Capitolo 7 - Un Amico

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Un silenzio assordante mi circonda, l'unico rumore che si sente è lo scoppiettio della legna che arde.

La luce soffusa del fuoco illumina il suo viso, donandogli un'aria di mistero. Il modo in cui mi guarda mi rende tremendamente nervosa e lusingata contemporaneamente.

Lo vedo esitare, ma poi scaccia il suo dubbio rivolgendomi la parola.

<Hai fame? E' da quasi due giorni che non mangi.> lo dice mentre si sporge leggermente verso di me, congiungendo le mani e mettendo in risalto gl'evidenti muscoli .

Bene, adesso so' da quanto tempo mi trovo qui, una domanda in meno da fare.

Due secondi dopo, come risvegliato, il mio stomaco brontola facendo ridacchiare Noah.

<Lo prendo come un sì.> si mette in piedi e devo alzare il viso per guardarlo in faccia, mi porge la mano e timidamente l'afferro.

E' caldissima.

Apre la porta, quando i corpi di Soraya, Becka e Lysa cadono rovinosamente a terra mentre dietro di loro Caleb, Chris e Sam hanno l'espressione di chi ha appena commesso un reato.

Le quali peggiorano quando hanno un conttatto visivo con lo sguardo corruciato di Noah.

Colti con le mani nel sacco iniziano a balbettare scuse incomprensibili, come se avessero timore del ragazzone accanto a me.

La situazione è talmente esilarante che non riesco a trattenere una risata, facendo entrare in uno stato di confusione "i colpevoli del reato", il che mi fa' ridere ancora di più.

Vedo Noah rilassarsi, accennare un sorriso e scuotendo la testa mi guarda divertito.

<Forse è meglio se andiamo, davvero stavolta...> Soraya prende parola , ma la interrompo subito.

<No, non fa' nulla. Volete venire con noi?> Noah sembra un po' infastidito dalla mia proposta, ma non dice nulla.

Volgo lo sguardo ai ragazzi per vedere le loro risposte che, dopo un cenno d'assenso del più grande dei fratelli, annuiscono. Ci dirigiamo così tutti quanti verso la cucina.

Entrata nella stanza vengo circondata da un mobilio fatto quasi interamente di legno. Mi guardo un po' intorno spaesata mentre la mano di Soraya si posa sulla mia schiena e mi fa' accomodare in una delle sedie del tavolo.

<Ehm, allora...devi sapere che noi non siamo degl'ottimi cuochi... solitamente cucina per noi la Signora Aida, ma sfortunatamente è il suo giorno libero...> si riuniscono tutti attorno a me, mentre Becka cerca di spiegare che probabilmente non mangerò un piatto caldo oppure lo mangerò ma non sarà buono.

<Se...se non vi crea disturbo posso cucinare io...> mi sento abbastanza in soggezione. Porto una ciocca di capelli, ricadutami sul viso, dietro l'orecchio mentre scruto leggermente intimorita le loro espressioni. Per ultimo guardo Noah, il quale sorride e risponde con un semplice "ok".

Pensavo che la risposta sarebbe stata solo quella, mi sbagliavo.

<...Solo se cucini anche per tutti noi.> ghigna Noah, come se volesse farmi un dispetto. Inizialmente lo guardo stranita, chiedendomi se fossero in grado di cuninarsi almeno un piatto di pasta, e iniziando a far uscire la parte menefreghista di me. Sto per dire qualcosa di poco gradevole, quando mi ricordo di essere ospitata da quella stravagante famiglia, tenedo così la mia lingua a freno.

<Va bene, siamo solo noi?> faccio finta di nulla e guardo Noah, in un misto tra il sorpreso e il divertito, che fa' un accenno d'assenso.

<Avete mai assaggiato la carbonara?> dico mentre mi dirigo verso il frigorifero, deducendo che alcuni ingradienti fossero lì.

Black Wolf - La Maledizione Del TempoWhere stories live. Discover now