Capitolo 22

Depuis le début
                                    

Lei si voltò verso di me, la sua espressione chiaramente preoccupata mitigata da un sorriso sincero. «Sono contenta. Mi fido di Michele.» Poi aggiunse, perplessa: «Ma non eri in ritardo?»

«CAVOLO!»

Scoccando un ultimo sguardo colmo di desiderio su ciò che sfrigolava sui fornelli, mi preparai a malincuore un toast, che finii in tre morsi lungo il tragitto da casa mia al maneggio.

Quando arrivai, trafelata, trovai Michele da solo ad attendermi, sulla soglia del Club House.

«Scusa il ritardo!» esclamai, senza fiato. «La sveglia non ha suonato.»

Per tutta risposta, Michele mi rivolse un sorriso sornione. Prima che potessi aprire bocca per chiedergli spiegazioni, lui mi informò che alla fine le ragazze, sapendo che nel pomeriggio ci saremmo allenate come ogni giorno in vista della gara, quella mattina avevano optato per una passeggiata insieme ad Azzurra. Morale della favola: Michele aveva tutta la mattina libera da dedicarmi.

«Non mi sembri troppo contenta» osservò lui perplesso, quand'ebbe finito.

Scacciai il pensiero dei pancakes a cui avevo eroicamente rinunciato per la causa in un angolo della mente.

«Scusa, ero sovrappensiero. Vado a prendere Killer.»


Il baio mi attendeva in paddock, come al solito, ma quasi mi venne un coccolone quando vidi che mi stava venendo incontro insieme a Tramontana.

Mi sfregai gli occhi per essere sicura che non vi fosse solo la cavalla morella: no, non ci vedevo doppio, Killer e Tramontana stavano davvero trottando nella mia direzione.

Mi dovetti appoggiare alla staccionata del paddock – evitando il filo della corrente per un pelo – per riprendermi dallo shock.

Trattenendomi a stento dal gridare di gioia, entrai nel paddock e andai loro incontro, strapazzando i loro musi con affetto. Tramontana si lasciò coccolare come un cucciolo, mentre Killer resistette stoicamente dieci secondi prima di farmi le orecchie.

«Ora sì che ti riconosco»mormorai, ridendo.

Gli misi capezza e longhina e lo condussi verso l'uscita, perdendomi nell'osservare i suoi movimenti aggraziati, i muscoli che si intravedevano ad ogni suo passo, il pelo lucido e sano malgrado qualche traccia di fanghiglia, gli occhi sereni. Era più bello che mai. Ed era merito nostro.

Dopo aver chiuso il cancello, Killer ed io ci avviammo lungo il sentiero in direzione del maneggio, con Tramontana che, lungi dal lasciarci andare via, ci venne dietro nitrendo fin quanto glielo consentiva il paddock. Non vedendola più al nostro fianco, il baio si voltò nella sua direzione e nitrì. Osservai quella scena ad occhi sgranati, nel notare quanto poco ci era voluto perché i due si imbrancassero.

Killer esitava ed io lo spronai appena perché voltasse la testa e riprendesse a camminare. Cercò di opporsi, ma la sua resistenza durò poco e in un attimo tornammo a procedere spediti. Mentre costeggiavamo i paddock, mi cadde l'occhio su quello di Wind e mi accorsi che era vuoto.

«Wind non è in paddock?»  domandai a Michele, quando ebbi portato Killer nelle poste per strigliarlo, l'istruttore che ci ronzava attorno in trepidante attesa.

Lui si bloccò. «No. È in passeggiata con Deborah.»

Mi voltai verso di lui, così rapidamente che Killer trasalì. «Sul serio?» esclamai, emozionata.

Michele mi sorrise. «Sì. Ieri pomeriggio l'ho montato io per portare le ragazze in passeggiata ed è stato bravissimo. Era pronto, Sarah.»

Annuii. Potevo immaginare quel che intendeva, la sicurezza che il grigio gli doveva aver trasmesso in sella, ma il suo cambiamento era radicale e sarebbe saltato all'occhio di chiunque. 

My dream come trueOù les histoires vivent. Découvrez maintenant