Cinque

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Byakuya non sognava spesso e quando sognava, non era mai qualcosa di chiaro o coerente. Quella volta sognò, ma sentiva solo una voce in lontananza, un vago senso di calore e conforto. Non capiva cosa dicesse la voce, ma lo confortava. Vide una figura avvicinarsi. Era sfocata, non ne distingueva i lineamenti, non la riconosceva, ma riusciva a distinguerne bene un dettaglio: le guance spruzzate di lentiggini. Byakuya aveva capito chi si trovasse davanti a lui nel sogno e si sentì investito da un senso di calma mista a desiderio di avvicinarsi ancora di più a quella figura, così vicina eppure ancora troppo lontana perché lui potesse afferrarla. Si stava avvicinando, era quasi arrivato a stringere quella cosa a lui così familiare, ma venne svegliato bruscamente dallo squillare del proprio telefono, che aveva fatto il suo dovere. Byakuya rimase fermo immobile sul letto, cercando di capire esattamente cosa fosse successo. Quando riacquistò lucidità si accorse che stava stringendo al proprio petto la coperta, come se nel sonno avesse cercato di abbracciare qualcuno. La gettò di lato sbuffando, alzandosi bruscamente e decidendo che era ora di farsi una doccia. Una volta che si fu finalmente lavato, vestito e rassettato si sentì decisamente meglio; tornò a sedersi sul proprio letto, controllando i messaggi. Ce ne era uno da parte di Touko, un messaggio di incoraggiamento per il quale Byakuya non sapeva se sentirsi imbarazzato o meno.

"Buon fortuna con Makoto~ Pregherò per voi che ci sia un'ottima scusa per dover finire a dividere la stanza, invece che starvene divisi~ Approfitta dell'occasione, mi raccomando~"

Si limitò a digitare un veloce "Grazie, ti terrò aggiornata", prima di gettare il telefono sul letto, sospirando. Per fortuna, a breve, avrebbe potuto annegare le preoccupazioni in un drink, o due; non abbastanza per risultare grezzo ed esagerato, ma abbastanza per distendere i nervi.

Venne riportato alla realtà dal "toc toc" di Makoto sulla porta. Quando andò ad aprirgli, Makoto era sulla porta ad aspettarlo, col suo solito sorriso rassicurante. Nonostante non fossero vicinissimi, Byakuya sentiva il profumo di pulito e del solito bagnoschiuma al pino che il ragazzo usava, nonché una leggera nota di acqua di colonia, non abbastanza da risultare stomachevole, ma quanto bastava per essere percepita. I suoi capelli erano scompigliati come al solito, sembravano perennemente avere vita propria, ma si vedeva che Makoto aveva cercato di pettinarli e dargli una forma. Byakuya gli aveva rassicurato che l'incontro di quella sera sarebbe stato completamente informale (sapeva già che molti dei suoi colleghi si sarebbero presentati con la stessa tenuta con cui si sarebbero presentati fossero stati in vacanza con la famiglia; sarebbe stato un tripudio di camicie hawaiane), ma Makoto aveva comunque trovato il modo di sembrare semi-elegante: aveva optato per una maglia verde scuro a maniche corte sistemata dentro un paio di pantaloni neri a vita alta. Non che Byakuya fosse da meno, con i suoi soliti pantaloni scuri e una camicia bianca a maniche lunghe. Un sorriso gli allargò leggermente le labbra e i due si incamminarono assieme per andare all'appuntamento.

«Okay, ora che siamo di nuovo da soli e non possono sentirci, posso essere onesto?» Byakuya si girò a guardare Makoto, incuriosito da tale esordio.

«Wow, sembrano davvero degli scemi...senza offesa! Magari sono tuoi amici, solo che-» Makoto non fece in tempo a finire la frase che si bloccò, stupito alla vista di Byakuya che cercava di trattenere una risata, non aspettandosi tali commenti dal proprio segretario.

«Sì, in effetti sono proprio degli scemi. Li ho sempre trovati abbastanza tristi e vacui, è bello avere una seconda opinione.» Osservò con un sorriso.

«Sono così...tonti. Sanno solo ridere goffamente alle loro battute e parlare di niente; la metà del tempo non stavo ascoltando e mi ero perso nei miei pensieri.» Ammise il ragazzo, con un sorriso imbarazzato.

«Anche io ho sempre fatto finta di ascoltare, per la maggior parte del tempo. Più che altro avevo un po' paura potessi pensare che sotto sotto sono come quegli uomini. Probabilmente ti sembrerà sciocco, ma mi importa della tua opinione e mi dispiacerebbe risultarti una persona...superficiale.» Era la prima volta che Byakuya esponeva i suoi sentimenti in modo così aperto ed onesto al ragazzo e se ne pentì subito. Dapprima Makoto rimase in silenzio, ma poi sorrise al rampollo, come per calmarlo.

«Un po' capisco la tua paura, visto il mondo in cui sei immerso penso sia normale temere di essere subito bollati come "vacui" o "superficiali", ma non ho mai, neanche per un momento, pensato che tu lo fossi. In realtà penso che tu sia una persona con una grande interiorità e piena di cose da dire, ma essendo molto riservato le tieni per te. Ma sono davvero felice che tu oggi ti sia aperto con me così, quindi ti ringrazio di avermi esposto le tue preoccupazioni; vuol dire che ti fidi.» Era quasi spaventoso per Byakuya vedere come Makoto avesse colto nel segno, ma si sentiva sollevato; si era tolto un grosso peso dal petto. Continuarono a parlare a lungo, del più e del meno, anche una volta arrivati davanti alle loro stanze. Dopo un po' si congedarono l'un l'altro, dandosi appuntamento il giorno dopo prima della colazione.

Entrato in camera, Byakuya andò in bagno per prepararsi per la notte e, guardando allo specchio, video il proprio riflesso sorridergli. Era un sorriso piccolo, ma sincero. Era la prima volta da anni che il ragazzo vedeva il proprio sorriso; si era quasi scordato come apparisse il suo viso quando succedeva. Normalmente avrebbe cercato di tornare serio, di nascondere le proprie emozioni genuine, per tornare ad apparire stoico e freddo. Ma non quella volta. Aveva un motivo valido per sorridere, poteva concederselo per quella volta.

Dopotutto, non era così male sorridere, se era per Makoto.

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È un po' cortino questa volta, mi dispiace TwT La prossima settimana prometto che mi faccio perdonare

I brought you coffee-fanfic Naegami (ITA)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant