12. Addio

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12. Addio

Il sole del tramonto stava illuminando tutta la camera, rendendo l'addio ancora più doloroso. Stavo preparando la mia valigia perché, sebbene i dubbi, Matthew alla fine mi aveva convinta: sarei partita con lui e tornata in Scozia dalla mia famiglia. Era veramente troppo rischioso per me stare in giro senza alcuna protezione.

«Sei pronta?» mi domandò Matt, entrando nella camera da letto.

Annuii, spostando la valigia da sopra il letto al pavimento.

Matt si sedette sul posto libero che avevo lasciando spostando la valigia e mi prese il volto tra le sue mani «Va tutto bene?».

Spostai il mio sguardo nei suoi occhi e annuii, dopo alcuni istanti.

«So che è difficile accettarlo per te, Carrie. Ma è per il tuo bene, fidati» disse dandomi un bacio a stampo. «Billy e Vicky ci stanno aspettando fuori. Sono già in macchina» aggiunse, dopo.

Presi la mia valigia, Matthew prese la sua e le portammo fuori dall'appartamento.

Quando fummo all'aperto alzai gli occhi al cielo e studiai il cielo soleggiato di Parigi.


Ah, quanto mi mancherà Parigi, pensai malinconica.

Il sole mi colpì in viso e sentii le mie ossa scaldarsi. Gli uccellini sugli alberi cinguettavano felici, mentre io, ancora con la mia valigia in mano, ero triste.

«Carrie, va tutto bene?» mi domandò Matthew, accanto a me.


Non mi ero accorta che mi si era avvicinato, tant'è che quando parlò sobbalzai. Lui avendo colto la mia reazione, avvicinò la sua mano al mio viso e mi accarezzò la guancia. Io risposi alla sua carezza, muovendo il viso al suo stesso ritmo e poi coprii la sua mano con la mia.

«Ti amo così tanto, Carrie» mormorò con voce roca, guardandomi negli occhi.

«Anche io, Matthew» replicai.

Lui sorrise. «Devi sempre avere l'ultima parola, eh?» mi schernì.

«Bhè, certo» risposi io, ormai con il cenno di un sorriso sul volto.

«Ragazzi» gridò Billy dall'interno della macchina, con il finestrino abbassato «è ora di andare, o perderete il volo!»

Matt gli fece un segno, e Billy rientrò con la testa nella macchina.

«Che pizza,» borbottai «ci devono sempre interrompere»

Matt rise di gusto, prendendomi per mano e portandomi verso l'automobile.

Dopo una decina di minuti arrivammo all’entrata dell’aeroporto di Parigi. Scesi dall’auto, presi la mia valigia e mi voltai per salutare Billy e Vicky, che sarebbero rimasti ancora un po’ a Parigi.

«Non mi sento sicura, lasciandovi qui da soli» mormorai, dispiaciuta e anche spaventata.

«Staremo bene, Carrie» disse Billy, sorridendomi forzatamente.

Annuii, cercando di convincermi.

«Forza Carrie,» mi chiamò Matt che aveva già preso un carrello per le valigie «saluta, che dobbiamo andare»

Mi voltai verso Vicky per salutarla, ma stava salutando Matthew con troppo affetto: continuava ad abbracciarlo e baciarlo sulla guancia.

«Andiamo, Matt!» lo intimai, cercando una scusa per staccargli di dosso Vicky.

Matt lasciò Vicky, a cui fece una carezza sulla testa, e poi entrò con me nell’aeroporto, per fare il check-in.

«Buongiorno» fece la ragazza aldilà del bancone.

Segni nell'oscuritàWhere stories live. Discover now