30.

757 34 16
                                    

*Ashley's pov*

Era passato un mese dalla "notte dei cuscini" e non era successo più niente. Minho, Rebeka e Thomas andavano nel labirinto ogni giorno e tutto era uguale al giorno prima, senza nessuna traccia dei dolenti. Newt e Rebeka passavano sempre più tempo insieme e sembravano felici, ma io sapevo bene che erano entrambi turbati da quell'attesa. Minho cercava di non darlo a  vedere ma era quello più distrutto di tutti, dopo anni passati a correre nel Labirinto vedendo sempre le stesse cose, dopo quella notte aveva avuto una speranza, che poi non si è avverata. Io e Thomas eravamo sempre insieme, continuavo ad avere paura di lasciarlo andare nel Labirinto, ma lui ogni mattina mi baciava e mi diceva che sarebbe andato tutto bene, mentre io la sera lo aspettavo davanti alle porte e lo salutavo con il solito abbraccio. Cercavamo sempre di non pensare a quello che avevamo fatto prima del Labirinto, ma ogni notte tornava in mente ad entrambi, così avevamo preso l'abitudine di dormire abbracciati. Cercavamo di divertirci, per quanto possibile, ma sapevamo benissimo che non sarebbe durato.
Ero appena arrivata all'Adunanza, in cui avevo incluso anche Rebeka e Thomas, quando Minho lanciò sul tavolo l'oggetto preso dal Dolente morto. Io lo guardai interrogativo e lui incrociò le braccia.
"Dobbiamo usarlo" disse fermo.
"No" ribattei io.
"Non sapete neanche che cosa sia! E se fosse qualcosa di pericoloso? Magari una volta messo nel Labirinto funziona come un segnalatore e gli altri Dolenti vi attaccano." Gally e io per una volta la pensavamo uguale. Non sapevamo cosa fosse e potrebbe essere qualcosa di pericoloso. Non potevo permettere che morissero altre persone.
"Abbiamo aspettato come ci hai ordinato di fare, per un mese non è successo niente. È arrivato il momento di capire a cosa servono quei cosi" ribattè Minho. Io sospirai mentre Gally discuteva con Thomas. Sapevo che avevano ragione, poteva essere pericoloso ma poteva anche essere l'unico modo per uscire da lì.
"Va bene, domani andremo nel Labirinto e vedremo di capirci qualcosa" dissi alla fine mentre calava il silenzio è alcuni Intendenti annuivano.
"Noi non andiamo da nessuna parte, tu resti qui" disse Thomas guardandomi dritto negli occhi. "Se c'è qualcosa da trovare lo faremo ma tu non puoi venire"
"Quindi tu puoi andare lì dentro ogni giorno e io no?" chiesi io mentre Minho sorrideva.
"Sei brava con le armi bellezza, ma in confronto a noi sei lenta. Non ci saresti d'aiuto" commentò lui. Io sospirai di nuovo. Aveva ragione anche sta volta. Quanto era irritante quel ragazzo.
"Va bene, ma sta volta non andrete disarmati chiaro?" ordinai sforzandomi di sorridere "Se non ci sono problemi, ovviamente escluso Gally, potete andare"
Quest'ultimo mi lanciò un'occhiataccia.
"Alby non farebbe così" sputò fuori prima di andarsene. Io aspettai che fossero tutti fuori per accasciarmi sulla sedia dietro di me. Thomas si avvicinò e si inginocchiò davanti a me, mettendomi una mano sul ginocchio.
"Non ascoltarlo, sa solo dire 'tu non sai farlo' ma lui non saprebbe neanche da dove iniziare. Hai tenuto tutto sotto controllo meglio di come aveva fatto Alby." Disse mettendomi una mano sulla guancia "Sono fiero di te"
Io mi avvicinai e lo baciai. Si staccò quasi subito aggrottando le sopracciglia e fissandomi in modo strano. Io risi sottovoce.
"Che c'è?" chiesi io spostandogli un ciuffo di capelli troppi cresciuti dalla fronte.
"Niente stavo solo..." iniziò lui "Cosa vorresti fare se potessi riavere indietro la tua vita prima di qui? Una vita normale intendo, come due normali adolescenti"
Io lo guardai un attimo, non era la prima domanda del genere che mi rivolgeva e io non sapevo mai che cosa rispondere, ma sta volta si. Ci avevo pensato per così tanto tempo che ormai sapevo la risposta a memoria.
"Mi piacerebbe andare a comprare dei vestiti con le amiche, o semplicemente uscire con delle amiche. Avere una giornata tranquilla a leggere un libro o vedere un film, oppure andare a scuola." Dissi sospirando, ma poi mi venne spontaneo sorridere "So che sembra stupido, ma una delle cose che ho sempre voluto fare è partecipare ad un ballo"
Lui scoppiò a ridere.
"Chissà cosa si prova ad entrare nella sala, magari con un vestito lungo e rosso, e vedere il tuo ragazzo in smoking che ti aspetta con la mano tesa per passare la serata insieme, semplicemente a ballare."
Lui sembrò pensarci su un attimo seriamente, poi una scintilla gli attraversò gli occhi e assunse un sorriso complice, Conoscevo quell'espressione fin troppo bene, significava: "sto per fare qualcosa di stupido" o "ho appena avuto un idea per darti fastidio che so che adorerai."
Si mise in piedi e mi porse la mano.
"Accetterebbe di ballare con me, signorina?" chiese fingendo una voce profonda. Io sorrisi e accettai la mano alzandomi in piedi. Mise una mano sulla mia vita mentre l'altra la intrecciò in aria con la mia. Dopodiché iniziò ad ondeggiare lentamente. Io sorrisi nel vedere la mente corrucciata mentre cercava di ricordare qualche passo.
"Come facciamo a ballare senza la musica?" chiesi io ridendo. Lui mi sorrise e iniziò ad intonare dei 'tum tum tum' stonati e senza ritmo, così io non riuscì a trattenere una risata.
"Basta ti prego" risi io "Fai schifo a cantare". Lui lasciò la presa dai miei fianchi e mi spinse lontano da lui tenendomi con una mano e facendomi girare su me stessa. Io ritornai verso di lui ridendo e dopo un paio di altri passi appoggiai la testa al suo petto. Il ballo era diventato più lento, stavano praticamente barcollando e basta, ma io mi sentivo protetta e felice tra le sue braccia.
"Grazie" sussurrai stringendomi ancora a lui.
"Ti amo" sussurrò Thomas in risposta lasciandomi un bacio sulla fronte.
"Anche io" risposi sprofondando di nuovo nel suo petto. Lui mi accarezzò i capelli e io rimasi immobile, semplicemente a godermi il bel momento.

Maze Runner || TWO GIRLS IN THE GLADEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora