5. Ispirazioni

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Archie l'avevo incontrato in vesti particolari: ero al secondo semestre del primo anno, in un particolare momento di confusione della mia vita in cui mi facevo continue domande su quello che provassi e se valesse la pena sentire determinati sentimenti.
La prima volta che entrai a lezione di psicobiologia, un corso che mi emozionava ed elettrizzava per il fatto di unire così una parte più scientifica e medica al campo psicologico, non sapevo che, seduto alla cattedra, ci sarebbe stato il mio futuro fidanzato, l'uomo che avrebbe messo fine al mio girare senza una meta. Non mi ero accorta subito della sua presenza: mi ero seduta vicino a Niall come al solito, amavamo tenerci il posto, o meglio, io finivo sempre con il tenergli il posto dato che arrivava sempre in ritardo per prendersi il solito bicchierone di caffè che si sorseggiava silenziosamente durante la lezione. Anche quella mattina, la prima del corso, Niall era entrato in ritardo, facendo voltare con uno sguardo spazientito il povero professor Marshall quando il mio biondo amico era entrato di corso borbottando un mi perdoni professore detto con non poco imbarazzo.

"Se solo ti svegliassi cinque minuti prima" gli avevo sussurrato mentre sgusciava al mio fianco con il viso rosso dall'imbarazzo fino alla radice dei capelli.

"Liam aveva un esame presto, non mi ha svegliato" mi disse piano bevendo un sorso del suo caffè. "Ne vuoi un po'?" chiese alzando un sopracciglio tendendomi il bicchiere di cartone che ancora fumava calore.

Scossi la testa con un sorrisetto intimando a Niall di fare silenzio, voltandomi giusto in tempo per vedere il professore fare un cenno ad un ragazzo seduto vicino a lui.
"Ragazzi, lui è il mio assistente, tutor, chiamatelo come volete. Signor Hill, si presenti pure" il professor Marshall gli rivolse un sorriso gentile e gli lasciò spazio al centro del piccolo palchetto riservato alla cattedra del docente. Fu in quel momento che incontrai per la prima volta Archie. Si era presentato tutto serio e composto, irrigidito dentro la sua camicia bianca, forse perchè cercava di dimostrare un poco di autorità trovandosi ad affiancare un docente con matricole del primo anno, forse semplicemente perchè era molto teso dal trovarsi a dedicare del tempo a quel corso che, seppure in piccola parte, non era esattamente il suo campo. Mi disse qualche tempo più tardi che era tremendamente agitato: io, in ogni caso, ne rimasi rapita. Quando disse il suo nome completo, Archibald , Niall trattenne una risatina che mi affrettai a nascondere con un colpo di tosse più rumoroso di quel che pensavo: Archie mi aveva dedicato un'occhiata attenta, seria, ed io avevo maledetto nella mia testa Niall per avermi fatto fare quella figuraccia. Scoprii che quell'assistente così giovane ed affascinante era all'ultimo anno di medicina e che per le sue capacità si era guadagnato la stima di numerosi docenti, in particolare del professor Marshall che oltre a psicobiologia si occupava di insegnare anche nel corso di medicina dove, per l'appunto, aveva come migliore studente proprio Archie. Si rivelò fondamentale il suo contributo: se il professor Marshall approfondiva prevalentemente l'aspetto psicologico dei vari sistemi presi in esame, Archie era preparatissimo nella parte biologica e più scientifica che aveva fatto arrancare gran parte di noi, trovandoci infatti impreparati difronte ad un corso molto più di matrice medica che umanistica.

Era iniziato così un corso in cui facevo davvero fatica a staccare i miei occhi dalla figura dell'assistente del professore, scoprendomi a non apprezzarlo solo per il suo aspetto esteriore così affascinante e chiaramente piacevole alla vita, ma anche e soprattutto per i suoi modi, il suo essere così appassionato alla materia e il suo costante informarsi su tutto ciò che gli pareva nuovo. Non mi ero mai azzardata a pensare ad Archie come ad un ragazzo con cui sarei potuta uscire perchè era, alla fine, una persona che prima o poi mi avrebbe valutata: non mi sarei sentita per niente a mio agio a sapere che forse il mio voto dipendeva da altre motivazioni; inoltre non avevo idea di come poter approcciare in modo carino senza risultare la matricola banale che si prende la cotta per il professore. Niall sosteneva che anche lui posasse spesso lo sguardo sul mio, attirato forse dalla mia parlantina a lezione, non tanto con il mio compagno biondo, ma quanto più che altro a porre domande, chiarimenti o a rispondere ai quesiti del professor Marshall; mi piaceva intervenire a lezione quando avevo qualcosa da dire e, se i primi tempi lo facevo per mio puro piacere, poi con il passare delle settimane mi resi conto di come questo attirasse proprio l'attenzione di quell'assistente che tanto mi intrigava.
Capii di interessargli quando cominciò a fermarmi a fine lezione per domandare se fosse tutto chiaro, se avessi bisogno di quale altra spiegazione, se mi piacesse il corso... tutti temi di circostanza che nascondevano forse la voglia di entrambi di approfondire una conoscenza che, tuttavia, nessuno dei due aveva il coraggio di intraprendere veramente: era frustrante a volte guardarlo in classe e rendermi conto che non avrei potuto andare oltre e che, probabilmente, quando il corso sarebbe finito assieme alla conclusione dell'anno scolastico, non avrei più rivisto Archibald Hill perchè prossimo a terminare gli studi.

Come PetaliWo Geschichten leben. Entdecke jetzt