Capitolo 25- SAN MUNGO

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James aprì gli occhi e mise a fuoco la stanza. Era bianca, sembrava l'infermeria della scuola, ma il letto su cui era sdraiato era azzurro anzichè chiaro come quelli di Hogwarts. Un uomo con un lungo camice aperto sul davanti entrò con in mano dei fogli e quando si accorse che il ragazzo aveva gli occhi aperti sorrise
«Signor Potter! Finalmente si è svegliato!» esclamò il medimago, avvicinandosi al lettino.
«Come sta?» chiese ancora, vedendo che James era confuso
«Cos'è successo? Dove sono?» domandò lui, guardandosi intorno
«Lei è al San Mungo da tre giorni, da quando i mangiamorte hanno attaccato Hogsmade». Improvvisamente tutti i ricordi ritornarono alla mente del ragazzo. L'attacco, i Mangiamorte, Bellatrix, Marlene...
«Tre giorni!» esclamò sconvolto
«Dov'è Marlene? La ragazza bionda» chiese ancora. Il sorriso sul volto dell'uomo si spense
«La sua amica è in coma da tre giorni» rispose titubante «La sua situazione è grave».
Il cuore del ragazzo mancò un battito. Marlene non poteva essere in coma. Avevano bisogno di lei. Lui, Lily, gli altri, ma soprattutto Sirius. E se lei fosse.... NO. Non poteva pensare niente del genere o si sarebbe rattristato ancora di più.
«Ha degli ospiti, vuole che li faccia entrare?» domandò allora il dottore, cambiando discorso
«Si, certo» e l'uomo se ne andò. Poco dopo la porta si aprì di nuovo
«James!» una disordinata massa di capelli rosso fuoco gli saltò addosso, piangendo. Lo baciò dolcemente e lui le asciugò le lacrime
«Lily tranquilla, ora sto bene» la rassicurò accarezzandole il viso. La ragazza si alzò e lasciò il posto a due maghi di mezza età.
«Oh mio dio, James!» Euphemia abbracciò il figlio così stretto da fargli mancare il fiato. Poco dopo si allontanò e Fleamont fece lo stesso
«Mamma, papà, ora è tutto okay» li confortò James.
«Avete conosciuto Lily!» esclamò felice indicando la ragazza
«Oh si, James! Ti sei scelto una ragazza stupenda» rispose Fleamont
«E intelligente soprattutto!» aggiunse Euphemia. Le guance di Lily si colorarono di rosso e nascose la testa tra i capelli. I signori Potter lasciarono il figlio ai suoi amici finché non fu il turno di Sirius. James non sapeva se lui avrebbe voluto abbracciarlo. Non era riuscito a difendere la ragazza che amava, la donna che il suo migliore amico, anzi, che suo fratello aveva scelto tra tante. Si sentiva malissimo. Accorgendosi dell'imbarazzo tra i due, gli amici e i genitori di James uscirono dalla stanza senza farsi notare, lasciandolo solo con Sirius.
«Mi dispiace tantissimo, okay?! È tutta colpa mia se Marlene sta in coma, io..... mi sento uno schifo e...» cominciò James, con un nodo in gola, ma fu subito interrotto
«Ehi frena. Non è colpa tua, lo so io, lo sa Marl, lo sanno tutti. La colpa è solo di quella pazza di mia cugina» spiegò Sirius. Per colpa di sua cugina, lui aveva rischiato di perdere i suoi amici, suo fratello e Marlene. Marlene. Non si sapeva ancora se si sarebbe riuscita a svegliare. Ricacciò indietro le lacrime. Si avvicinò lentamente al letto di James e i due si scambiarono un abbraccio fraterno. Si lasciarono un po' imbarazzati. Sirius, a differenza dell'amico, non era mai stato una persona espansiva. Non abbracciava nessuno normalmente, non essendo cresciuto in una famiglia aperta, e in quel momento in sapeva bene come comportarsi. Per fortuna a interrompere quel momento d'imbarazzo fu la testa di Lily che irruppe dalla porta
«Ragazzi, è... è arrivato il dottore per spiegarci meglio la situazione di Marlene» disse, con voce spezzata. Prese due profondi respiri e ricominciò a parlare, più ferma
«Possiamo entrare?»
«Si certo» rispose subito James e la ragazza aprì la porta. I suoi genitori e tutti i suoi amici entrarono nella stanza, seguiti dal medimago. Stavolta però entrarono anche altri due signori, un uomo e una donna.
L'uomo era alto e robusto e incuteva timore al primo sguardo. Aveva capelli brizzolati molto folti, tenuti all'indietro con il gel, e occhi azzurri. La donna accanto a lui era l'esatto opposto. Era bassa e molto magra, e accanto all'uomo appariva ancora più minuta. I capelli erano biondi e mossi, lunghi fino alle spalle e aveva gli occhi di un castano molto scuro. A Sirius, i lineamenti del viso di quella donna, ricordarono Marlene.
