3. L'Arrivo

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CAPITOLO TRE:

L'Arrivo

Per arrivare all'aeroporto di Los Angeles non ci mettemmo molto, ma poiché ero molto stanca, rallentai ancora di più il viaggio.

Dormii a lungo in aereo, e sapevo che Matt avrebbe fatto la guardia tutta la notte. In fondo ero la Principessa della Nuova Stirpe, quindi ero preziosa per la mia famiglia. Ed era anche per questo che mio padre mi voleva vicino a lui. Ma anche perché Matthew aveva un grande senso di protezione nei miei confronti, forse anche dovuto al fatto che fossi una delle più giovani nella mia famiglia. Ero sempre stata la sorellina minore. Di tutti.

Venni svegliata dagli invadenti raggi di sole che stavano venendo fuori dalle nuvole. Mi stropicciai gli occhi stanchi. Ero sicura di avere due enormi borse nere sotto agli occhi, ma tanto non me ne importava. Matthew mi aveva visto in condizioni peggiori.

Sbadigliai e buttai lo sguardo fuori dall'oblò dell'aereo per godermi il paesaggio mozzafiato che mi si apriva davanti. Non ero abituata a volare e quindi quello spettacolo straordinario lo avevo visto solo un paio di volte in tutta la mia vita. E poi, avrei potuto anche vederlo mille volte, ma non mi sarei mai stancata di ammirare la bellezza della natura.

Mi voltai dalla parte opposta, e alla mia sinistra trovai Matt. Era appoggiato con la testa alla mia spalla, e dormiva profondamente.

Poveretto... sarà stanco morto.

Lo studiai in volto per qualche istante, incantata dalla sua bellezza angelica. Quando dormiva sembrava così rilassato.

Notai la sua pelle chiara, probabilmente dovuta al fatto che vivendo in Scozia non poteva godersi tanto sole. Io, d'altro canto, avevo la carnagione molto scura: a Los Angeles era impossibile non essere abbronzati con più di duecento giorni all'anno di sole.

I suoi bellissimi capelli castani brillavano al sole. Notai anche il suo naso e la sua bocca... Mi balenò subito la sensazione che provai quando mi aveva baciato la fronte. Le sue labbra morbide, carnose e calde.

Mi morsi il labbro, tentando di sopprimere la mia voglia di accarezzarlo.

« Perché mi stai fissando? » domandò Matt, aprendo l'occhio destro.

Arrossii violentemente, spostando immediatamente lo sguardo da un'altra parte.

« Carrie, perché mi fissavi? » chiese con la voce ancora impastata dal sonno.

Non sapendo cosa rispondere, cercai di buttarla sempre sul ridere per sdrammatizzare.

« Sai Matt, ho notato che hai delle rughe. Si vede che sei invecchiato » mormorai con un sorrisetto furbo.

Scosse la testa sorridendo, mentre studiava con attenzione ogni particolare del mio volto.

« Carrie, mi mancavano le tue stupide battutine da terza elementare. »

Aprii la bocca, come scioccata e offesa per ciò che aveva appena detto.

« Ehi! » lo ammonii ridendo e iniziando a fargli il solletico.

Lui si unì a me nella risata e cominciò a divincolarsi.

« Smettila! Smettila, Carrie! » esclamò sempre ridendo, e cercando di afferrare le mie mani.

Continuammo così solo per una decina di secondi, perché poi Matt riuscì a catturarmi e con sguardo vittorioso, mi tirò verso di lui.

In un attimo mi trovai a pochi centimetri dal suo volto. Il sorriso, che avevo fino a un momento prima, scomparve e tornai seria. Lui fece lo stesso.

Segni nell'oscuritàWhere stories live. Discover now