Il patriarca

4 0 0
                                    


 "Quel uomo ci rovinerà tutti." Era così che Ely pensava di quel individuo che si faceva chiamare padre. Erano i primi di giugno del 2014 quando il patriarca decise di punto in bianco che sarebbero trasferiti in Spagna, lei era uscita con 8 dalle medie e fino a qualche giorno prima parlava con le altre ragazzine del loro futuro. Quello smanettone di Stasinscky sarebbe andato all' ITIS, Gargulo e Simoncelli allo scientifico, insieme a tutti quelli intelligenti della classe, come la Pecci e la Nicodemo, ma con loro non ci parlava molto, la Nicodemo era la secchiona della classe ed era molto carina, insieme alla Vichi e alla Sanchini, queste tre erano parecchio quotate trai ragazzi.

Lei era in un gruppo "normale", insieme ad Erica, Karina e Denisa, loro avevano deciso di andare al linguistico a Rimini. Lei non ci andrà più, una volta finito di impacchettare tutto, partirono per lasciare il paese, lasciare i vecchi compagni, lasciare tutti gli elettrodomestici e il vasellame che erano stati accumulati negli anni coi buoni del Conad. In macchina non entrava più niente, si stava così stretti che non si sapeva più dove mettere piedi, per non parlare del traffico che c'era in quel periodo, quando tutti iniziano a migrare da una parte all'altra per andare in vacanza. Fino all'anno scorso, la sua famiglia sarebbe stata una di quelle, e a quanto pare, la Spagna è piaciuta così tanto al padre che a deciso di viverci, era già successo in passato, ma lei era troppo piccola per ricordare. La famiglia è originaria della Calabria e andavano in vacanza a Cattolica e ci vissero per 9 anni e ora, Pasquale si era stancato della piccola cittadina. Ely aveva salutato e avvisato tutte le sue amiche, quasi tutte, infatti si era scordata di avvisare la sua migliore amica, si parlavano così spesso che lo aveva dato per scontato, ne venne a conoscenza solo l'anno dopo, quando la sua famiglia si sistemò, anche se continuavano a cambiare appartamento, perché il padre si rifiutava di pagare l'affitto.

Pasquale è il tipico patriarca, ogni cosa che dettava doveva essere legge secondo lui, pensava e doveva avere sempre ragione, ripetendo in ogni sua affermazione il "Te lo dico io" come fosse un marchio di fabbrica, come il marchio "DOP" e "IGP" sui formaggi e salumi. Anni fa, lavorava come inserviente al conservatorio Rossini, ma si lamentava che la gente era disgustosa da come lasciavano sporchi i bagni e gli venne l'idea di andare a fare il collaboratore scolastico in una scuola elementare, del come abbia potuto pensare che dei bambini sarebbero stati più puliti, lo sa solo lui, il suo stipendio non era alto, sopratutto che la loro bolletta dell'acqua. Parte dei fondi famigliari venivano dallo Stato, l'indennità di quando ancora lavorava in cantiere e un macigno di marmo le cadde sul piede. Sin da giovane, l'igiene è una cosa molto importante, così tanto che col passere degli anni ne divenne una ossessione, ogni giorno costringeva i figli a fasi la doccia per almeno un'ora ogni volta che rientravano da fuori, ogni cosa, come zaino e scarpe rimanevano all'entrata, tutto quello che era stato fuori era sporco, la spesa andava lavata subito e il pane doveva essere fatto in casa. Ely non lo sopportava ed provava rabbia verso la madre che assecondava ogni suo ordine, che non gli diceva niente.

Stette 2 anni a Valencia, cercò di ambientarsi, fu bocciata un anno e suo fratello lasciò gli studi, per via del trasferimento non riuscì a diplomarsi i quel fatidico anno, dovevano solo aspettare qualche mese in più perché finisse la Maturità. Ely non c'è la faceva più, non c'è la faceva più della frenesia della grande città, di quei marciapiedi così affollati da pestarsi i piedi, dei ladri che ti assalgo in gruppo e di quei disgustosi scarafaggi giganteschi, erano ovunque, in famiglia parlò spesso di voler tornare in Italia e un giorno si prenotò il biglietto di sola andata per l'aeroporto di Bologna. Suo padre non la prendeva seriamente, nemmeno lontanamente avrebbe creduto che se ne sarebbe andata per davvero, lasciando la famiglia, solo a pochi giorni dalla partenza iniziò a minacciarla, dicendo che non l'avrebbe aiutata e che doveva cavarsela da sola, non un centesimo da lui, credeva che l'avrebbe dissuasa la partire.

Il 18 Aprile 2015 Elisabetta, con i suo trolley e quel poco che possedeva, se ne andò, sperando che il padre non lo avrebbe più disturbata, sperando che la madre diventi indipendente, sperando che il fratello trovi un buon lavoro, sperando che il futuro sarà migliore.

Fine.

Racconti in pilloleWhere stories live. Discover now