𝟬𝟰 ➳ «𝗜𝗻𝗴𝗮𝗻𝗻𝗼.»

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Premessa: Nonostante i parenti di Louis e Harry siano quasi del tutto assenti durante lo sviluppo di questa storia vorrei specificare che tutti loro saranno completamente inventati, quindi nel nome, aspetto e carattere. Questo è perché non mi piace prendere i nomi veri della loro famiglia, è una cosa che ho sempre odiato fare. Detto ciò spero non vi dia tanto fastidio come particolare, è semplicemente una mia preferenza! xx


Quarto capitolo.
Inganno.


Aprile, 2017

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Aprile, 2017.

Raissa era agiatamente seduta sull'ariosa poltrona in pelle nera posta al centro del copioso soggiorno della villa Tomlinson, dove suo cugino, nonché suo capo, risiedeva immerso nel nulla. I suoi lunghi capelli rossi, lasciati ricadere in dei morbidi boccoli sulle sue spalle, erano assestati sulla superficie di quell'arredo, dando colore a quella stanza priva di vivacità. Lì sembrava tutto così triste, fra suo cugino sempre di malumore e gli arredi scuri sembrava di essere veramente sotto ostaggio. Nel mentre, con cipigli tediati, obbiettava la smorfia tormentata che prendeva parte sul volto di Louis. Quest'ultimo, d'altro canto, era smarrito nelle sue solite apprensioni, non potendo eludere quella strana sensazione che provava nel petto. Non sapeva con certezza del perché si sentisse in quel mondo, sapeva solo che Harry ne era la fonte. Come al solito, cazzo, si disse fra sé e sé sbuffando. Era totalmente sicuro del fatto che Harry avrebbe abbordato al falso rapimento, specialmente se questo era avvenuto per causa sua. Lo conosceva bene, sapeva i suoi punti deboli. Sapeva i suoi punti forti. Sapeva dove attaccare. Ma comunque, in cuor suo, sapeva che qualcosa non stava andando secondo i piani.

"Lou?" asserì Raissa spezzando il silenzio che vi era fino a poco prima, guadagnandosi uno sguardo focoso da parte del ragazzo. "Mh?" rispose Louis con freddezza, mentre morsicava in pensiero l'unghia del pollice. "Posso chiamare almeno Amos? È sicuramente preoccupato." disse lei con esitazione, aspettandosi già una possibile risposta negativa da parte di Louis. "No. Perché mai? Rovineresti il piano. E poi, che importanza ha? Ricordati che stai con lui solo per lavoro." sostenne il maggiore per poi sollevare improvvisamente il capo verso la ragazza, puntando il suo sguardo freddo dritto nei suoi occhi color giada. Gli ricordavano lui. Dannazione. Poi, con una mossa rapida, prese la sigaretta che per un lungo tempo era rimasta incastrata dietro il suo orecchio, e la inserì fra le sue fini mani. "Non è così, io... Louis credo di essermi innamorata sul serio e non so cosa fare. So che non sarebbe dovuto succedere. Ma tu sei l'unico che può capirmi davvero e-" cercò di ribadire, ma il maggiore la bloccò con un gesto estroso della mano, muovendo le dita in modo circolare. "Sta' zitta. Di certo non sarò io lo stronzo che vi impedirà di stare insieme. Solo- stai attenta, okay? Ci tengo a te, non vorrei che tu soffrissi." proferì regalandole un sorriso pieno di significato, che lei ricambiò senza esitazione. "Grazie Lou! Sei il mio cugino migliore!" disse lei salterellando sul divano, facendo sbarrare gli occhi di Louis che subito le lanciò un cuscino argentato in faccia per impedirle di muoversi ulteriormente. Nessuno doveva deteriorare le sue cose. 

Things I Can, Things I Can't.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora