Otto

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Ogni giorno Byakuya era sempre più convinto che chiedere a Makoto di accompagnarlo in quel viaggio fosse stata l'idea migliore che aveva avuto. I due si ritrovavano ogni sera a parlare fino a tardi nel letto, guardando il soffitto, raccontandosi le storie del loro passato, ogni cosa che gli passava per la testa. In quei quattro giorni Byakuya si era aperto con Makoto più di quello che si sarebbe aspettato e, nonostante le sue paure iniziali, non se ne pentiva minimamente. Ormai si fidava veramente del moro, non aveva paura di venire tradito.

Era il quinto e ultimo giorno della loro permanenza, sarebbero partiti il pomeriggio del giorno dopo. Per la sera era in programma una cena galante e Byakuya aveva un piano. Si sarebbe svolta in un palazzo lì vicino e sarebbe stato possibile accedere ad un bellissimo balcone che dava su tutta la città. Il rampollo aveva scoperto, grazie a Touko che era amica della sorella di Makoto, che il ragazzo aveva un lato abbastanza romantico; sotto guida e consiglio della scrittrice aveva deciso di tentare il "gran colpo" su quel balcone, dove li avrebbe circondati un'atmosfera abbastanza romantica. All'inizio Byakuya non era sicuro, c'era comunque la possibilità che qualcuno li importunasse, dato che non sarebbero stati soli; ma alla fine si lasciò convincere, soprattutto visto che il suo desiderio era fare qualcosa di carino per Makoto.

Era abbastanza sicuro che sarebbe andato tutto bene; o almeno era quello che captava dai comportamenti di Makoto: il ragazzo era affettuoso ed espansivo con lui, molto più di quanto lo fosse prima di quel viaggio. Spesso durante le loro chiacchierate notturne si ritrovavano mano nella mano, oppure il ragazzo avvicinava la testa alla spalla di Byakuya, a volte appoggiandocisi sopra direttamente, altre volte accontentandosi di stargli a fianco. Era sempre Makoto ad iniziare certe dimostrazioni di affetto, che erano ancora un ostacolo per Byakuya. Non era che non le apprezzasse, anzi; gli veniva solo difficile fare certe cose per primo. Si stava ancora abituando.

«Ormai mi dovrei essere abituato a stare in mezzo a quella gente importante, ma a pensare a stasera sono comunque in ansia.» Osservò Makoto con una risata nervosa, uscendo dal bagno mentre si sistemava la camicia nei pantaloni ed andando a cercare la propria giacca nell'armadio.

Non sai quanto lo sia io in questo momento. Togami non si era mai sentito così stressato, sentiva le propria interiora ora contorcersi, ora raffreddarsi di colpo. Fortunatamente era molto bravo a mascherarlo e il suo viso e le sue azioni non lasciavano trapelare nulla. «Dopo un bicchiere di vino ti sentirai più rilassato.»

«In effetti hai ragione, o almeno sarò così brillo da fregarmene completamente! Ah...ovviamente scherzo, non voglio rovinare la serata.» Makoto si era pentito subito della battuta, temendo che Byakuya lo trovasse inopportuno e rozzo. «Dubito fortemente che la rovineresti. Dei due la renderesti più interessante.» Il biondo abbozzò un sorriso, rivolgendolo all'altro che sembrò calmarsi.

Arrivarono alla cena che quasi tutti gli invitati erano già intenti a conversare fra loro, girando per il grande salone e fermandosi ogni tanto al tavolo del buffet. Davanti a quel tavolo Makoto; sembrava un bambino, occhi pieni di meraviglia alla vista di tanti cibi così diversi e tutti così allettanti. Byakuya non prese molto da mangiare, non aveva fame, ma Makoto mangiò abbastanza per entrambi, riempiendosi il piatto più volte.

Nonostante lo stato di stress in cui Byakuya si trovava, riuscì comunque a godersi la serata, anche se verso la fine perse di vista Makoto, distratto da due colleghi che avevano iniziato a fargli domande. Il segretario era uscito sul balcone, appoggiandosi alla balaustra per prendere una boccata d'aria ed ammirare il panorama, felice della serata che stava passando.

«Che ci fai qui fuori tutto solo?» Makoto si voltò, trovandosi davanti una bella donna dai capelli neri, raccolti in uno chignon. Era poco più alta di lui e gli si avvicinò sorridendo; aveva presente chi era, anche lei faceva parte del gruppo di "colleghi" di Byakuya. Le aveva già parlato prima di quella sera, anche in precedenza era stata la donna ad avvicinarlo per prima. Sapeva che si chiamava Kotori, visto che era stata lei a premere perché il ragazzo abbandonasse le formalità e la chiamasse per nome. Ora che ci pensava, era venuta a parlargli ogni volta che ne aveva l'occasione e Makoto si era sempre sentito osservato in maniera strana dalla ragazza. Non aveva mai dei buoni presentimenti quando le era vicino.

«Prendevo una boccata d'aria, dopotutto é anche una bella serata, qui si sta bene.»

«Concordo; poi da qui la vista é magnifica. Ti dispiace se ti faccio compagnia?»

Byakuya aveva perso la cognizione del tempo, ogni volta che finiva di parlare con qualcuno e cercava di spostarsi per andare a ritrovare Makoto e chiedergli di parlare, qualcun altro lo interrompeva e, per educazione, era obbligato a sostenere la conversazione. Continuò così per quasi un'ora, con suo immenso fastidio. Quando finalmente riuscì a liberarsi si spostò sul balcone, non avendo trovato Makoto all'interno. Vide il cespo incolto di capelli del ragazzo spuntare da dietro una pianta in un vaso, che lo copriva assieme al resto della panchina. Byakuya fece per avvicinarsi, ma vide qualcosa che avrebbe preferito non vedere: una delle sue colleghe con un braccio avvinghiato a Makoto, mentre con l'altra mano gli accarezzava il viso. Byakuya non riusciva a vedere l'espressione di Makoto, ma era troppo accecato dalla gelosia e dal dolore perché gli importasse. Era la prima volta in vita sua che si sentiva tanto tradito.

Makoto e la ragazza avevano parlato a lungo, con lei che ogni tanto gli accarezzava una mano o un ginocchio. Il ragazzo rimaneva immobile, non sapendo bene come reagire e sentendosi a disagio. Sperava che, rimanendo freddo e distaccato, la ragazza avrebbe smesso; purtroppo però non fu così.

«Sei molto più carino di quegli uomini sciocchi là dentro, sai?» Kotori gli rivolse un sorriso, che invece di rassicurare Makoto lo fece sentire come una preda. Si sentiva scrutato dalla donna e si spostò leggermente indietro sulla panchina, cercando di non dare nell'occhio.

«Ah sì? Beh, grazie davvero ehm...anche tu sei molto carina.» Voleva trovare una buona scusa per andarsene, ma era troppo buono ed educato per piantarla in asso.

«Sono felice che lo pensi. Sai, ti vedo sempre così teso e mi dispiace, dovresti rilassarti.»

«Teso? Io non mi sento teso, in realtà questo viaggio è abbastanza diver..ten..te..?»

Non aveva fatto in tempo a finire la frase che la ragazza si era avvinghiata a lui, avvicinando la propria mano al viso del ragazzo, troppo vicino.

«Sì, ma non devi preoccuparti. Se vuoi, posso aiutarti io a rilassarti un po'.» Era fin troppo anche per Makoto; visibilmente a disagio e costernato. Le appoggiò una mano sulla spalla, cercando di spingerla via, ma proprio mentre stava per aprire la bocca per dirle di lasciarlo stare, venne interrotto da una voce che conosceva molto bene.

«Scusa, vedo che sei occupato. Ci vediamo in albergo quando hai finito.» Si voltò di scatto, in tempo per vedere Byakuya girarsi e iniziare ad andarsene. Era sempre stato una persona fredda e tagliente, ma il suo tono non era mai stato così aspro e avvelenato come in quel momento. Makoto si sentì gelare completamente. Spinse via la ragazza senza troppi complimenti e corse dietro al biondo, afferrandolo per una manica nel tentativo di fermarlo, terrorizzato all'idea che Byakuya potesse essere arrabbiato con lui.

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Eccomi! Questo capitolo è leggermente più lungo del solito e...sì, inizia il drama.

I brought you coffee-fanfic Naegami (ITA)حيث تعيش القصص. اكتشف الآن