Capitolo 1-Angeli

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Era una mattina come tante e stavo andando a scuola. Io mi chiamo Misaki Sora, rispettivamente cognome e nome perchè sono giapponese. Quell'anno ero al secondo anno della scuola superiore. Mia madre lavorava in Inghilterra per un'importante impresa e mio padre era sempre con lei, di conseguenza rimanevo a casa da sola, ma in realtà è stata una mia scelta perchè volevo che loro fossero felici e io sapevo comunque gestirmi da sola. Mi ero svegliata leggermente in ritardo, ritrovandomi a correre per la strada piena di ciliegi in fiore. Alle 8 in punto suonò la campanella di inizio lezione e io arrivai appena in tempo. Ero la vicina di banco di Yumi: la mia migliore amica. Nella mia stessa classe studiava un ragazzo, non il più figo della scuola nè il più simpatico, ma c'era qualcosa in lui che mi preoccupava ma al tempo stesso attraeva. Si chiamava Aleksandr, e se qualcuno provava a chiamarlo Sasha si arrabbiava. Non era aggressivo ma bastava un solo sguardo per intimorire chiunque. Ogni volta che mi passava vicino sentivo come una scossa fredda, come un presentimento che mi costringeva a stargli lontano, cosa che comunque non mi dispiaceva.

Quel giorno le lezioni cominciarono con arte, il che è una fortuna perchè non avevo la minima voglia di esprimermi in qualche tema a sorpresa e tantomeno risolvere equazioni. Ogni lezione passava abbastanza in fretta, fra chiacchere varie ma senza farci beccare dai professori, che ovviamnete sapevano tutto ma non avevano prove per "incastrarci".

Finalmente suonò la ricreazione.

-Dai! Non ci parli mai, eppure è nella nostra classe da ormai due mesi!- mi rimproverò Yumi stiracchiandosi appena uscite dalla classe. Ovviamente si riferiva a Aleksandr, ma non ero un tipo che dava molta retta ai ragazzi, piuttosto me ne sarei rimasta in disparte. Non che li odiassi o amassi le ragazze, ma avevo subito una delusione ancora al tempo delle medie ed ero diventata diffidente e comunque non avevo interessi di quel genere. Mi bastavano i maschi della mia famiglia.

-Non m'interessa! E poi lui se ne sta sempre da solo per SUA scelta e non voglio far anche solo sembrare che mi possa interessare a qualcuno; soprattutto se non lo conosco!- dissi io decisa. Era sempre la stessa storia: lei che cercava di convincermi e io che ero sempre meno intenzionata a darle retta.

-Ma come sei fredda, e poi non c'è nulla di male nel fare amicizia...- diciamo che Yumi era leggermente infantile... a volte.

-Ho già detto di no, e non ho intenzione di cambiare idea!- chiusi io il discorso.

Ma ovviamente non poteva non succedere qualcosa, altrimenti non sarei qui a raccontarlo, infatti mi sentivo osservata e dei brividi freddi mi percorrevano tutta la schiena e l'unica persona che me li procurava era... ma che cosa ridicola! Non potevo minimamente immaginare di avere ragione. Pensavo (speravo) di avere semplicemente un po' di freddo.

Mi guardavo intorno senza farmi scorgere ma non notai nessuno di sospetto, quando Aleksandr si avvicinò a me e disse :-Puoi venire un attimo? Dobbiamo parlare, e in privato...- Sembrava molto turbato e io acconsentii, anche perché non volevo diventare 'vittima' del suo sguardo intimoritore (o perlomeno è così che lo chiamavano le ochette della classe che cercavano di entrare nelle sue grazie). Mi condusse sul tetto della scuola e mi disse -Tu lo sai chi sono, vero?- Rimasi stupita da quella domanda. -Ovvio. Sei Aleksandr, e allora?- risposi. Lui sospirò.

-Non prendermi in giro. Tu chi... che cosa sei? Ci sarà un motivo se mi eviti!-

-Io non ti capisco...- cominciai a dire, anche se la sensazione che mi procurava la sapevo bene. Fui abbagliata da una luce dorata e fresca. Era alquanto piacevole ma cominciavo a percepire la pelle bruciare leggermente. Non riuscivo a tenere gli occhi aperti ma solo socchiusi, mentre vedevo qualcosa crescere alle sue spalle, tutto nell'arco di qualche istante. Erano meravigliose ali di colore bianco emanavano luce dorata.

-Adesso hai capito cosa intendo?- chiese. Non risposi ma scossi semplicemente il capo. Lui si avvicinò e io cominciai a sentirmi debole, lui si fermò di scatto e indietreggiò. Mi ripresi subito.

-Cosa... sei? Cosa sta succedendo?- Più pensavo e meno capivo. Maddai pensavo. Gli angeli non esistono!

-Io sono un angelo, assassino, ma questi sono dettagli... tu invece?-

-Non lo so...- risposi con voce flebile. -Perché quando ti avvicini mi sento così... debole? - chiesi poi. Alla fine Yumi ce l'aveva fatta, pensavo.

-Pensa a qualcosa che ti piace fare... qualcosa riguardante musica, arte, libri, cose così-.

-Non mi aiuti-. Ero seccata

-Tu fallo e basta- mi guardò male e io obbedii. Pensai alla musica, a una canzone in particolare e mi concentrai su di essa. Mi venne da pensare alle ali di Aleksandr. Subito sentii un'aria tiepida avvolgermi e qualcosa stava crescendo alle mie spalle: delle ali. Io però a differenza di Aleksandr emanavo una fioca luce argentata.

-Cosa...?- Non riuscii a finire la domanda perché svenni.

Ciao a tutti. È il primo libro che provo a scrivere e spero vi piaccia. Se lo apprezzate votate e scrivetemelo nei commenti. Arigatou!

Enjeru (Angelo)Onde as histórias ganham vida. Descobre agora