e quando alzò il viso mi guardò stranito, così abbassai subito lo sguardo diventando leggermente rossa.

-scusate, vado a fumare una sigaretta- disse Emiliano alzandosi dalla sedia
presi tutto il coraggio che avevo e mi alzai a mia volta per raggiungerlo, non sapevo cosa dirgli ma dovevo parlare con lui a tutti i costi.

-Hey- dissi appoggiandomi allo stipite della porta
Lui rispose solo con un cenno della testa e si sedette nella panchina addossata alla parete, decisi di sedermi anche io

- cosa vuoi Paige?- mi domandò guardandomi negli occhi

- una sigaretta- dissi per prendere tempo

-Assolutamente no- mi rispose diventando serio

-perché no?- domandai con tono infastidito ma in realtà ero felice che tenesse ancora a me

- fa male- rispose tirando il mozzicone che aveva quasi finito

- vedo che porti ancora la collana che ti ho portato- dissi indicandola

- si.. Beh... Volevo ridartela ma non ho avuto l'occasionse- stava per slacciarla ma lo fermai

- no voglio che la tenga tu- dissi toccandogli appena la mano.
Ci fu un silenzio imbarazzante, nessuno dei due sapeva cosa dire o fare, ma ero io quella che doveva parlare, che doveva chiedere scusa, ma non avevo il coraggio per farlo.

- quando torni a Roma?- mi domandò

-domani- risposi - volevo chiederti scusa per quello che ti ho detto davanti alla porta di casa due settimane fa.. Mi dispiace- aggiunsi appena dopo avendo trovato il coraggio

- non devi chiedermi scusa hai solo detto quello che pensavi- rispose abbassando gli occhi e guardando per terra

- è qui il problema io non lo pensavo
davvero, l'ho detto perché pensavo che fosse meglio per te non stare con te, ho ascoltato troppo i commenti delle altre persone senza soffermarmi sui nostri sentimenti- dissi tutto d'un fiato

- è per questo che mi hai lasciato con una lettera?- mi chiese con tono duro

- mi dispiace mi pento di averti lasciato così, ma la realtà era che non volevo farlo davvero è l'unico modo per farlo era scriverti una lettera così non avresti visto i miei occhi dire un'altra cosa della mia bocca- ed era assolutamente vero, non volevo farlo e il fatto di averlo fatto soffrire mi fa male ogni giorno di più.
Sfiorò le mie labbra con un dito e subito le farfalle e tutto lo zoo incominciarono a muoversi nel mio stomaco.

- mi sei mancata- disse avvicinandosi al mio orecchio e mordicchiandolo

- anche tu- ricambiai

- non mi lasciare più ti prego- disse guardandomi di nuovo negli occhi

-lo prometto-
E subito dopo le nostre labbra si riunirono dopo quello che sembrava un eternitá

Innamorata di Emis Killa Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