Capitolo 10 - "Piccola Arya"

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POV'S NOAH

É già sera inoltrata, le stelle sono come dei piccoli diamanti incastonati nel buio, la luna invece splende più che mai.
Mi piace pensare che è felice per me, per aver finalmente trovato la mia mate.

Sposto lo sguardo dalla finestra e riprendo ad ammirare Zoe.
Si è addormentata tra le mie braccia.
Con una mano la tengo stretta a me, circondandole la schiena, con l'altra invece prendo ad accarezzarle, con un tocco quasi del tutto impercettibile, la guancia.
Siamo ancora semi distesi sul piccolo divanetto, l'unica fonte di luce proviene dal caminetto.

Sono felice che l'abbia presa bene la storia dei licantropi, anche se avrei preferito che non l'avesse scoperto così.

Della nostra conversazione però mi ha colpito il modo tranquillo con cui mi raccontava il sogno.
Perché la Dea Luna le è apparsa in sogno?

I miei pensieri vengono interrotti da dei leggeri mugolii di Zoe, la quale strofina con mosse lente il viso sul mio petto, accoccolandosi sempre di più.
Una ciocca di capelli ramati ricade sul suo viso, abbandonato ormai al sonno.
Credo sia meglio portarla in un letto vero.

Con movimenti silenziosi e cercando di non svegliarla, la prendo a mò di sposa.
Il mio profumo su di lei mi manda in estasi.
Un lievissimo sorriso si forma sulle sue labbra e poi un sussurro.<Noah...>É quasi impercettibile, ma grazie all'udito di lupo lo sento chiaramente.
Cammino per il corridoio con lei in braccio e con la gioia stampata sul viso.

Sono felice, davvero.

Prima sentivo come un vuoto, come se mi mancasse qualcosa, un pezzo mancante del puzzle della mia anima. Non credevo che due occhi ambrati riuscirrero a colmare la voragine dentro di me.

Mi sbagliavo, eccome se mi sbagliavo.

Ricordo la prima volta che l'ho vista. Dondolava i piedi nell'acqua, lo sgurdo pensieroso, mentre dei raggi di sole filtravano leggermente dalle fronde degl'alberi illuminandola dolcemente.
Rimasi per minuti interi ad ammirarla senza che lei se ne accorgesse, talmente assorta nei suoi pensieri.

Lì capii. Lei sarebbe diventata la mia luna, a qualunque costo.

Mi ritrovo davanti alla mia camera, apro la porta facendo attenzione alla mia Luna.
La distesi adagio sul mio letto, lascianola riposare serena.
Le lascio un piccolo bacio sulla punta del naso e, avvicinandomi cautamente al suo orecchio sinistro, le sussurro un delicato "buona notte".

Esco dalla camera da letto e vado nel mio ufficio, in quanto Alpha devo occuparmi delle faccende burocratiche del branco.
Mi metto a lavoro, ma vengo continuamente interrotto dai pensieri che vorticano nella mia testa. Tutti riguardanti Zoe e il suo sogno. É una cosa del tutto inusuale che la Dea Luna si mostri a qualcuno.

Forse è meglio che domani faccia visita a Selina...

POV'S ZOE

Apro gli occhi. Un raggio di luce mi abbaglia, sposto una mano davanti al mio viso.
Mi guardo intorno con fare confuso, mi ritrovo nuovamente nella piccola radura dei miei sogni. I miei capelli, sparpagliati sul terreno, si confondono tra i ciuffi d'erba.

Mi alzo.

Sono vestita con un lungo abito bianco, quasi trasparente ma per nulla volgare. Ho i piedi privi di una qualsiasi calzatura.
Mi sento come attratta da qualcosa che non vedo. Inizio a camminare, incurante di qualunque cosa mi si sussegua nella mia mente.

Questo non è come l'altro sogno, qui provo emozioni diverse.
Mi sento piena di coraggio, sicurezza; per non parlare della curiosità e dell'impazienza.

Ma impaziente per cosa?

I miei passi si fanno più veloci, il mio corpo sa perfettamente dove andare, al contrario il mio cervello non ha la minima idea di dove io sia.
Imprimo nella mente, però, ogni insignificante dettaglio, dal più piccolo cespuglio al più alto degl'alberi.

