Nove

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«Byakuya, senti, posso spiegare-»

«Davvero, non ce ne è bisogno. Perfavore, torna con Kotori, non è bello lasciare una signora da sola così.»

«No, non capisci.»

«Cosa non capisco? Te lo posso dire io cosa non capisco: te. Non capisco i tuoi comportamenti. Per un attimo ho avuto la presunzione di pensare che certi comportamenti, certi modi di fare li avessi solo con me e mi sentivo molto fortunato. Ora capisco che non erano nulla di speciale. No, non ho voglia di ascoltarti adesso, veramente, va bene. Torna da Kotori, io torno in albergo, sono abbastanza stanco. Ah, e se hai paura di avere ripercussioni di qualsiasi tipo e che io abusi dei miei poteri, tranquillo, sono una persona corretta. So passare oltre questo genere di cose, anche se alla gente sembra impossibile crederci.» Il tono di Byakuya era glaciale, duro; non lasciò a Makoto il tempo di spiegarsi. Non voleva sentirlo giustificarsi, non gli importava. Era certo di ciò che aveva visto, non voleva scuse inutili. 

Alla fine andava bene così; era stato sciocco sperare che fosse nato qualcosa fra i due, o che potesse nascere. Prima di andarsene, il biondo lanciò un'occhiata a Makoto e poteva giurare di aver visto qualcosa spezzarsi negli occhi del ragazzo. Ma Byakuya era testardo e continuò per la sua strada, lasciando la cena e tornando in albergo da solo. Una volta nella propria stanza andò a farsi una doccia, nel disperato tentativo di calmarsi, ma non funzionò. Continuava a pensare all'espressione distrutta che aveva visto sul volto di Makoto prima di andarsene, chiedendosi se non fosse stato lui stesso a sbagliare. Voleva fare la persona matura, lasciando Makoto con la donna e non immischiandosi, facendo finta che non gli importasse; ma aveva solo finito col sembrare un bambino capriccioso che si rifiutava di ascoltare chi cercava di parlargli. Sperava che Makoto tornasse in camera presto, così da poter chiarire, ma ormai era passata un'ora e di lui nessuna traccia. Gli scrisse un messaggio, cercando di rimanere serio e senza far trapelare troppo la sua preoccupazione.

[Byakuya] Vorrei parlare con te il prima possibile. Perfavore torna in camera. Ti aspetto.

Dopo un quarto d'ora nessuna risposta, ma il ragazzo aveva visualizzato.

[Byakuya] So che hai visto il messaggio. Perfavore rispondimi il prima possibile.

Anche quel messaggio venne visualizzato senza risposta. Ogni venti minuti circa, Byakuya mandava un'altro messaggio, la sua preoccupazione sempre più apparente ed opprimente. Perché Makoto non gli rispondeva? Ormai erano passate due ore e mezza, era successo qualcosa? Si era sentito male? O era così arrabbiato da non rispondergli?

Byakuya continuava a camminare per la stanza senza sosta, irrequieto e preoccupato. Se fosse successo qualcosa a Makoto non se lo sarebbe mai perdonato, soprattutto dopo la loro discussione. Si sentiva impazzire, voleva uscire ed andare a cercare il ragazzo. Stava per mandare l'ennesimo messaggio quando sentì la porta aprirsi lentamente. La sua testa scattò su, fissando la porta dalla quale stava entrando Makoto a capo chino. Byakuya si affrettò ad andargli in contro, ma Makoto alzò le mani, come per fermarlo. Quando finalmente il segretario alzò il viso, il biondo vide l'espressione distrutta che aveva in volto: gli occhi erano lucidi ed arrossati, così come le sue guance. Standogli vicino Byakuya sentiva l'odore di alcool che aveva addosso. Non avrebbe mai pensato che Makoto potesse essere il tipo che si ubriacava quando le cose andavano male, ma forse quella sera era un'eccezione.

«Senti...so che vedermi arrivare in questo stato fa un po' schifo. Mi faccio schifo io.» Makoto chiuse la porta dietro di sé, appoggiandocisi con la schiena e alzando la testa a guardare Byakuya.

«So anche che quello che hai visto poteva sembrare...veramente molto equivoco, non lo nego. Ma io non c'entro, devi credermi! È...è che ha iniziato tutto lei e io non sono stato veloce abbastanza da agire e non capivo come reagire per non essere scortese ma anche per farla smettere e...io non mi comporto come con te con tutti! Quello che faccio con te lo faccio perché...a te ci tengo okay? Però forse ora ho rovinato tutto, insomma tu sei arrabbiato e hai ragione e...e...»

Byakuya interruppe il ragazzo che sembrava stare per mettersi a piangere.

«Makoto, perfavore, respira, va tutto bene.»

«Non é vero, io sono ubriaco marcio e sembro ridicolo, è che ero nervoso e avevo paura a rientrare subito in camera e volevo lasciarti il tuo spazio e-» Byakuya lo fermò, mettendogli una mano sulla spalla e stringendola leggermente, per attirare la sua attenzione.

«Makoto, dico davvero. Non sono arrabbiato con te, non ne ho realmente motivo. Sono più arrabbiato con me stesso per essermi comportato come un emerito idiota. Avrei dovuto lasciarti parlare e ascoltare la tua versione, invece che intestardirmi a rimanere nelle mie bieche convinzioni. Va tutto bene.» La voce di Byakuya non era mai stata tanto calma e comprensiva, il segretario quasi non se lo aspettava. Makoto guardò Byakuya negli occhi, il quale gli sorrise leggermente, cercando di fargli capire che ormai era acqua passata, che era tutto a posto.

«Possiamo...dimenticarci di questa serata? Voglio tornare come prima...» Makoto mormorò l'ultimo pezzo della frase, abbassando lo sguardo come e avesse detto una bestialità di cui si vergognava. Come per meglio spiegarsi, andò a spostare la propria mano su quella di Byakuya, ancora appoggiata sulla sua spalla e la strinse leggermente, portandosela alla guancia. Il biondo capì.

«Vuoi una mano a sistemarti? Hai bisogno di riposare, sei distrutto.» Il tono di Byakuya era più leggero, quasi scherzoso, nel tentativo di alleggerire l'atmosfera.

«Forse ce la faccio da solo. Insomma dubito di essere messo così male, andiamo.» Il ragazzo ridacchiò, sedendosi sul letto e iniziando a cambiarsi, anche se con fatica. I suoi movimenti erano scoordinati, e faticava a slacciarsi i bottoni. Dopo qualche tentativo fallito alzò lo sguardo verso Byakuya, con la stessa espressione di un cucciolo bastonato. Era troppo imbarazzato per parlare, vergognandosi di essersi ridotto così e di farsi vedere in quel modo da Byakuya; il biondo, però, non diede peso alla cosa, non gli importava. Lui e Makoto si erano chiariti, era tutto a posto; non avrebbe cambiato la sua opinione nei confronti del ragazzo per una cosa simile. Si sedette vicino a lui sul letto, iniziando a sbottonargli la camicia a partire dal colletto; ma non appena arrivò al secondo bottone, sentì Makoto irrigidirsi e il ragazzo gli prese il polso di scatto.

«C'è...c'è una cosa che non ti ho detto...Lo avrei fatto prima o poi, ma non sapevo quando fosse meglio...ti prego, ti prego promettimi che non cambierai opinione su di me...»

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Questa non sarebbe mai stata una fanfic angst a lungo, volevo fare qualcosa di molto fluff.

Comunque siamo quasi alla fine! Manca un capitolo e poi l'epilogo!

I brought you coffee-fanfic Naegami (ITA)Where stories live. Discover now