𝔓𝔦𝔬𝔤𝔤𝔦𝔞 𝔡𝔦 𝔱𝔲𝔬𝔫𝔦 𝔢 𝔣𝔲𝔩𝔦𝔪𝔦𝔫𝔦

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Fui fermamente convinta che quel deserto fosse infinito. Erano passate diverse ore da quando riprendemmo a camminare e l'unico rumore che mi era possibile udire, oltre al flebile fischio del vento, era l'incessante respiro affannoso degli altri, Thomas compreso che, nonostante fosse il primo del gruppo, ormai incominciava a mostrare segni di un chiaro cedimento. Non potevamo proseguire alimentati da soli ideali e desideri, eravamo solamente degli adolescenti, alla fine.

Quando calò nuovamente la notte, quel piacevole venticello che ci aveva accompagnato per tutta la giornata, di punti in bianco, cessò. Il silenzio che regnava sovrano appariva quasi glaciale e l'aria appariva più elettrica, non solo quando si tentava di respirare, ma soprattutto a contatto con la pelle, sudata e sporca a causa del terreno e della sabbia sollevati in precedenza.

Non fummo fortunati come la notte precedente, anzi, per dormire ci limitammo a sdraiarci in piccoli giacigli naturali, nella terra brulla. Non ci domandammo il motivo della loro esistenza e come mai l'aria fosse divenuta sempre più umida e anche se sbagliammo, non credo che avremmo potuto cambiare qualcosa di quello che sarebbe successo di lì a poche ore.

Ci addormentammo quasi immediatamente, dal momento che la stanchezza era immane e le forze rimaste davvero scarse, soprattutto senza avere né cibo né acqua per riprenderci. Mi abbandonai alla fatica e non appena mi posai a terra, mi addormentai nel giro di qualche istante, quasi svenni. Avevo sete, non mi sentivo più le gambe e soprattutto la mia forza di volontà stava venendo sempre meno.

Fu Thomas a svegliarci di soprassalto, probabilmente qualche ora dopo.

<< Hey, hey, hey! Newt, alzati.... Dobbiamo andare! Frypan, Aris, vedo qualcosa... Alex, andiamo! >>

Ci misi u po' ad aprire gli occhi e il mio sguardo venne accolto da un cielo ricoperto interamente da nubi, fitte e dense, che mutavano il loro colore dal grigio sino al blu più intenso. Da lontano, inizialmente ovattato e man mano più vivido, un rombo di tuono avanzava, illuminando occasionalmente quella notte buia per qualche istante.

<< Che cosa? Che succede? >>

Frypan fu il primo a balzare in piedi, seguito da Minho e successivamente da Teresa. Io, come al solito, in quei giorni, fu l'ultima, tanto che Newt mi venne incontro e mi tese la mano, invogliandomi ad alzarmi. Tesi prima una gamba e successivamente l'altra in avanti, provando così a sgranchirle e diminuire l'affaticamento dei muscoli, ma evidentemente senza alcun risultato utile.

<< Laggiù... Vedete? >>

Tutti, con lo sguardo, seguimmo l'indice tremante di Thomas e solamente in un secondo momento comprendemmo il pericolo che gravava su di noi: luci lontane rischiaravano quella fredda serata, luci chiaramente elettriche mediante le quali scorgemmo i lineamenti poco chiari di un capannone, non troppo distante dalla nostra posizione attuale.

Quella felicità e quel sollievo non fecero mai in tempo a sbocciare, che improvvisamente un tuono cadde a diversi metri da noi, elettrizzando l'aria e creando un forte boato, che si espanse anche mediante delle vibrazioni del suolo.

<< Dobbiamo andare! Il prossimo potrebbe cadere nelle vicinanze... Forza, Newt! >>

Dovetti alzare la voce per sovrastare non solo i boati del cielo, ma anche il forte veto che soffiava, impetuoso, in quel momento. Strinsi ulteriormente la mia mano intorno a Newt, che era rimasto indietro di qualche passo, il più lontano dal gruppo ed era evidente che quei rumori, quei suoni, lo intimorivano, tanto che per qualche istante si bloccò e si irrigidì, ma non vi era tempo.

Incominciò, così, quella folle corsa verso il capannone, unica fonte di riparo nel raggio di centinai e centinaia di metri. Se molti di noi stringevano con forza le spalline dei propri zaini, per assicurarsi che non gli facessero da peso o impedimenti, pochi si limitavano ad agitare le braccia ad ogni slancio compiuto, chiaramente fin troppo spaventati da quello che ci sarebbe potuto toccare, se fossi rimasti fermi.

Sentivo Newt alle mie spalle respirare in modo irregolare e nonostante tentai più volte di spronarlo, era ben chiaro che non ce la facesse: zoppicava vistosamente e il dolore era aumentato, a causa di quella rottura mai guarita completamente. Evidentemente stanco, percepii la sua presa diminuire e per poco non scivolò via quella presa, ma feci in tempo ad afferrarlo.

<< Lasciami andare, ti rallento solo! Forza, me la caverò... >>

Nonostante tentasse di rassicurarmi, l'espressione stremata regnava sovrana sul suo volto.

<< Non ci pensare nemmeno! Non ti lasci qui, da solo! >>

Sollevai la voce contro di lui e fu la prima volta che, per un breve istante, vidi sorpresa nei suoi occhi, come se dubitasse del suo valore, ma tutto ciò lo realizzai solamente dopo. Annuì e riprendemmo a correre, schivando per poco l'ennesimo tuono che si scagliò a terra, a qualche metro da noi. Thomas non cessò mai di gridare per incoraggiarci, di agitare frettolosamente le braccia e di spingere alcuni di noi in direzione del capannone.

I boati dei tuoni aumentavano non solo di potenza, ma anche di vicinanza, tanto che per poco non rischiammo di essere colti da uno di questi. Fortunatamente, Newt ed io, insieme a Theresa e Frypan, fummo tra i primi a sopraggiungere dinanzi a quel capannone. Fu Thomas ad aiutarmi ad aprire il portellone e facemmo così entrare gli altri dentro, al sicuro, ma qualcuno di noi era rimasto indietro.

Ci voltammo e tutto sembrò accadere a rallentatore. Un fulmine si schiantò esattamente ad un passo da Minho e creò uno scoppio metallo tanto forte, che improvvisamente venne sbalzato via e ricadde a qualche metro di distanza, immobile.

<< Minho! >>

Le grida di Thomas coprirono il mio singulto di sorpresa. Corremmo verso di lui e non badando troppo se fosse effettivamente vivo o meno, facemmo forza e lo sollevammo. Posammo ogni braccio sulle nostre spalle e, nonostante fosse pesante e diminuisse la nostra velocità, con quelle poche forze rimaste, lo portammo all'interno della baracca e non appena varcammo la soglia, rapidamente Aris chiuse il portellone alle nostre spalle.

Per quei pochi istanti, credemmo di essere finalmente salvi.



(Edit: 07/06/2020)

&quot;Phase Two: The Scorch Trials&quot;Where stories live. Discover now