Capitolo 7

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Il resto del pomeriggio rimanemmo a parlare sul divano tutti e tre.

Fu bello. Greg era molto socievole e faceva di tutto per farmi sentire a mio agio. Lo apprezzai molto.

Non era però paragonabile al piacere che provavo nel riscoprire Lucilla. Minuto dopo minuto il nostro rapporto riprendeva forza e intimità, lo percepivo. Stavo bene e non potei fare a meno di domandarmi come fossi riuscita a sopravvivere lontana dalla mia amica così a lungo.

Per lo più parlammo di argomenti futili. Lucilla spalleggiata da Greg mi parlò della vita a Milano, aneddoti divertenti sui vicini o su gente comune incontrata semplicemente per strada. Io raccontai dell'università e di come mi trovavo a vivere fuori casa, non troppo bene. Lucilla ci rimase un po' male e Greg mi diede dei consigli per resistere alla lontananza del nido. Emerse poi che avevano in casa anche una terza coinquilina, Mary, una tipa con un certo caratterino. Non mi svelarono molto di lei... sarebbe rientrata il giorno dopo e dovevo assolutamente conoscerla di persona. Mi venne una tale curiosità!

Insomma mi sentivo quasi a casa.

Greg era un grande.

Verso quel ragazzo provavo un forte senso di fiducia e una simpatia a pelle.

Il merito della mia ritrovata pace interiore rimaneva di Lucilla.

Malgrado tutto vi era un'ombra, una sfumatura scura impossibile da delineare. Era come un imbarazzo silente che ci impediva di recuperare a pieno l'alchimia di cui eravamo capaci... forse avevamo bisogno di ancora un po' di tempo... o forse era altro a impedirci di ritrovare il perfetto equilibrio... un elemento estraneo al nostro mondo.

Forse era proprio Greg.

Se a Lucilla non ero mancata tanto era perché in lui aveva trovato un sostituto a me... e pensandoci era perfetto per sostituirmi. Sarebbe stato per lei sempre e solo un amico... di cui esserne eternamente attratta.

Prima di potermi sentire gelosa elaborai un altro pensiero che mi fece arrossire violentemente. Quella ragionamento nascondeva una verità che non avevo mai voluto affrontare.

- Tutto ok Elena? Ti senti poco bene?

Gregorio aveva notato il piccolo disagio in cui mi ero imbattuta mentalmente, lo aveva scambiato per un malore o semplicemente voleva accertarsi che non lo fosse.

- Sì... tutto ok.

- E' il caldo? Vuoi che chiudiamo le finestre e accendiamo l'aria condizionata?

- No... non è necessario.

Già Lucilla mi stava fissando con uno sguardo indagatore. Mi rivolsi subito a lei per tranquillizzarla.

- Ti giuro che sto bene.

- Lo sai che a me non piace l'aria condizionata.

Sembrava che si sentisse in colpa.

- Non è necessaria infatti.

Ed era così. C'era caldo, ma l'appartamento all'ultimo piano godeva di una corrente d'aria che lo rendeva vivibile.

Lucilla si tranquillizzò ed esibì un sorriso sornione.

- Vuoi farti una doccia Ele?

Intimidita esitai a rispondere.

- Magari...

- Sei sudata e puzzi. Se ti fai la doccia... dopo ci facciamo la versione di latino.

Solo dopo quella frase bizzarra ricordai.

Alludeva ad una situazione molto precisa.

Quel giorno in cui mi aveva rivolto parole simili era cominciata la nostra vera amicizia.

LucillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora