III

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Caterina si rigirava nel letto rimuginando sulle cose successe il giorno prima

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Caterina si rigirava nel letto rimuginando sulle cose successe il giorno prima. Aveva riabbracciato finalmente il suo gemello e aveva passato la notte a parlare con Bianca, in realtà lei parlava e Caterina annuiva con gli occhi pesanti di sonno.

Avvertiva una sensazione strana mentre si rigirava nel letto pensando al suo ritorno.

Si sentiva sola, sola con la sua anima.

Delle volte si sentiva come un dio che viveva sulla cima della montagna più alta del mondo.

Tutti gli dei si sentivano così soli?

Inevitabilmente il suo pensiero si spostò sui ricordi che aveva a Roma, sui momenti che trascorreva con la sua amica così diversa da lei.

Che casualità i due opposti che si attraggono, pensò ricordando il soprannome scherzoso che si attribuivano le due.

'I due opposti'.

Lei estremamente gentile e buona, Caterina estremamente ribelle e impulsiva.

Non poté fare a meno di sorridere al ricordo del loro primo incontro.

Entrata nella chiesa si guardò intorno ispezionando la zona cercando il frate che doveva portarla da Carlo, ma vide solo lettini con sopra i malati disposti lungo le pareti intonacate affiancati da ecclesiastici e volontari, che cercavano di alleviare le ferite e i dolori della morte che incombeva su di loro. La stanza era silenziosa, gli unici suoni che si udivano erano le impalpabili preghiere, lamenti sommessi e lo scalpitio delle scarpe dei frati che si accingevano a dare l'ultima benedizione o a raggiungere un altro zona. Quando la ragazza sentì dei passi venire verso di lei si girò trovandosi di fronte ciò che cercava"Madonna Medici"la salutò il frate abbassando lo sguardo in segno di sottomissione. Caterina allungò l'angolo della bocca in una specie di sorriso forzato eseguendo ciò che era stato fatto dall'uomo"Venite Padre Carlo la sta aspettando"la condusse in un corridoio pieno di arazzi e quadri di martiri, vecchi frati e papi precedenti; tutti ritratti immobili, con gli occhi infossati, le labbra serrate e il volto rigido.

Caterina odiava quei generi di quadri le sembrava che la seguissero e la ammonissero con lo sguardo, sgridandola silenziosamente per ciò che era.

"Questa è la stanza Madonna"la informò il vecchio frate, Caterina sorrise"Grazie Frate Marco"replicò"È sempre un piacere servire una Medici", l'uomo si congedò in fretta facendo svolazzare la tonaca che portava.

Quando Caterina entrò nella stanza vide suo zio con una ragazza dai capelli ricci sussurrare in modo da non farsi sentire da nessuno, neanche dai muri di legno che circondavano le pareti fredde di quella stanza adibita a biblioteca, Caterina mosse la porta facendola cigolare in modo da avere l'attenzione su di sé. Riuscì nel suo intento facendo volta i due, quando Carlo la riconobbe gli si illuminarono gli occhi"Caterina"si avvicinò abbraciandola cordialmente, "Mi fa piacere che tu voglia aiutarci"si allontanò da lei avvicinandosi alla ragazza riccia"Lei ti aiuterà...ad ambientarti"balbettò il prete.

Dulcis Amor|| Francesco PazziTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang