Capitolo 8 ~Tempo alterato~

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Il ladro temeva di essere scoperto, il suo respiro si era fatto flebile ma affannato, l'ombra che aveva visto arrivare era quella del guardiano di quel posto; sicuramente lo avrebbe fatto fuori senza nemmeno avere il tempo di completare il favore per la voce nera; a meno che, non ci fosse riuscito lui per primo. Il respiro diventò sempre più veloce all'avvicinarsi del guardiano, il ladro sentiva il disegno inglobarlo sempre di più, la viscosità del colore lo avvolgeva e aveva solo una minima parte del corpo fuori, ma anche la testa stava per essere inglobata insieme al resto e il ladro ebbe appena il tempo di vedere l'aspetto del guardiano, che con sua sorpresa era un gatto, prima di perdere coscienza e finire chissà dove.

L'aria era umida, fu la prima cosa che riuscì a percepire, quasi fosse finito in un ambiente vicino al mare, il ladro riaprì gli occhi; guardò il cielo per una frazione di secondo, era diverso, non era azzurro ma completamente nero e con nuvole cariche di pioggia. Capì che con sua enorme sfortuna era finito all'interno del disegno che aveva visto sulla parete, era stato risucchiato in una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio, dove nessuno aveva mai messo piede, o almeno così credeva.Si diede dello stupido per non aver controllato che la parete non avesse incantesimi di cattura o simili e rimproverandosi mentalmente di non averci nemmeno pensato, visto che quel luogo era un fulcro di magia,  si alzò e spolverandosi i vestiti, dalla polvere del terreno, controllò se avesse ancora la borsa con gli attrezzi di mestiere.

La borsa era leggera e lui ci frugò dentro per vedere cosa gli avessero rubato, buffo no? Un ladro derubato, non succedeva  nemmeno nelle peggiori barzellette ed era una cosa così no sense che il ladro era esasperato, continuò a frugare velocemente nella borsa sperando di non aver perduto nulla di importante ma non fu così; non trovò i due oggetti che per lui avevano un valore particolare e inestimabile, li aveva rubati ad una corte magica, una di quelle più importanti, ed erano quelli che servivano maggiormente per riuscire a rintracciare le gemme che voleva,quelle con il valore più alto,  che poi rivendeva sul mercato nero. Smise di cercare, arrabbiato per la perdita degli oggetti, per alzare lo sguardo a ciò che lo circondava e capire chi avesse avuto il coraggio di prendergli gli oggetti dalla borsa. Attorno a lui vedeva lo sfondo del disegno prendere vita, così come i demoni, gli angeli, le fate e le sirene che vi erano disegnati, perchè si stavano avvicinando velocemente come a vedere chi fosse arrivato. In realtà non erano come raffigurava il disegno, felici e in pace o almeno senza la paura disegnata sui volti, li guardò: i loro corpi presentavano segni di milioni di battaglie e avevano tutti un'aria truce e senza scrupoli, altro che aria felice e spensierata!

Lo accerchiarono e gli puntarono le armi contro, qualcuno disse qualcosa ma lui non capì un accidenti, la testa gli scoppiava e il taglio sul viso gli bruciava terribilmente. Gli abitanti di quello spazio sembravano sempre in guerra, gli angeli stavano discutendo con i demoni, gli elfi e le fate con le sirene e sembrava che quest'ultime avessero in pugno la discussione, sembrava di essere finiti in un posto dove le eterne guerre non finivano e continuavano all'infinito o fino a quando una delle parti non soccombeva definitivamente, uno spettacolo orribile e senza pace, anche per lui, che di guerre ne aveva attraversate negli anni, lo spettacolo che aveva davanti agli occhi era dei migliori poi notò che si erano avvicinati tutti e  vide che ora lo stavano guardando come se fosse una nuova recluta da portare dalla loro parte; anche se si e no erano due minuti che era li...già...quanti minuti erano passati? Si chiedeva. Non lo capiva, i sensi erano troppo annebbiati. Sembrava che il tempo scorresse con una velocità diversa da quella che conosceva. Il ladro si allontanò di pochi passi, e tutti quanti lo seguirono accerchiandolo nuovamente, arretrò fino ad arrivare al margine del bosco disegnato nel muro, era sfinito,  anche perchè sembrava che quel luogo risucchiasse la magia, e si appoggiò pesantemente ad uno degli alberi, intanto gli altri si erano ammutoliti per lo stupore, cercavano di parlargli, come per dirgli di doversene andare da lì ma il ladro non capì e rimase dov'era. L'albero si mosse e lo catturò in una frazione di secondi, che per lui sembrarono minuti, e gli arbusti vicini cominciarono a cacciare la popolazione che miseramente oppose resistenza con le scarse armi a loro disposizione alle potenti sferzate di rami, il ladro non capì più niente e svenì battendo la testa su qualcosa; anche l'ultima scintilla di potere lo abbandonò.

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