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*Rebeka's pov*

Quando la porta si aprì rivelò un corridoio vuoto con le pareti bianche e le luci a led dello stesso colore mal funzionanti. Dopo tutto quello che avevamo passato mi aspettavo quasi che un Dolente potesse sbucare fuori da un'angolo. Nonostante il dolore e la paura sbucammo fuori e iniziammo a camminare, io ancora mano nella mano con Newt.
Passarono minuti interminabili prima di arrivare ad un vicolo cieco. Mi girai a guardare il gruppo: altre 14 o 15 persone mi seguivano, con gli occhi sgranati e i vestiti logori e sporchi. Eravamo meno di 4/5 dei ragazzi che erano partiti. Cercai di concentrarmi sui miei amici presenti, prima Chuck, con le guance rosee che teneva stretta la lancia al petto, Minho e Thomas in testa al gruppo con i muscoli tesi al minimo rumore, Newt che zoppicava accanto a me e fu in quel momento che sentii un senso di rimorso opprimente. Ashley, mancava lei. Arrivammo di fronte ad una porta con sopra un'insegna luminosa rovinata e impolverata su cui si leggeva chiaramente la parola 'uscita'.
"Stanno scherzando?" chiese ironico Minho. Thomas fece per aprire la porta ma vidi l'emozione spegnersi nei suoi occhi. Sapevo a che stava pensando, come tutti gli altri. Gli misi una mano sulla spalla mentre lui girava la testa per non far vedere gli occhi lucidi.
"Dovrebbe essere qui" mormorò lui.
"Sarebbe fiera di noi" risposi io guardando gli altri uno ad uno. Poi aprì la porta.
La prima cosa che mi saltò all'occhio furono i vetri rotti per terra. Ci trovavamo in quello che aveva tutta l'aria di essere un laboratorio, con pareti bianche, monitor e scrivanie. Molti corpi erano a terra e sul camice di una donna bionda di mezza età lessi: WCKD. Andando avanti sui monitor c'erano visuali del labirinto attuali, credo, e comandi che intuii servissero a controllare i dolenti.
"Mi ricordo" disse Thomas all'improvviso "Io lavoravo qui"
Tutti si concentrarono su di lui e all'inizio pensai anche di provare a consolarlo o almeno di chiedere cosa avremmo fatto adesso, ma i miei pensieri vennero interrotti da un grido soffocato non molto lontano da noi. Tutti tesero i muscoli e sgranarono gli occhi. Io alzai l'arma e mi diressi per prima in direzione delle urla. Continuarono gemiti soffocati e singhiozzi, che più ci avvicinavamo più si intensificavano. Sorpassai un paio di corpi e arrivai davanti ad una porta a vetri non rotta. Minho la aprì di scatto e io entrai con l'arma alzata. Rimasi pietrificata e sentii il cuore alleggerirsi. Lasciai cadere il coltello e mi portai una mano alla bocca mentre sentivo le guance inondarsi di lacrime. Ashley era seduta su una sedia, a cui era legata mani e piedi, con un fazzoletto alla bocca, gli abiti logori, la faccia rossa e le lacrime che sgorgavano sul viso. Appena ci vide smise immediatamente di urlare e le si illuminarono gli occhi. Thomas entrò nella stanza subito dopo di me e rimase immobile, seguito dagli altri. Ashley ricominciò a singhiozzare e io corsi a slacciare i ganci che la tenevano ferma, aiutata poi da Thomas, Minho e Newt. Avevo il cuore che batteva a mille e non riuscivo a credere a ciò che vedevo. Era viva. Appena finimmo di slegarla e le tolsi il bavaglio si gettò sulle ginocchia e io mi accovacciai accanto a lei e la strinsi a me. Stavamo entrambe piangendo, per la gioia o per l'emozione, o per sapere di essere entrambe vive. L'aiutai ad alzarsi e corse incontro a Thomas, che aveva gli occhi gonfi e non riusciva a smettere di sorridere. Poi seguirono Minho, Newt, Chuck e tutti gli altri.

Maze Runner || TWO GIRLS IN THE GLADEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora