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L'estate dei miei tredici anni: il mio primo bacio. Lo ricordo ancora, non era stato niente di speciale. Eppure io ne fui felice. Con il ragazzo che allora chiamavo amore, anche se dell'amore non sapevo praticamente niente.
In seguito poi imparai a soppesarne il valore.
Ci dicevamo "Ti amo" per messaggio di continuo.
Adesso mi limito a rispondere "Anch'io" senza troppa convinzione.
Erano davvero belli, i suoi occhi.
Scuri.
Ipnotici.
Con un sorriso dolce e ironico.
Quando lo abbracciavo mi limitavo a socchiudere i miei per godere del profumo della sua pelle.
Stretta tra le sue braccia.
Eppure, per avere quella felicità a me nuova, per stargli vicino, avevo pagato un duro prezzo. I miei due migliori amici mi misero di fronte a un bivio:
"O lui o noi", dissero.
Ed io, da ragazza innamorata, scelsi lui. Così da subito imparai che nella vita bisogna compiere delle scelte e non sempre purtroppo queste sono facili da prendere.
Non si puó tornare indietro, capii anche questo. E se ne pagano le conseguenze.
Si, beh, per me il colpo subìto fu fin troppo duro e alquanto inaspettato.
I loro occhi si annebbiarono, divennero vuoti e cupi.
Uno continuava a fissarmi indeciso se piangere o meno.
L'altro invece. Oh l'altro, se solo fossi stata più attenta ai suoi sentimenti.
Si voltó dandomi le spalle e con un grido così forte e rabbioso che mi fece gelare il corpo, sferró al muro un cazzotto.
Poi senza dire niente se ne andó.
Ma cercate di capirmi, a tredici anni non si riescono a capire i segnali e nemmeno ad interpretare le emozioni.
Quello che sapevo allora era che volevo Lui e che sarei stata disposta a tutto pur di stargli vicino.
Degli altri non mi importava.
I miei migliori amici, le persone a me più care, le accartocciai come carta troppo sporca da poter essere riciclata.
Solo per un istante, quando li vidi ridotti in quello stato, mi dissi che forse non sarebbe stato giusto allontanarmi da loro. Solo per un istante.
L'attimo dopo mi dissi che invece era così che sarebbe dovuta andare.
Loro mi avrebbero dovuta capire. Avrebbero dovuto accettare la mia decisione e quindi sostenermi.
Cercai questa via di fuga, cercai di convincermi con questa scusa.
Io volevo amare e volevo essere amata.
E loro non erano in grado di farlo.
Non avevo capito che invece l'amore ce l'avevo proprio di fronte e che si rifletteva nei loro occhi languidi.
Li abbandonai al loro destino senza preoccuparmene troppo.
Per loro due, fu un po' piú difficile e continuarono a vegliare su di me ancora per un po'.
Per il resto ci pensó il tempo a lenire le ferite lasciando una piccola bianca cicatrice così da non poter dimenticare del tutto.
I ricordi si offuscarono e i dubbi scomparvero.
Ognuno di noi cercó di essere felice a modo suo lasciandosi trasportare dal proprio destino.
Io continuai a ridere e a scherzare. Eppure la mia felice ricerca dell'amore si trasformò nel più profondo senso di abbandono.
Solo dopo capii che mi mancavano. Troppo tardi.
Le nostre vite non erano più legate.
Come ho già detto: le scelte sono quelle che si fanno e non si può tornare indietro per cercare di migliorarle.

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