- Il professore... insomma... non era una vera relazione.

- No... ma se Sandro sapesse cosa ci ho combinato gli verrebbe un colpo pure a lui.

Il dubbio che i loro incontri avessero influito sul cuore del professore mi era sempre rimasto.

- Hai ammesso anche tu che col professore è stato un... caso... particolare, sì... lo hai fatto perché avevi quella strana fantasia di concederti ad un uomo disgustoso... certo Sandro quella fantasia non poteva soddisfarla.

- Tanto altro Sandro non poteva soddisfare.

Lo aveva lasciato proprio per il sesso.

- Va bene, non era quello giusto.

- No, non lo era... ma anche se lo fosse stato non sarebbe cambiato nulla. Me lo dici sempre anche tu Ele... sono una porca... e come tale sarei una pessima moglie... e direi anche una madre poco credibile.

Non replicai e finimmo di mangiare più o meno in silenzio. Lucilla era così tranquilla, mi chiedevo come ci riuscisse. A me quei discorsi mi agitavano.

- Sono giornate così belle, domani potremmo fare una gita da qualche parte. Ti va Ele?

- Sì... come vuoi.

- Può venire anche Topo.

- Non è che ha da studiare?

- Per una volta salterà. A proposito il tuo esame come è andato?

Avevo preso un voto mediocre, mi rovinava un po' la media, ma pur di essere libera di andare dalla mia amica lo avrei accettato pure più basso.

- Bene. E a te come va l'università?

Era dal mio arrivo che volevo chiederglielo.

- Potrebbe andare meglio, ma non mi lamento.

- Immagino che tu abbia già finito tutti gli esami dell'anno se non hai da studiare, quindi al di là dei voti sei stata brava direi.

Non c'erano tanti argomenti in grado di mettere in difficoltà Lucilla, perciò quando la vidi tentennare capii che qualcosa non andava.

- Lucy... quanti ne hai dati?

- Due... quasi... diciamo uno e mezzo.

- Uno e mezzo?!

Sbuffò e sputò il rospo.

- Uno e l'altro devo dare l'orale... magari a settembre. Vedremo.

- Stai rimandando gli studi per me? Non voglio.

- Ele... non è a causa tua... e non preoccuparti. Ho tutto sotto controllo.

- Se vuoi posso aiutarti a studiare... mi farebbe piacere.

- Elena lascia stare.

Sbuffò ancora e si alzò per sparecchiare la tavola. Feci per imitarla, ma lei me lo impedì.

- Stai seduta, ci penso io.

Obbedii.

Lucilla che riempiva la lavastoviglie poteva essere un perfetto numero di burlesque. Dal grembiulino le uscivano i seni e sovente si chinava esibendo il suo fondoschiena ben poco coperto dal minuscolo perizoma.

Non era una massaia comune. Non riuscii a trattenere la domanda invadente per eccellenza.

- Prima o poi metterai un po' la testa a posto?

Temetti che si seccasse, invece mi rispose senza battere ciglio.

- Non posso saperlo Ele.

- Se succede magari poi ti sposi.

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