II

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"Girati"ordinò De Medici con fierezza e autorevolità, lo straniero si girò lentamente"Abbassa il cappuccio"continuò impetuoso, lo straniero obbedì, abbassando il copricapo con lentezza calcolata mentre Lorenzo fremeva nel sapere chi fosse l'intruso che si era imbucato nel suo palazzo. Ma appena vide i suoi occhi verdi si bloccò all'istante.

 Ma appena vide i suoi occhi verdi si bloccò all'istante

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"Caterina?"sussurrò esterrefatto.

Non la vedeva da tanti mesi, ma era rimasta sempre la stessa: i capelli biondi erano racconti in una treccia; i verdi occhi ancora vispi e il sorriso strafottente, l'avrebbero accompagnata sempre.

Era più alta, l'unica cosa che aveva notato di diverso dal loro ultimo saluto.

"Ciao fratellino"disse allargando le braccia, Lorenzo rise avvicinandosi e stringendola a se.

Piccola furia, pensò.

"Dovresti aumentare la sorveglianza è stato un gioco da fanciulli entrare"disse la ragazza appena si fu staccata dal fratello, quest'ultimo alzò un sopracciglio"Ti ho trovata subito"obiettò, Caterina rise abbassando lo sguardo"Forse ho voluto farmi trovare io, che dici?"

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"Ho saputo dell'attentato"disse la ragazza mentre stavano percorrendo i corridoio della grande dimora"E hai preso anche il controllo della banca"continuò dando un pugnetto sul braccio di Lorenzo che sorrise scuotendo la testa"Hai pugnalato nostro padre"disse Caterina, il fratello la guardò dispiaciuto"Non ti biasimo"continuò"Avrei fatto la stessa cosa per il bene di Firenze, se vuoi costruire una casa migliore prima devi demolire quella precedente". "Mi fa piacere il tuo appoggio"le sorrise"Nostro padre sta male"ritornò serio.

Caterina questo lo sapeva benissimo, era tornata a Firenze per quello.

"È grave?"chiese"Abbastanza"le fu risposto"Dov'è Giuliano?".

Rivedere il suo gemello era l'unica cosa che più la rassicurava in quell'aria malinconia che alleggiava sul palazzo è nell'animo dei Medici.

"È uscito, tornerà a breve"rispose Lorenzo"Come sempre"sussurrò Caterina riferita all'abitudine del gemello a non stare mai a casa, "Una delle tante cose che avete in comune".

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"Caterina"esclamò Bianca appena vide la chioma bionda della sorella"Ti sono mancata sorellina?"chiese non appena si fu allontanata dalle braccia della più giovane Medici"Non sai quante cose sono cambiate dalla tua ultima visita"disse Bianca"Immagino"sussurrò Caterina forzando un sorriso.

Già sapeva cosa la aspettava quella notte. Bianca che parlava di ragazzi, vestiti e feste mentre lei faceva finta di ascoltare.

"Hai tutta la notte per raccontare a Caterina le ultime novità, ma adesso nostro padre ha bisogno di vederla"si intromise Lorenzo stroncando qualsiasi dialogo che poteva nascere tra le due"Certo andate non vi tratterrò in alcun modo, io vado a riposare"si dileguò Bianca lasciando da soli i fratelli maggiori. Caterina si sistemò per andare a trovare il padre ma fu interrotta di nuovo"La mia bambina"esclamò la madre correndo al abbracciarla"Sana e salva"ironizzò Caterina"E sempre impertinente"aggiunse Lucrezia  allontanandosi dalla figlia"Nori è ferito"si lamentò, Caterina sbuffò alzando gli occhi al cielo"È un pappa molle se considera una caduta, una ferita"lo sbeffeggiò"Caterina, questo non è un comportamento che deve assumere una gentildonna"la ammonì la madre"Ma io non so una gentildonna, madre"biascicò la ragazza.

Dulcis Amor|| Francesco PazziWhere stories live. Discover now