3. Sosta

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Le poche cose che Danrie ricordava del castello di Maz erano al loro posto. Le mura, così fuori posto sulla riva del lago, sembravano non soffrire ancora dell'incuria del tempo. Le bandiere e vessilli vari gettavano ancora ombra sul cortile e sembrava che il numero fosse aumentato dall'ultima volta che era passata sotto quei "panni stesi", come li chiamava Lando. Diede la colpa, o il merito, alla ritirata dell'Impero per salvare il salvabile dalla cavalcata della Nuova Repubblica, lasciando così campo libero a nuove bande e organizzazioni meno schierate.

Insomma, gli affari di Maz dovevano andare a gonfie vele.

- Sapete il piano, non fate scherzi. - si raccomandò Han, mentre passavano sotto le bandiere.

- Entriamo, ci sediamo, ordiniamo un giro di birra e poi parliamo con Maz del deposito. - rispose Lando, prima che Danrie potesse dire che no, non aveva la più pallida idea di quale fosse il piano o del perchè avevano tanto bisogno di parlare con Maz.

- Sì, anche, ma soprattutto, niente mozze azzardate, lasciate parlare me e per l'amor delle stelle, non fissate.

- Cosa? - domandò Luke.

- Niente. Non c'è tempo di gestire una rissa. - rispose seccamente Lando. 

- Com'è il vitto qui? - gli domandò Danrie, mentre erano rimasti indietro, rispetto a Han e Luke che guadagnavano l'ingresso.

- L'ultima volta, ricordo che la birra ti era piaciuta. - rispose quello, con un tono che non la convinse per niente.

Era sicura che l'ultima volta il locale non fosse così affollato. Le sembrava impossibile seguire gli altri senza rischiare di pestare i piedi a qualcuno o inciampare in qualche cliente che a malapena le arrivava al ginocchio. La musica a tutto volume e il chiacchiericcio non aiutavano poi a rendere l'ambiente accogliente, almeno per i gusti di Danrie. Mentre si guardava intorno, senza fissare nessuno, realizzò che in quella moltitudine di facce più o meno amichevoli, non avrebbe mai riconosciuto Maz. Ma l'aveva mai conosciuta, o era solo un personaggio nei monologhi di Lando? Era in preda al terrore che Maz fosse il sullustiano a cui aveva pestato uno stivale tre passi prima, quando Luke davanti a lei si fermò di colpo, facendo fermare lei e Lando alle sue spalle. Non ebbe il tempo di chiedere che cosa fosse successo, perché Luke si fosse fermato e così Han, da come potè notare sbirciando oltre la spalla del Jedi.

- Han Solo!

Nel locale calò il silenzio e persino i musicisti si fermarono. Tutti gli avventori, persino quelli già persi nei fumi dell'alcool si voltarono verso i quattro. Lando salutò tutti con un cenno della mano, mentre Han alzò gli occhi al cielo.

- Hey, Maz!

Mentre la padrona di casa li raggiungeva, dribblando tavoli e clienti molto meglio di come aveva fatto Danrie fino a quel momento, il chiacchiericcio si risvegliò romboante e la band riprese a suonare come se nulla fosse.

- Dov'è Chewbacca? - chiese Maz, guardando Han dal basso all'alto con l'aria di essere più alta di lui di un paio di metri. In realtà era molto più piccola e minuta di quello che Danrie aveva congetturato.

- Su Kashyyyk. - tagliò corto Han. - Avremmo biso...

- Avete portato compagnia, vedo. - osservò, passando lo sguardo su Luke e Danrie il tempo di un secondo.

- Sì, avremmo bisogno del tuo aiuto. Disperatamente.

- E di un tavolo. - aggiunse Lando, appoggiandosi alla spalla di Han. - Non vorrai certo farti stare in piedi, vero?

Maz si guardò intorno e, notando l'ovvio, ossia che tutti i tavoli erano tutti pieni, fissò Lando come un Splox che fissa un Bogling prima di trasformarlo in cena: - Il bancone è libero, vi farete andare bene il bancone.

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