Salgo su una piccola collina.
L'attrazione aumenta e così anche il mio passo, mi muovo sempre più veloce.
Riesco a scorgere la fine degl'alti tronchi.

Mi fermo, oltrepassata l'ultima pianta. Ho l'affanno per la corsa, il cuore galoppa forte nel petto.

Qualcosa cattura la mia attenzione.

É un ragazzo, o meglio un uomo.
É seduto sull'orlo del precipizio, con le gambe a penzoloni nello spazio sottostante. La schiena leggermente ricurva, il capo rivolto verso l'orizzonte, un sospiro carico di maliconia esce con forza dai suoi polmoni. Ha dei folti riccioli che sfumano da un castano scuro a uno più ramato, la pelle ha un colorito bronzeo.
É coperto da un semplice chitone bianco e porpora con rifinimenti in oro.

Avanzo di un passo, lui sembra accorgersi finalmente di me. Si volta leggermente col capo, dandomi la visuale del suo profilo. Mi guarda con la coda dell'occhio, per poi abbozzare un sorriso dolce.
Torna a guardare quello che tra poco sarà un bellissimo tramonto mentre con la mano destra mi fa segno di sedermi accanto a lui.

Acconsento senza fiatare.

I miei piedi sospesi nel vuoto mi danno un senso di libertà, mentre l'uomo accanto a me diffonde sicurezza, come un abbraccio in cui non si parla ma che ti trasmette protezione o la garanzia che non ti ferirà mai; come un fratello, come un padre.

Lo guardo, ha il naso dritto e delle labbra carnose sono lievemente più rosee, mi incuriosiscono molto i suoi occhi color miele, molto simili ai miei...

<Devo raccontarti una storia...> Inizia a parlare dal nulla, ha una voce calda. <... è la storia di due amanti, anche se un po' tragica.> Sorride, ma si vede chiaramente che gl'occhi lo tradiscono.
<Tanto tempo fa' il Dio Sole e la Dea Luna s'innamorarono. Essi insieme erano felici, lui amava lei e lei amava lui; era tutto perfetto... A qualcuno però non aggradava la loro relazione. Il Tempo, infatuato della Luna, decise di dividerli ponendo fine a un loro. I due ragazzi però riuscirono ad incontrarsi per poco più di un'ora. Lì, dove il sole cala e la luna s'innalza.> Disse l'ultima frase voltandosi verso di me e indicandomi con un dito l'orizzonte.

Pendo totalmente dalle sue labbra.

<Lei, però, rimase incinta di una bellissima bambina. Il Tempo, adirato e in cerca di vendetta, maledisse la piccola creaturina: avrebbe vissuto sino a 25 anni e 6 mesi esatti, poi sarebbe morta per amore. Quella era l'eta esatta della Luna quando partorì. I due Dei erano erano distrutti all'idea di perdere la loro bambina.> Una lacrima salata sfugge da i suoi occhi, subito l'asciuga con il dorso della mano cercando di nasconderla.

Mi si strazia il cuore, è come se sentissi un po' del suo dolore.

<La Morte, però, decise di ridurre la pena dei due amanti. Non potendo estinguere la maledizione, decise che dopo l'ultimo suo respiro sarebbe rinata in una famiglia umana. Si sarebbe salvata solo se avesse provato vero amore. Gli anni passarono e la sua morte arrivò, molte, troppe volte. Così la Dea Luna decise di creare i licantropi, delle creature metà uomo metà lupo, gli unici ad amare incondizionalmente a prima vista, sperando che la figlia un giorno potesse essere la sposa di uno di questi.> Mi guarda negl'occhi mentre mi prende la mano e dolcemente prende ad accarezzarne il dorso.

Pochi minuti e il sole scomparirà del tutto, lasciando spazio alla notte.

<Non sei sbagliata. Sei per pochi, è diverso.> É sincero, lo vedo. Abbozzo un sorriso e come se mi leggesse dentro, come se sapesse tutto di me.

<Chi sei?> Inclino leggermente il capo.

<Mi chiamo Sole, piccola Arya.> Mi guarda con amore. Mi accarezza affettuosamente le gote e mi lascia un piccolo bacio in fronte.

<Svegliati Arya, apri gli occhi.>

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Hey ciao! Come promesso, un capitolo alla settimana. Vi sta piacendo la storia? Se è sì lasciate una stellina e un commento!♥

Black Wolf - La Maledizione Del TempoWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu