Capitolo 20

437 3 0
                                    

Il convegno si dimostrò da subito piuttosto interessante. Lo fu per tutti tranne che per me. La mia testa era altrove, si limitava ad annuire ogni tanto fingendo di starsene davvero sopra le spalle.

Vincenzo in pausa pranzo al buffet cominciò a parlarmi dei suoi dubbi su ciò che aveva ascoltato cercando in me un valido confronto. Lo lasciai parlare incapace sia di ribattere che di confermare. E dire che ero stata proprio io ad insistere per partecipare.

Pensavo solo a lei. Se avevo fatto quel sogno la mattina era solo perché l'avevo sentita, dentro di me sapevo già che lei era lì.

Una spiegazione assurda e per nulla scientifica. Era molto più probabile che l'avessi intravista o avessi udito la sua voce senza farci caso e che il mio cervello avesse registrato l'informazione lasciandola poi elaborare dal subconscio.

Un organo complesso il cervello, fin troppo. Perciò avevo scelto il cuore.

Il cuore era semplice?

Proprio il cuore mi aveva fatto bruttissimi scherzi in passato... e ancora me ne stava facendo. Batteva forte al pensiero di Lucilla nei paraggi.

Eppure non c'era traccia di lei.

Non era forse la responsabile dell'organizzazione?

Vedevo hostess, camerieri e addirittura addetti alla sicurezza, ma di lei nemmeno l'ombra.

Come poteva seguire l'organizzazione? Possibile che mi avesse presa in giro?

Dopo pranzo mi allontanai da Vincenzo per andare alla toilette... e ne approfittai per investigare. Mi avvicinai ad una giovane ragazza intenta a sistemare dei depliant.

- Scusi. Mi sa dire chi è il responsabile dell'organizzazione?

La poveretta colta di sorpresa si guardò attorno sperduta. Non sapeva rispondermi. Probabilmente perché dell'organizzazione non se ne occupava una persona soltanto, ma una ditta che aveva poi delegato diversi fornitori per ambito.

- Guardi... non so cosa dirle.

- Non si preoccupi, capisco.

Per me era come una conferma. La mia carissima amica mi aveva mentito e mi bastava per smettere di pensare a lei. La falsa e bugiarda non lo meritava.

- Era qui poco fa... ora non la vedo più. Una ragazza di bell'aspetto.

La certezza che mi ero fatta vacillò.

- Di bell'aspetto?

- Sì... non ricordo il cognome... le consiglio di andare alla reception, chieda direttamente di Lucilla.

Sbiancai.

- Grazie...

- Si figuri.

Una disfatta completa. Me la meritavo.

Finii quindi per prendermela con me stessa.

Che bisogno c'era di mettere in dubbio le parole di Lucilla? Avevo davvero bisogno di trovarle un difetto?

Il problema era mio, non suo.

Il pomeriggio non andò in modo molto diverso dalla mattina. I relatori erano personalità della cardiologia. Non riuscivo ad ascoltarli... a fatica li riconobbi.

Questo mi suscitava ansia e rabbia. Sempre più rabbia.

Il malessere crebbe fino a che non fui costretta ad allontanarmi per prendere una boccata d'aria. Non ci volle molto a convincere Vincenzo a rimanere, lui era piuttosto preso e io potevo cavarmela da sola... sarei tornata subito. Uscii.

LucillaWhere stories live. Discover now