Capitolo 5.

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Lasciai la bici a lato del muretto e una volta legata con il lucchetto, corsi verso l'interno del FastFood prima di bagnarmi completamente per colpa della pioggia.
Entrai dentro contenta di essere scampata dalla pioggia per un pelo e mi guardai attorno notando che il FastFood era ancora vuoto.

Oggi era il mio primo giorno di lavoro e la tensione si era fatta sentire per tutta la mattinata. Non ero una persona che sapeva gestire le proprie emozioni, e questo era piuttosto evidente, soprattutto se poi dovevo incominciare a fare un lavoro per il quale non ero portata, e l'idea di avere come collega di lavoro una persona che avevo detestato con tutto il mio cuore da ragazzina e non potergliene dirne quattro per non rovinare la relazione della mia sorellina, era abbastanza pesante.

<< Ciao >> salutai sorridendo e avvicinandomi alla cassa dove c'era quel cameriere di nome Cody.

<< Ciao, sei quella che dovrà lavorare qui giusto? >> mi chiese lui, mentre io annuii.

<< Si, è lei >> rispose un'altra voce al posto mio che capii subito di chi fosse.

Non riuscii nemmeno a girarmi e a guardare Barley, perché per me era veramente difficile.

Era difficile perché per persone come lui, mi ero messa in soggezione.
Era difficile anche solo guardarlo e far finta che tutto fosse normale, che tutto fosse chiarito, perché non lo era.
Però, dovevo farlo, dovevo far finta di sopportarlo perché ciò che mi aveva detto Chantel, era la verità.

<< Piacere Cody >> disse poi il ragazzo dai capelli rossi davanti a me, porgendomi la mano.

Mi spuntò un sorriso e gli porsi la mia mano stringendogliela, percependo da subito quanto fosse gentile.

<< Piacere Becca >> mi presentai anche
io << Puoi anche chiamarmi Bec >> aggiunsi poi cercando di risultare più estroversa di quanto in realtà non fossi.

<< D'accordo Bec >> mi disse sorridendomi mentre percepii Grayson Barley avvicinarsi.

<< Ora che vi siete presentati, vieni con
me >> disse facendomi un cenno e incominciando a camminare mentre io mi voltai accigliata a guardarlo.

<< Perché dovrei venire con te? >> gli chiesi, rimanendo immobile mentre Cody ci guardò con la fronte aggrottata.

<< Perché devo darti la divisa e mostrarti che cosa dovrai fare >> mi disse Grayson fermandosi come se fosse ovvio.

Lo guardai immobile chiedendomi dove fosse Freddy e perché dovesse farmi lui da guida. Nonostante fossi d'accordo con ciò che mi aveva detto Chantel, non era comunque facile dover stare con una persona con cui non volevo averci nulla a che fare.

Se volevo e dovevo avere un rapporto civile con Grayson Barley, l'unico modo era non parlargli.

<< E Freddy? >> borbottai soltanto, mentre lui alzò un sopracciglio.

<< Freddy non lavora qui, il suo ufficio è in fondo alla strada >> m'informò mentre io cercai di metabolizzare.

Sbuffai rendendomi conto che doveva sempre esserci un motivo per il quale dovevo fare qualcosa che non mi andava di fare.

<< E va bene >> grugnii a bassa voce seguendolo dopo che rincominciò a camminare.

Entrammo dentro una stanza molto simile ad uno sgabuzzino e Grayson aprí un armadietto fermandosi poi e voltandosi per guardarmi.

<< Questo é il tuo armadietto, qui dentro c'è la maglia della divisa e il cappellino >> mi disse << La parte sotto deve essere nera, quindi la prossima volta jeans neri >> aggiunse mentre abbassai lo sguardo per guardare i miei jeans blu.

Poco più di uno scherzoWhere stories live. Discover now