«Salve noi siamo William e Emma McKinnon» disse l'uomo con tono scocciato. La moglie non era da meno. Rimase in silenzio e fredda. Anche quando Dorea e Fleamont le strinsero la mano sorridenti e cortesi, continuò a guardare tutti con sufficienza.
«Forza dottore, ci informi sulle condizioni di Marlene» disse scortese
«Emh...si. Allora la signorina è stabile per ora, ma non sappiamo ancora con certezza quando si sveglierà» spiegò il dottore.
«Combattere contro i Mangiamorte, ma come le è venuto in mente» disse Emma, ma non sembrava triste o preoccupata per la figlia, più che altro sembrava arrabbiata.
«Come scusi?» chiese Sirius, notando il tono della donna. Quando parlò, Emma spostò il suo sguardo su di lui
«Ho sentito che mia figlia frequenta Sirius Black, sei tu?» gli domandò, come se fosse la cosa peggiore del mondo. Sirius non si fece scoraggiare dall'atteggiamento aggressivo
«Si, sono io»
«Com'è potuto succedere? Mia figlia con un traditore come te!» a quel punto si intromise William, furioso.
«Io la amo!» rispose il ragazzo, scaldandosi
«E quindi? Non sei alla sua altezza» ribattè acido l'uomo. A difendere Sirius però, arrivarono Euphemia e Fleamont
«Sirius e Marlene sono fatti l'uno per l'altra» disse Fleamont deciso
«Forse dovreste sentire anche l'opinione di vostra figlia» aggiunse Euphemia. I signori Potter erano sempre molto gentili e simpatici con tutti, ma se uno dei loro figli veniva toccato allora facevano di tutto per difenderlo. Perché Sirius ormai era un secondo figlio per loro, e vedendo i due maghi affiancarlo, il ragazzo si sentì ancora di più parte di quella stupenda famiglia. Si sentì pizzicare gli occhi per la commozione.
«Voi siete dei traditori del sangue, non potete capire!» sbottò acido William. Poi si girò e uscì dalla stanza.
«State lontani da Marlene» furono le ultime parole che Emma McKinnon disse, prima di sparire dietro il marito.
«Pad, mi dispiace» James fu il primo a parlare dopo che i McKinnon se ne furono andati. Euphemia andò dal ragazzo e lo abbracciò forte.
«Sir, spero che tu sappia che Marlene è innamorata di te e non ti lascerà per un giudizio dei suoi genitori. Lo sai vero?» disse, notando l'espressione negli occhi del ragazzo. Euphemia era sempre stata molto brava a leggere le emozioni negli occhi della gente e ora in quei tempestosi occhi grigi vedeva paura, insicurezze. Sirius ingoiò rumorosamente, cercando di far sparire il groppo che aveva in gola
«Si» disse ad alta voce. Poi riabbracciò Euphemia
«E grazie» aggiunse sussurrando all'orecchio della donna, che si lasciò sfuggire una lacrima.
«Dobbiamo tornare ad Hogwarts» mormorò Lily, tristemente
«Cosa?» chiese James, confuso
«Abbiamo avuto il permesso di venirvi a trovare, ma adesso dobbiamo rientrare. La passaporta parte tra poco» spiegò Remus.
«A quel punto entrò il dottore
Ragazzi la passaporta è pronta. Lei, signor Potter, verrà dimesso domani» disse gentilmente. Lily posò le sue labbra su quelle di James
«Ci vediamo domani»
Anche gli altri lo salutarono, ma quando tutti furono usciti c'era ancora una persona nella stanza
«Non torni ad Hogwarts?» chiese James
«Non posso. Non riesco a stare lontano da lei» Sirius era appoggiato al muro. Sembrava esausto ed era più pallido che mai.
«Io sto bene. Va da lei» gli disse James. Il corvino gli rivolse un sorriso riconoscente e uscì, lasciando James solo con i suoi pensieri. Quella dell'attacco ad Hogsmade, era iniziata come una giornata stupenda. Tutti erano tranquilli e felici per la fine degli esami. Poi la calma era stata distrutta. Era stato allontanato dai suoi amici, aveva combattuto contro due mangiamorte contemporaneamente ed era stato ricoverato in ospedale per tre giorni. Ma almeno lui era sveglio. Marlene era stata torturata da Bellatrix e ora era in coma. Non si sapeva quando si sarebbe svegliata e il suo migliore amico era distrutto da tutto questo. Anche se Sirius aveva detto e ridetto che non era colpa sua, James si sentiva in colpa. Avrebbe dovuto proteggere Marlene e invece era stata lei a sorreggerlo e a dargli forza. Questi pensieri lo tormentavano, ma piano piano il sonno cominciò a farsi sentire e il ragazzo si addormentò, in mezzo ad un mare di riflessioni.

"𝐓𝐫𝐚 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐞 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐢𝐳𝐢𝐚" || 𝐭𝐡𝐞 𝐌𝐚𝐫𝐚𝐮𝐝𝐞𝐫𝐬Where stories live. Discover now