Betrayal

289 22 39
                                    

Il sole splendeva alto in cielo e la luce filtrava attraverso la grande finestra situata al lato destro della stanza.
Presi tra la mani la tazza di thè che poco prima la cameriera aveva appoggiato sul mio tavolino.
La mia camera da letto era una sorta di camera dei segreti, in quanto dentro ad essa erano racchiusi tradimenti, menzogne e pianti.
Per quanto lo desiderassi, non fu qui che ebbi la mia prima volta. Anzi, mi sarebbe andato bene qualsiasi posto apparte quello in cui l'avevo realmente fatto.

"Pensi ancora alla scopata nel letto di Duncan?"
Mi chiese sghignazzando Amy.

Io la guardai male e appoggiai le gambe sul letto, senza togliermi i tacchi beige che avevo ai piedi.
Al solo ricordo di quella sera mi veniva da vomitare ma non per la persona con cui l'avevo fatto. A me lui piaceva ma sapevo e so tutt'ora che quello che provavo non era amore, ci si avvicinava ma no.

"Purtroppo si."
Le risposi io socchiudendo per un secondo gli occhi.

"Vi ricordate la sua faccia quando l'ha scoperto? Esilarante."
Rise Heather, abbassando la testa per le troppe risate.

A quel pensiero feci anche io un piccolo sorriso. Quando lo scoprì era talmente furioso che tirò un violento pugno al muro della scuola, c'è ancora la crepa.
Ho sempre pensato che il motivo della sua rabbia fosse collegato a quello che successe sotto le sue coperte, ma non ne fui mai troppo sicura.

"In quel momento quasi provavo pena per lui, quasi."
Aggiunse Heather sdraiandosi di fianco ad Amy.

Guardai svogliatamente l'ora sullo schermo del telefonino e scattai subito in piedi. Ero già quasi in ritardo.
Presi la giacca e corsi fuori dalla stanza.

"Vai Cenerentola il tuo principe azzurro ti aspetta!"
Mi prese in giro Amy ridendo.

Uscii di casa e corsi verso la villa dei Nelson o meglio della signora Nelson, visto che il padre e la madre di Duncan avevano divorziato due anni prima.
Suonai al campanello e ad aprirmi, stranamente, fu proprio la signora Aubrey Jane Nelson, che altri non era la madre di Dyncan e la migliore amica della mia.
Lily Georgina Ginger Barlow non era certo una delle persone più socievoli del pianeta, ma non era neanche la peggiore in assoluto. In realtà, per quanto mi costi ammetterlo, io ero decisamente più cattiva di lei.

"Ciao cara, Duncan è in camera sua."
Mi disse la Aubrey facendomi entrare in casa.

La ringraziai e salii le scale della grande villa dei Nelson. Il pavimento in marmo era lucido e pulito, sembrava di camminare sul ghiaccio.

"Ma buongiorno, scommetto che non vedevi l'ora di rivedere questo letto vero?"
Mi chiese ironico indicando con un cenno del capo il grande letto matrimoniale situato al centro della camera.

"Ti ho già chiesto scusa un milione di volte!"
Replicai io scansandolo e entrando nella stanza.

"In realtà non l'hai fatto nemmeno una volta."
Precisò lui chiudendo la porta.

"Non ad alta voce."
Lo corressi io.

"Adessi basta però, dimmi quello che sai."
Sbottai io sedendomi sul letto.

Lui prese un cuscino, lo posizionò di fianco al letto e si sedette sopra ad esso.
Io feci una smorfia e lo guardai male.

"Ancora con questa storia? Sono passati quattro anni!"
Dissi alzando gli occhi al cielo.

"Io non dimentico."
Mi rispose socchiudendo gli occhi in due fessure e guardandomi male.

"Quindi sei proprio sicura di voler sapere cos'è successo il sedici luglio?"
Mi chiese avvicinandosi a me.

Io annuì silenziosamente e mi sistemai il costoso vestito violetto che indossavo quel giorno. Per alcuni potrà sembrare strano il fatto che indossassimo sempre vestiti firmati, ma era il nostro modo di essere. Come l'accesso all'alcool, i nostri genitori hanno smelre sostenuto che più ne avevessimo accesso più avremmo capito quanto fosse pericoloso.

"Il tuo bel fidanzatino e la tua cara migliore amica l'hanno fatto sulla parete di un bar."
Mi sussurrò all'orecchio.

Rimasi paralizzata per qualche secondo per poi stringere i pugni, facendomi diventare le nocche bianche.

"Adesso ci dovrebbe essere la parte in cui tu piangi disperata."
Mi disse il punk scrollandomi le spalle.

Io lo presi per il polso e lo portai insieme a me fuori dalla lussuosa villa, nessuno dei due disse una sola parola durante il tragitto del nostro breve viaggio.
La meta? La casa di Scott Montana.
Ma come osava? Pensava davvero di poter tradire Courtney Emily-Claire Barlow e farla franca?
Bhe forse non aveva capito bene con chi aveva a che fare.
Perché avevo trascinato anche Duncan?
Quello era solo per avere supporto morale per quando avrei preso a calci quel, probabile, maniaco.

Arrivamo davanti alla villa e suonai frettolosamente alla porta. Ad aprirci fu la sorella di Scott, Emily. Che non degna neanche di uno sguardo. La scansai e, quasi, corsi verso la camera da letto di quel bastardo insensibile.
Spalancai la porta, tenendo ancora stretto il polso del mio compagno d'avventura.

"Ehy Courtney Duncan cosa ci fat-"
Non lo feci neanche finire di parlare che già gli tirai il primo calcio nei gioielli.

"Ma sei pazza!?"
Mi gridò contro quando si fu ripreso.

"Sei un bastardo! Uno stronzo! Ti sembra normale che io torno a casa dopo tre mesi passati in collegio e cosa scopro? Che il mio ragazzo è andato a letto con la mia migliore amica!? Ti faccio mangiare tutti i vestiti, traditore!"
Gli sbraitai contro mollandoli una sberla sulla guancia.

"Tu!?"
Urlò Scott in direzione del punk.

"Cosa ti aspettavi? Io non sono onesto, pensavi davvero che avrei mantenuto la promessa?"
Lo derise Duncan.

"Andiamo via Courtney, è meglio fidati."
Disse il punk afferrandomi la mano, attorcigliando le sue dita con le mie.

I SOLDI NON COMPRANO L'AMORE Where stories live. Discover now