XIII ATTO - Schadenfreude

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Scappai via, come se avessi realizzato qualcosa. Corsi a casa, ma in realtà non avevo alcunché. Passai il tempo al telefono, pensando a lei. Mi capitò di guardare le nostre foto, insieme, e piansi. Che senso avevano quelle foto? Avevo passato tutto questo tempo scattandole senza mai dargli importanza ed ora che non la potevo toccare, ne sentivo il bisogno. Allora che senso avevano i ricordi se mi facevano stare tanto male? E poi la vidi, quell'unica foto dove lei era spontanea e me ne innamorai di nuovo, feci una risata e capii. Se non amavo Minju, avevo imparato ad amarla. Non potevo permettere che quel sentimento scivolasse via dalle mie mani, non volevo che accadesse. Anche a umiliarmi, avrei combattuto, almeno potevo dimostrare a me stessa di amarla davvero. Strinsi i denti e provai a contattarla, ma scoprii che mi aveva bloccato ovunque. Non avevo modo di rintracciarla. Buttai il telefono sul letto e mi accasciai per terra. Ero pronta ad arrendermi.

No, non potevo farlo. Certe volte basta una parola per cambiare il futuro, volevo che quella parola uscisse dalla mia bocca, ad ogni costo. Andai a casa sua, ma nessuno si decideva a rispondere. Mi aveva totalmente ghostato dalla sua vita. Pensavo avesse ragione a farlo, ma dovevo dirle almeno cosa provavo, si meritava delle risposte che io non ebbi il coraggio di darle. Chiesi a mio cugino Jun se avesse suoi contatti, ma come c'era da aspettarselo la conosceva appena. L'unica persona che ero certa avesse suoi contatti era Taewon. Cazzo, proprio lui.

Stavo per rigettare la spugna, ma ormai ero un treno che non poteva fermarsi, decisa lo contattai e provai a farmi sputare qualche informazione, ma come c'era da aspettarselo non fu cosa facile.

-Perché vuoi sapere di Minju?

Provai a non dargli soddisfazioni.

-È per lei che mi hai lasciato dunque, eh.

Provava quasi piacere a dirmi quelle cose.

-Va bene, ti dirò dove puoi trovarla, però devi venire da me.

Perché sarei dovuta andare da lui? Eppure, un'altra volta mi aveva in pugno e non feci altro che assecondarlo pur di farmi dire quello che volevo.

Bussai alla sua porta, quella porta che ormai disprezzavo con tutta me stessa visto che si era legata a così tanti brutti ricordi. Taewon sembrava aspettarmi vista la rapidità con cui mi aprì.

-Te lo dico subito, vuoi sapere dov'è Minju? Voglio che mi scopi un'ultima volta.

-Cosa?

Non avrei voluto dargli pure quella soddisfazione, ma per Minju, per il suo amore, avrei fatto anche questo. Se non potevo oppormi, almeno avrei fatto attenzione a non goderne. Per me, per Minju. Inaspettatamente, Taewon si rivelò essere ciò che Minju con disperazione stava cercando di evitare.

Mi indicò la camera, come se fosse stata la prima volta e buttatosi sul letto, si aspettò qualcosa da me. Non provai nemmeno ad essere seducente. Volevo che quella scopata fosse di dolore, volevo fargli sentire cosa stessi provando e feci di tutto pur di riuscirci. Mi spogliai frettolosamente e aggrappandomi a lui gli graffiai la schiena. I solchi del letto si fecero più profondi tanto da potermici nascondere dentro. Quasi volevo nascondermici, ma Taewon non me lo permise. Quando finimmo, vidi dello stupore nei suoi occhi.

-Non pensavo fossi così energica, devo aver sbagliato qualcosa per non essermene accorto prima. Sennò avrei fatto di tutto per farti mia.

Anche quella volta, il mio intento venne travisato e finii per fargli un piacere.

-Quindi? Dove sta?

-Così di fretta? Potresti anche fermarti qui per la notte, no?

-Non era un'offerta.

Taewon, un po' seccato, un po' divertito scostò quel poco di coperte che ancora gli rimanevano addosso e alzandosi dal letto andò sulla scrivania.

-Va bene, sarò anche stronzo, ma non sono così orribile come ti immagini. Minju ha una casa per le vacanze e in questo periodo sono abbastanza sicuro che sia lì. Ecco, questo è l'indirizzo.

Taewon mi passò un post-it e io, prendendo le mie cose me ne andai.

Effettivamente mi domandai come fossimo arrivati a questo punto. Il ragazzo che consideravo la mia salvezza, libero come sarei voluta esserlo io, finì per rivelarsi tutt'altro. Perché? E quasi fui tentata di chiederlo. Anzi, tornai indietro e lo feci:

-Perché mi hai sempre trattata così?

Taewon mi guardò sbigottito non aspettandosi una domanda del genere.

-Non lo vorresti sapere.

-Sì, lo voglio sapere.

Mi fece aspettare mentre si rivestì, forse nemmeno lui ci aveva mai pensato.

-Ecco, non riesco a stringere legami affettivi seri. Non ce la faccio, a pensarci mi sento già in gabbia. Con te ci ho provato, ma me ne sono pentito fin da subito. Però... come potevo lasciarti, ti eri innamorata di me e io ti avevo illuso.

-Quindi era meglio farmi soffire in questo modo?

Stette per dire qualcosa, ma si fermò, pensandoci sopra.

-Forse in fondo, non volevo separarmi da te.

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