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"Clarice"la chiamò Caterina appena arrivò alle porte di Palazzo Medici, la ragazza le rispose abbracciandola.

"Dove eri finita?"chiese la madre quando le due ragazze si furono allontanate"Ero in giro"rispose vaga, poi si rivolse a Clarice"Scusa per averti fatto attendere"si dispiacque"Non preoccupatevi ero appena arrivata" le sorrise la giovane Orsini"Mi farò perdonare facendoti da Cicerone"le propose Caterina prendendola a braccetto"Sarebbe un onore per me Madonna", Caterina alzò gli occhi al cielo al sentire quell'appellativo. "Per voi non è di certo un problema madre, giusto?"continuò alzando un sopracciglio.

Sapeva benissimo che Lucrezia Tornabuoni aveva capito il suo intento, stare la maggior parte del giorno fuori sfuggendo alle mansioni femminili con la scusa di fare la guida alla giovane Orsini, ma non avrebbe detto di no davanti a Clarice e questo Caterina lo sapeva.

"Assolutamente, veglia su Madonna Clarice"si preoccupò di dirle Lucrezia"Non mi perdonerei mai se succedesse qualcosa alla mia amata cognata"le fece un sorriso lascivo congedandosi e conducendo Clarice all'interno della tana dei leoni.

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"Da quando mi chiami Madonna?"chiese Caterina conducendo Clarice verso i giardini"Pensavo che davanti a tua madre avrei dovuto assumere un tono formale"spiegò la giovane, Caterina scosse la testa, aveva sempre odiato l'estrema educazione e formalità che aveva Clarice. "Non c'è ne bisogno, chiamami semplicemente Caterina o cognata, come più ti piace"disse facendole l'occhiolino, Clarice staccò il braccio dal suo in modo freddo e arrestando la loro camminata, "A proposito di questo"tossicchiò Caterina cercando di essere il più delicata possibile"Credevo che volessi diventare suora"iniziò ma visto che Clarice sembrava non voler parlare la giovane Medici dovette insistere"Vorrei credere che tu abbia accettato questo matrimonio per stare accanto alla tua fedele amica..ma ne sarò delusa"cercò di sdrammatizzare e l'intento venne centrato poiché Clarice trattenne un sorriso"Sai come avvengono queste cose, mio fratello è diventato arcivescovo e io sono imparentata con la famiglia che comanda Firenze"rispose con gli occhi bassi"Ma questo non è ciò che volevi"obiettò Caterina"So come la pensi, ma non sarebbe servito a nulla rivelare i miei sogni".

"Però ci avresti provato"decise di far cadere lì quell'argomento, sarebbe stato troppo doloroso per Clarice e avrebbe fatto alterare Caterina, ed era inutile arrabbiarsi per una cosa già avvenuta di cui lei non poteva farci nulla.

"Cambiando discorso, non ti ho ancora chiesto del viaggio, come è andato? Messer de' Becchi è stato di buona compagnia?"riprese a camminare seguita da Clarice"È stato prodigo nelle informazioni, Firenze lo appassiona".

Caterina trattenne una risata, Clarice non sapeva nascondere le bugie o era lei che le riconosceva subito?, "Ti ha annoiato"confutò Caterina ridacchiando"No, non intendevo questo"cercò di giustificarsi"Ti conosco Clarice capisco quando mi menti"asserì la bionda"Dovrò diventare più brava allora""Decisamente"risero insieme come i vecchi tempi, quando erano ancora delle ragazzine lontane dai giochi di potere.

"Con Francesco?"chiese d'improvviso Clarice, Caterina si accigliò ma parlò comunque"L'ho umiliato davanti a tutta Firenze battendolo nel torneo"rise sprezzante ma a Clarice non le bastò quella risposta"Intendo vi siete visti".

Caterina aveva capito a cosa voleva andare a parare e quindi la tranquillizzò subito"Oh cielo Clarice no è un Pazzi".

Che pessima scusa, pensò.

"Anche a Roma era un Pazzi eppure sembrava non importarti"la rimbeccò la romana"Era un'altra situazione"Caterina liquidò il discorso con la mano.

Non voleva parlare di quell'argomento fatto di contraddizioni, passione, odio, controsensi e misteri.

"Questa è l'entrata dei giardini"illustrò salendo i gradini"Attenta a non cadere"ridacchiò Clarice, Caterina le lanciò uno sguardo arrabbiato prima di essere sorpassata.

Dulcis Amor|| Francesco PazziDonde viven las historias. Descúbrelo ahora