4. C'è chi parte e chi resta

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Lascio casa di Archie che è ormai pomeriggio inoltrato del giorno dopo: ho completamente staccato la testa e il telefono con il mondo esterno e mi sono totalmente dedicata a vivermi la sua compagnia, sapendo che le occasioni per vederci saranno meno con l'andare avanti del tempo. Londra è uggiosa e umida, dovuta al temporale che ha bagnato la città per tutta la notte e la mattinata, e nonostante Giugno sia arrivato il clima è ancora piuttosto mite, facendomi rimpiangere le coperte calde e gli abbracci accoglienti di Archie. Siamo stati bene assieme, come al solito: abbiamo cenato tardi, il mio post sbornia era piuttosto pesante, Archie è riuscito a farmi ordinare una pizza che alla fine ho divorato in un attimo ignorando i suoi te lo avevo detto; abbiamo guardato dei film sul suo computer e abbiamo battibeccato su quale serie tv guardare: alla fine siamo rimasti così tanto tempo a proporre entrambi una serie, io più nostalgica e adolescenziale con The Vampire Diaries e lui più vecchiotto con Grey's Anatomy, che siamo finiti con il guardare Sex and the city nonostante nessuno dei due ci prestasse davvero attenzione, troppo occupati a raccontarci le giornate che abbiamo passato lontani. 

Abbiamo fatto l'amore con la pioggia che batteva sui vetri delle finestre, con i nostri corpi che sono rimasti nudi e vulnerabili tutta la notte, stretti stretti l'uno all'altro: mi ero svegliata una sola volta, a causa del telefono che avevo dimenticato acceso; Harry mi aveva scritto chiedendomi se andasse tutto bene e se ero felice, messaggio a cui avevo risposto assonnata con un sono felice  a cui credevo davvero mentre lo scrivevo. Mi ero voltata dall'altra parte e avevo guardato per qualche istante il viso sereno di Archie, la leggera barba sul suo viso, le lunghe ciglia che abbellivano i suoi occhi, i capelli biondo scuro stranamente scompigliati sul cuscino: lo avevo baciato delicatamente sulle labbra e senza volerlo si era svegliato guardandomi confuso. Gli avevo sussurrato che ero felice e lui aveva sorriso prendendomi nuovamente fra le sue braccia mormorando un piccolo anche io.

Io e Archie, quando stiamo assieme, non facciamo mai nulla di troppo particolare: ci basta stare assieme, nella semplicità di una stanza che profuma di noi, immersi nelle nostre conversazioni e nei nostri battibecchi stupidi, dai quali usciamo sempre con una battuta che fa ridere entrambi. La cosa più importante è proprio cercare di sfruttare al meglio ogni momento assieme, soprattutto ora che Archie è tremendamente impegnato con il suo lavoro, cosa che a volte lo fa un po' trascurare la nostra relazione, sebbene cerchi come può di impegnarsi. E' qualcosa di ordinario e che ormai è divenuto parte delle mie abitudini: mi basta lui, mi fa felice lui. Forse è la differenza d'età, forse è il fatto che vedo Archie troppo maturo per avere appuntamenti spericolati o troppo pensati, non mi importa in ogni caso: forse non ci ho nemmeno pensato, ho accettato il suo amore così come me l'ha dato e non mi faccio troppe domande su come dobbiamo vivere la nostra relazione. Lily a volte mi chiede come faccia a non voler fare qualcosa di diverso che stare semplicemente con Archie, come faccia a non voler cambiare un po' la nostra routine: le ho sempre risposto che siamo fatti così e che mi va bene. Ed è vero.

"Ma guarda chi è vivo!" quando entro nel bar che i miei amici hanno scelto vengo accolta dal sorriso contagioso di Lily. Si è decisamente ripresa dalla sbronza del giorno prima, talmente tanto che ha deciso di trascinare tutti ad un aperitivo che si sarebbe di sicuro trasformato in una serata molto lunga. Il bar che ha scelto è sempre lo stesso, quello dove Liam lavora: non è chissà che posto ma è vicino all'università ed è stato il nostro bar per i passati cinque anni della nostra vita quindi diciamo che il fattore affettivo per questo posto supera le apparenze. Ci riuniamo qua a gruppi o tutti assieme ogni volta che possiamo per ridere e bere della giornata appena passata o per quella che doveva cominciare. Appena entro l'atmosfera che trovo è sempre la stessa di ogni volta che mi sono seduta in questo posto: Louis chiacchiera animatamente con Niall, entrambi hanno una birra posata davanti a loro ed entrambi hanno le guance rosee; Niall siede naturalmente vicino a Chloe che però è troppo impegnata a guardare Liam per riuscire a capire che ogni volta che il biondo prova a farla ridere è perchè gli interessa lei e non la birra o le cavolate che starà sicuramente blaterando mio fratello: Chloe però è troppo ingenua, troppo fra le nuvole per arrivarci, nonostante abbia un anno in più di tutti noi. Abbiamo tutti la stessa età, tutti o quasi ci siamo conosciuti con l'università: Chloe ha grandi occhi marroni e lunghi capelli castani che solitamente racchiude in una treccia; a volte indossa gli occhiali, ma non sempre perchè non si piace: dice che si sente troppo dentro lo stereotipo della studentessa di lettere, tutta libri, occhiali e studio. Ha iniziato un anno più tardi rispetto ai suoi coetanei perchè ha dovuto lavorare per trovarsi i soldi per frequentare: è la più ingenua ma allo stesso tempo la più particolare ed estroversa fra noi, quella che con più facilità vediamo ridere e stupirsi, e forse questa caratteristica la accomuna più di ogni altra cosa a Niall che infatti non molla la presa, nonostante la cotta di lei per il suo compagno di corso preferito, Liam, sia piuttosto forte. 
Liam sta al bancone quando mi vede entrare e sfodera uno dei suoi dolci sorrisi facendomi un cenno, mentre serve un cliente, indicandomi il tavolo dove sono seduti i nostri amici, anche se la risata di mio fratello e di Niall è abbastanza per riconoscere dove sono seduti. 

Come PetaliWhere stories live. Discover now