Capitolo 8

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Quando mi svegliai era già mattina inoltrata.

Ero ancora stanca, non ero abituata a star fuori quasi tutta la notte. Lucilla e Gregorio mi avevano portata per locali. Alla fine non avevo dormito nemmeno cinque ore, ma il caldo e la luce mi impedivano di riposare.

Era stato bello prepararsi per la serata. Ci avevamo dedicato ore e al momento di uscire in realtà per me era già notte fonda.

Greg mi aveva sistemato i capelli e truccata. Era proprio bravo.

Quando gli avevo detto che avrebbe dovuto farlo di mestiere mi aveva rivelato che aveva ben altri progetti, voleva fare il notaio. Chi lo avrebbe mai detto.

Lucilla si era poi proposta di prestarmi dei vestiti, erano di certo più alla moda dei miei, ma le magliette mi stavano larghe, le gonne e i pantaloni invece stretti.

Alla fine avevamo optato tutti e tre per un look casual, molto semplice, jeans e maglietta attillata... per poi arricchirlo con accessori e gioielli. Ancora il gusto di Greg aveva dettato legge. Alla fine eravamo piuttosto trendy.

Lucilla ed io non eravamo abbastanza alte per passare per modelle. Io in particolare nemmeno abbastanza magra. Tuttavia mi ero sentita strafiga come una modella e mi era piaciuto da morire.

Avevamo visitato quattro differenti locali, avevo parlato con tantissime persone e avevo conosciuto tanti ragazzi piuttosto carini. Avevamo anche stabilito un segnale in modo che mi venisse indicato quali erano omosessuali e quali no.

Era stato buffo quando di fronte a un bel tizio dagli occhi verdi Greg mi aveva segnalato che era roba per lui e Lucilla l'esatto contrario.

Fu invece inquietante quando la mia amica all'ingresso del primo locale mi aveva pregato di non portarmi a casa nessuno quella notte... nemmeno mi era saltato in mente.

C'erano forse usi e costumi di quella città, e in particolare di quell'appartamento, molto lontani dal mio modo di essere. Fin tanto che rimanevano più o meno impliciti riuscivo a ignorarli senza farmi troppi problemi.

Volevo riuscirci, volevo passare delle belle giornate con Lucilla, cercando di stare bene, senza ansie. Se le avessi ignorate forse se ne sarebbero andate da sole.

Per esempio mi ero angosciata al pensiero di dover dormire con Lucilla.

Avevo avuto il timore che per lei fosse la norma dormire nuda e magari mi sarei svegliata con le sue tette addosso.

Quando eravamo tornati a casa per quanto stanca non mi ero nemmeno accorta di come fosse venuta a letto.

Quando aprii gli occhi la mattina lei non era nemmeno più lì. Tanti problemi per nulla.

Mi alzai e mi trascinai in bagno.

Se mi ero sentita strafiga di notte, quella mattina mi sentivo un cesso. Avevo gli occhi gonfi e la testa pesante. Avevo bevuto un drink in ogni locale, quattro, troppi per me.

Solo dopo aver fatto pipì ed essermi lavata la faccia con l'acqua fresca mi accorsi che l'appartamento era particolarmente silenzioso.

Forse Greg ancora dormiva, ma non Lucilla. Non era in camera. Dove era?

Avevo addosso solo la maglietta della notte trascorsa fuori e un paio di mutandine, frugai nella mia valigia e trovai dei pantaloncini di jeans e le mie ciabatte. Raccolsi i capelli ed ero così finalmente pronta all'esplorazione della casa alla ricerca della mia amica scomparsa.

Fu meno facile del previsto.

In salotto non c'era e nemmeno in cucina, sbirciai nella camera di Greg, che era vuota... il letto rifatto e anche lui era sparito. C'era una porta chiusa, doveva essere la stanza della terza coinquilina. Non osai aprirla e tantomeno bussare. Magari era già tornata come era stato annunciato e se davvero aveva un carattere particolare era meglio non scoprirlo con un'improvvisata.

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