ℨ𝔬𝔫𝔞 𝔄

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La discesa fu relativamente rapida. Vi erano infatti delle scale di servizio in ferro ancora utilizzabili e optammo per quelle, arrivando, così, dall'altra parte dello strapiombo, in una zona sostanzialmente tranquilla. Breda faceva fatica a seguire il passo e all'inizio pensai che si fosse tratta della paura per via di tutto quello che aveva passato, ma solamente dopo, quando si sedette a terra e sollevò a fatica parte del pantalone della gamba destra, comprendemmo che lo Spaccato era riuscita ugualmente a morderla.

Né Thomas né io sapevamo cosa poter dire in merito, tentammo di scusarci, ma lei dileguò tutto con un cenno del capo e si alzo nuovamente, precedendoci, questa volta. Lentamente, arrivammo verso quello che sembrava essere il centro di quell'agglomerato di palazzi, tanto che incontrammo anche altre persone, oltre a noi.

<< Hey - >>

Ci voltammo entrambi verso Brenda. Non ci eravamo accorti, infatti, che con stupore e insistenza guardavamo gli altri presenti intorno a noi, risultando non solo invadenti, ma anche forestieri.

<< Non fatevi notare troppo, limitate a guardare solamente il necessario. >>

Mi limitai ad annuire e abbassare poi il capo, mentre Thomas mi lanciò una rapida occhiata, come risposta. Riprendemmo così a camminare lungo la via principale, occupata quasi interamente da vecchie macchine arrugginite, ogni sorta di veicolo ormai immobile e diverse persone, chi intento a mangiare, chi lì semplicemente per svago, chi invece, evidentemente stordito, probabilmente ubriaco, sostava a terra, negli angoli più bui.

Raggiungemmo così un imponente edificio, ancora bianco, quasi d'avorio, su cui appeso vi era un gande stendardo cremisi, con su scritto "ZONA A" a caratteri cubitali in pittura bianca. Vi era un notevole via vai. Molti sembravano presi da conversazioni interessanti, altri, invece, si limitavano a passeggiare, mentre la maggior parte sostava seduta e con fare curioso, ci osservava, senza badare a dare troppo nell'occhio.

Varcammo la soglia del porticato e solo allora Thomas, evidentemente teso, tentò di avvicinarsi a Brenda.

<< Sei sicura che questo sia il posto giusto? >>

Prima che potesse rispondere, però, una voce femminile, molto dolce, con toni leggermente aspri, si avvicinò alle nostre spalle.

<< Siete qui per la festa? >>

Aveva una lunga chioma biondo grano, legata in quella che sembrava essere una sorta di coda molto elegante e la quale si adagiava sulla sua spalla destra. Gli occhi azzurri erano stati messi in risalto da un sottile strato di colore nero, che le allungava lo sguardo e le rendeva le iridi due scintille luminose. Fui colpita dal numero spropositato di collane variopinte che indossava e come queste risultavano in forte contrasto con il suo vestiario, tutto di un solo colore.

<< Ehm, no. Siamo qui solo di passaggio, in verità. >>

Mi affrettai a rispondere, scuotendo lentamente il capo, ma la donna non sembrò dar credito alle mie parole, tanto che continuò ad avvicinarsi, non preoccupandosi di risultare invadente.

<< Stiamo cercando Marcus... È qui che abita, no? >>

Nonostante avessimo tentato di allontanarci, dietro le nostre spalle sbucò un uomo.

<< Questa... È la mia casa. >>

Una zazzera biondo cenere faceva capolino da quella testa rettangolare, gli occhi azzurri erano infossati in quella pelle tanto chiara quanto arrossata in diversi punti. Indosso mostrava una giacca di seta rossa, logorata e una camicia nera, ridotta anch'essa male. Nel complesso indossava ancora abiti eleganti, ma tutti rovinati, probabilmente per l'azione della sabbia.

<< Sei Marcus? >>

Domandò Thomas, tentando di avvicinarsi a lui. Lo seguii rapidamente, allontanandomi da quella donna che continuava a darmi i brividi per come si ostinava ad osservarmi.

<< Marcus non vive più qui, mi dispiace... È passato alla Zona B. >>

L'uomo sembrò trattenere a stento una risata, ma non ci demmo troppo peso.

<< E dov'è questa fantomatica Zona B? >>

Domandai, allargando di poco le braccia. La donna mi poso una mano su una spalla, accarezzandola e dandomi i brividi per quanto fosse gelata e sudaticcia la sua pelle.

<< È la zona dove bruciano i cadaveri... >>

La donna sorrise.

<< Quindi è morto? Lo hanno ucciso? >>

L'uomo fece spallucce, riprendendo a bere l'ultimo goccio di liquore rimasto nel bicchierino di vetro smerigliato. Non ricevetti risposta, bensì Thomas tentò di farsi nuovamente avanti.

<< Per caso è venuto già qualcuno a cercarlo prima di noi? Dei ragazzi della nostra età, insieme ad una ragazza dai capelli scuri... >>

L'uomo sembrò ancora una volta divertito dal nostro comportamento, come se stesse vedendo uno spettacolo.

<< Ora che ci penso, potrebbero essere entrati... Tenete, fatevi un goccio. >>

L'idea di rivedere Newt, di poter vedere che stesse bene, mi portò ad essere fortemente incauta, tanto che non esitai nemmeno un momento nell'afferrare quella piccola bottiglia in vetro, contenente un liquido giallognolo, per osservarla. Nel domandare cosa fosse, l'uomo scrollò le spalle, dicendo come quello fosse lo stretto necessario per poter varcare la soglia. Non avevamo altra scelta.

<< Bevete! >>

Rapidamente l'accostai alle labbra e presi un ampio sorso. Bruciava. Non appena deglutii, sentii la gola e l'esofago bruciare, tanto che tentati di riprendere l'aria, come se stessi annaspando. L'uomo ridacchiò e mentre tentai di riprendermi, passai la bottiglietta anche a Thomas e Brenda.

<< Molto bene, andate a divertirvi! >>

Venimmo spinti con forza oltre un tendaggio blu cobalto e all'interno venimmo accolto da una musica estremamente alta, che stordiva per il suo volume intenso. L'aria era irrespirabile, vi erano troppe persone e l'odore pungente del sudore era nauseabondo. Optammo per separarci, cosa non saggia. Mi allontanai così da Thomas e Brenda, scegliendo il lato ovest del locale.

Improvvisamente venni assalita da una forte nasua e provando a ritornare verso quel piccolo spiraglio di luce che filtrava oltre le tende, spintonai veri presenti, facendo fatica a non rigettare lì dove mi trovavo. Sentii la bile e il suo acido retrogusto tra le labbra, ma feci in tempo ad uscire e prendere una boccata d'aria prima di cadere in ginocchio, sotto il sole, a pochi passi da dove era l'uomo.

<< Alex? Alex! >>

Era una voce lontana, calda. Tentai di sollevare lo sguardo, ma la luce era troppo forte e mi girava talmente tanto la testa, che caddi a terra, non curandomi di dove fossi. Mi piegai in avanti e posai il palmo aperto della mano destra contro il terreno bollente, argilloso. Mi scottai, ma il dolore non fu sufficiente a farmi tornare nuovamente lucida. Tutto il resto, nonostante sia passato del tempo, mi pare ancora estremamente confuso, difficile da indentificare e soprattutto troppo rumoroso. Ricordo che, prima di svenire, vidi un volto che mi ricordava molto quello di una persona che amavo molto.


&quot;Phase Two: The Scorch Trials&quot;Kde žijí příběhy. Začni objevovat