7-"la notte che attendevamo"

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Gilbert pov:
I mesi passarono tranquillamente, insieme alla mia Anne, come al solito non si facevano sentire...ma piano piano si inspirava nell'aria l'arrivo dell'estate, e con essa il divertimento che portava.
Continuai a far visita ad Anne e lei continuava a migliorare di salute, cosa che in fondo in fondo, egoisticamente un po' mi dava fastidio, perché quello avrebbe significato la fine dei nostri incontri.
Non fraintendermi, ero felice che Anne stesse di nuovo bene e che continuasse a migliorare, ma se avessimo perso i rapporti, dopo la sua uscita dall'ospedale, sarebbe stato un duro colpo per me.
Man mano che i giorni passavano il mio amore continuava ad ardere dentro di me, e man mano che i giorni passavano, mi stupivo di quanto potesse essere grande, il bene che una persona provava per un'altra.
Anne non era solo il mio amore, lei era la mia migliore amica nonché seconda famiglia. Ogni volta era dura lasciarla lì in ospedale, anche se c'erano Marilla e Matthew, volevo proteggerla e rimanerle sempre accanto. Avevo perso balli, feste e uscite per stare con lei, ma nulla mi mancava o mi era mancato, perché io ero con Anne e con lei mi sentivo invincibile, potevo pur non avere un tetto sulla testa che mi sarei sentito completo lo stesso.
Un venerdì sera stavo uscendo dalla stanza, come al solito, mi voltai per salutarla ma vidi il suo viso triste e basso.

<Ehy..cosa succede?> le chiesi in tono dolce.
Anne: <no niente..solo che mi dispiace sempre quando te ne vai..> disse un po' imbarazzata.
<Ma ritornerò domani come al solito cercai di consolarla, anche se non ottenni grandi risultati.
Anne: <va bene..ci vediamo domani> disse in tono triste. Non resistetti, mi dispiaceva vederla così. Allora rientrai nella stanza e iniziai a crearmi un letto sul divano.
Anne: <Che stai facendo?> chiese incuriosita.
<Dormo qui, Posso vero?> le dissi con decisione. Il suo volto si illuminò e questo mi scaldò il cuore. Dopo di che avvertí Marilla e Matthew di non venire e di riposarsi finalmente nei loro letti.
Finita la telefonata si giró verso di me e mi guardò.

Anne: <Allora, che facciamo?> chiese piena di energie e gioia. Io ridendo le dissi <Cosa vuoi fare Carotina?> ormai la chiamavo sempre così.
Lei ci pensó subito e senza darmi una riposta letterale prese il cuscino e me lo tiró addosso.

<Giochi sporco eh? Nemmeno mi avverti> dissi scherzando <Va bene...Ci sto!> dichiarai ridendo e le saltai addosso per farle il solletico.
Lei si mise a ridere e per fermarmi mi tirò un cuscino addosso e scappo via per i corridoi dell'ospedale.

<Pensi si liberarti di me tanto facilmente?> le urlai dietro e poi mi misi ad inseguirla.
Per essere una carotina, che si stava riprendendo correva forte.
Non so quanti corridoi passammo o quante persone svegliammo, non so quando precisamente ci perdemmo né come arrivammo ai seminterrati.
Ma ci arrivammo, erano un posto non tanto buio anzi era ben illuminato da alcune lampade a soffitto.
Non era inquietante, anzi era quasi confortevole e romantico, ovviamente a quell'ora non c'era nessuno quindi eravamo solo io e Anne.

<Corri veloce eh carotina> le dissi annaspando.
Anne: <No no sei tu che vai lento Gil!> esclamò lei.
Scoppiammo a ridere per diversi minuti, ormai quel seminterrato era pieno di felicità, ovviamente portata da Anne.
Finimmo tutte e due di ridere e ci guardammo negli occhi per quello che fu l'istante più bello della mia vita.
Pensavamo entrambi la stessa cosa ma nessuno dei due aveva il coraggio di prendere l'altro e di spezzare quell momento così bello per averne uno perfetto.
Così lo feci io, mi avvicinai a lei e le presi il viso tra le mani.
La guardai negli occhi e lei guardò me, 1000 no la che dico 10.000 farfalle si riversarono dentro di me, avvicinai le mie labbra alle sue.
Ormai potevo sentire il suo respiro caldo e il desiderio di averla inizió ad aumentare, così lo saziai.
La baciai, con tutta la passione che avevo conservato in quei mesi.
Le sue labbra morbide e calde mi confortavano e proteggevano, misi in quel bacio tutto l'amore che provavo per lei, finalmente lei era lì ed era MIA,.. SOLAMENTE MIA.
Più la baciavo meno volevo andarmene, volevo restare lì e stringerla e immortalare quel momento e renderlo eterno.
Alla fine ci staccammo, diverse emozioni mi travolsero ma la più bella era lì davanti a me, Anne incarnava la mia felicità ed era proprio quello che provavo in quel momento.

Anne pov:
Gilbert mi prese il volto tra le mani e poi si avvicinò a me.
Sentivo la sua tensione e sentivo che stava aspettando quell'istante da molto tempo.
Poi le nostre labbra si toccarono e una marea di emozioni mi travolsero. Misi le
Mie mani nei suoi capelli e in quel momento mi sentii una strana sensazione arrivare in ogni parte del corpo, facendomi sentire completa.
Ero lì insieme alla persona che amavo e per la quale avrei sacrificato la vita.
Il bacio duró a lungo ma avrei fatto di tutto per non farlo finire. Era bellissimo perché mi sentivo protetta,.... al sicuro, mi sentivo realizzata e felice come non lo ero mai stata.
Dopo qualche minuto, che però furono i più belli della mia vita, ci staccammo.
I nostri occhi si incontrarono, il respiro affannato si stava raffreddando in quella stanza, ma a nessuno dei due importava. All'improvviso sentii un gran freddo, ragionevole visto che avevo solo il camice dell'ospedale addosso.
Gilbert se ne accorse e mi diede la sua felpa nera gigante.
Mi guardò e mi disse. <Come fai ad essere così bella anche solo con comuni camice dell'ospedale addosso?> i suoi occhi traboccavamo dolcezza e mi fece arrossire.
<probabilmente é la tua felpa> dissi senza guardarlo per l'imbarazzo.
lui prese il mio volto e mi costrinse ad incrociare il suo sguardo.
<No...tu sei semplicemente bellissima> e poi mi ribaciò.
Un'altro magnifico bacio, pieno di emozioni e gioia. É impossibile descrivere cosa provavo, ma se lo avete provato almeno una volta della vita sapete di che parlo.

Gilbert pov:
Dopo quei due bellissimi baci ritornammo su e cercammo di orientarci per andare in camera. Ie tenevo il braccio sulle sue spalle e la stringevo a me, volevo essere sicuro che fosse lí e che stesse bene, volevo essere sicuro che non fosse un sogno come tanti altri. Per fortuna era tutto vero, lei era vera, più vera che mai.
Tornammo in camera e dormimmo una notte tranquilla, notte in cui potei accertare che quello era stato il miglior pigiama party di sempre.

Chiamatemi AnnaWhere stories live. Discover now