Brokenheart

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"Non credo di voler stare più con te.
Sono venuta qui pensando di chiederti una pausa, ma ora non so se chiedertela, o dirti che non voglio più stare con te."

Erano quasi due anni che Ruby ed Andrea stavano insieme.
Andrea sentì il mondo crollare sotto ai piedi. Non se lo aspettava minimamente.
Sì, sapeva che le cose non andavano bene, sapeva che avevano litigato l'ultima volta che si erano sentite, sapeva anche fosse colpa sua.
Ma era anche vero che erano settimane che non si vedevano, e trovava comprensibile ci fossero crisi o incomprensioni a distanza.

Ma non era quello il punto, il punto era che il loro amore non era così. Non aveva mai pensato potesse essere così, che si sbriciolasse tanto facilmente.
Era sempre stato un amore vero, o almeno così credeva, credeva fossero parole vere i "ti amo" i "per sempre". Per lei erano reali, ci aveva creduto ciecamente fino ad un attimo prima, erano certezza.

Le lacrime le riempirono gli occhi.
"Stai... stai scherzando? Non..." la voce spezzata, ed un sorriso ironico a farsi beffe del proprio dolore.
Non voleva crederci.

"No, non sto scherzando. Voglio che ci lasciamo, credo. Non lo so.
Mi dispiace, ma non ce la faccio più. Devo ancora decidere, ma così non va." l'apatia nello sguardo di Ruby e le sue parole fredde, frantumarono ogni centimetro del suo cuore, facendolo rimbombare nella sua testa.

Le lacrime presero a sgorgare, il dolore era troppo forte.
Singhiozzava sentendo il petto spezzato, di un dolore tanto forte da poter vomitare. Era come morire atrocemente. Sentiva la propria anima affogare, boccheggiando per aria, per amore.
Andrea si attorciglió a sé stessa, cadendo sul letto a riccio, di fianco a lei, che seduta, la guardava impassibile.

"No... ti prego."
Era un dolore troppo immenso, quello di un amore vero che cade. Era un dolore troppo crudele, che la trascinava verso il fondo. Aveva bisogno di amore, la paura di morire di mancanza la spezzò.
"Non mi lasciare... ti prego..." supplicó per amore, sentendosi tanto piccola, come una bambina lasciata sola ad agonizzare.

Ma Ruby immobile, apatica, senza alcuna empatia addosso.
Ripeteva solo le stesse cose, senza sforzarsi troppo, con solo un "Mi dispiace" tra i denti.
Andrea non la riconosceva.
Quella non era la sua Ruby, non l'aveva mai vista così.
Si sentì tradita, non sapeva chi fosse quella ragazza sul suo letto, col volto del suo amore. Quella ragazza talmente glaciale da rendere l'aria gelida.
Una malata sensazione la trascinó fuori dalla realtà.

Con fatica riuscì a smettere di piangere, uscendo dal morso della disperazione. Aveva il volta stomaco.
Esausta dal pianto e dalle emozioni andò a sedersi nel balcone di camera sua. Si concentrò sull'azzurro del cielo per calmarsi.
Lo faceva sempre.

Pensò che il suo dolore fosse minuscolo nella vastità della terra, pensò che la fuori qualcun'altro stava soffrendo, qualcuno si stava lasciando, qualcuno stava facendo l'amore, qualcuno stava morendo, qualcuno stava nascendo, qualcuno rideva.
Pensò che tutta quella vita stava accadendo nello stesso istante in cui lei guardava il cielo, sotto lo stesso cielo.
Pensò che non era la fine del mondo, che la vita era enorme e quel dolore per quanto atroce, non era la cosa peggiore, era risolvibile, non cancellava l'amore.

Decise che avrebbe provato a riconquistarla, che sarebbe migliorata.
Aveva capito i propri errori, Ruby aveva ragione ad essere stufa, non avrebbe fatto gli stessi sbagli, sarebbe cambiata.

Perché?
Perché Andrea amava con tutto il cuore Ruby e non voleva, non poteva lasciarla andare. Non voleva smettere di proteggerla, di sostenerla, di vederla crescere, di darle amore.
Aveva sbagliato, ma poteva risolverlo, non c'era cosa che ne valesse di più la pena.

Rientrò.
L'aria della stanza era tossica.
"Non so forse è meglio vada...
Non mi sembra giusto dormire qui."

"No. Rimani, ormai è tardi.
Non è un problema.
Ma ti prego possiamo parlarne fuori? Usciamo." suggerì Andre.

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