capitolo 6

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Sono passati 5 anni.
5 anni di litigi con Enja.
5 anni di rapine.
5 anni senza Micol...chissá che cosa stará facendo adesso...facendo due calcoli dovrebbe essersi laureata.
La mia Micky. La mia dolce Micky.
Mi manca. A volte cerco di immaginare come sia diventata...sicuramente bellissima.

Fui informato che dovevamo rapinare un container a Roma e solo sentire il quel nome sussultai.
" é la mia occasione" pensai

Partimmo dopo poco.
Arrivati nella capitale riuscimmo subito a individuare la nostra preda. Il piano andava a gonfie vele tranne che per un particolare: avevo deciso di rimanere indietro apposta cosi da riuscire a restare in Italia.
Io e Ivan entrammo nel magazzino e trovammo il container.
Svita, fai, aggiungi, togli...scatta l'allarme. Ivan prende più banconote possibili prima di svignarsela...io rimango li con calma

" Alfred muoviti!!!"
" un attimo non trovo la maschera.."

" fermo polizia" mi sento urlare

" cazzo"
Le ultime parole di mio padre.
Da quel giorno non lo rividi più. Né lui né gli altri.

Fui incarcerato a Roma e pregavo ogni giorno di riuscire a rincontrare Micol.
E come succede a volte...a suon di preghiere...miracolo.

" Bucescu il tuo avvocato é qui" mi disse una guardia

Arrivai davanti alla stanza degli incontri. Micol era il mio pensiero fisso, ma se tutto questo fosse stato vano? E se si fosse trasferita? É sposata? Ha figli?

La guardia non fa in tempo ad aprire metá della porta che mi avvolge una vampata di calore.
Quegli occhi. Quella bocca. Micol.

Lei mi riconosce subito, ma fa finta di niente.
É comprensibile. L'ho lasciata cosi su due piedi senza mai spiegarle davvero le mie ragioni o la storia completa.

Mi seguì passo passo con il mio caso anche se in maniera fredda e passiva. In prigione senti molto parlare di lei. Nemmeno un commento negativo. Era riuscita a dare giustizia agli innocenti e condannare i colpevoli.
Molti addirittura ne erano innamorati...no calma pucci lei é mia. Mia.

Il fatidico giorno della sentenza era arrivato. Momenti di grande tensione, ma lei rimaneva ferma, decisa e passiva. Innocente. Si gira mi guarda e mi stringe la mano.

All'uscita la trovo seduta su una panchina. Ha il volto perso nel vuoto.

Decido che arrivato il mio momento
" ciao" le dico
" ciao" mi risponde
" grazie per quello che hai fatto per me"
" non devi ringraziarmi ho fatto solamente il mio lavoro"
" micol senti io..."
" cosa c"é alfred? Sparisci per 5 anni e poi pensi di poter spuntare cosi dal nulla pensando che vada tutto bene? Sai io sono andata avanti. Mi sono concentrata su me stessa ed ora sono qui. 25 anni. Avvocato senior."

Seguono attimi di silenzio, che sembrano un eternitá.

" perché te ne sei andato?" mi chiede

" é una storia lunga" le dico
" forza. Io adoro le storie lunghe"
" mio padre con l'inganno mi ha fatto tornare in romania per sposarmi. Non sapevo niente fino a quando non sono arrivato. Mi ha costretto a farti quella telefonata altrimenti ti avrebbe uccisa.
Ho lavorato per lui, ma lavorare é una parola grossa più che altro rubavamo...la tipa che ho sposato? Si lamenta tutti i giorni di tutto. La mia unica felicitá é la mia bambina di 3 anni. L'ho chiamata come te. Micol"

Il suo sguardo di ghiaccio si scioglie in tristezza. Ci abbracciamo e le dò un bacio sulla guancia.

Trascorriamo la notte insieme.
Purtroppo ho dei conti in sospeso e devo andarmene, ma tornerò. Nessuno potrá più mettersi tra noi due. Decido di scriverle una lettera.

CARA MICOL,

NON CI SONO PAROLE PER DESCRIVERE L'IMPORTANZA DELLA TUA PERSONA NELLA MIA VITA. TI HO AMATO DALLA PRIMA VOLTA IN CUI CI SIAMO SCONTRATI. QUEL 4 NOVEMBRE 2019 ME LO SONO TATUATO SUL BRACCIO SINISTRA. DUPLICE VALENZA. NON MI SCORDERÒ MAI DI TE.

CHE SEI MANCINA. CHE HAI DEI BELLISSIMI OCCHI AZZURRI CHE CAMBIANO COLORE A SECONDA DELLA LUCE. CHE QUANDO SORRIDI IL MONDO DIVENTA PIÙ BELLO. CHE QUANDO STUDI E SEI NERVOSA SEI ADORABILE.

E QUELLE LABBRA. QUELLE LABBRA A BOCCIOLO DI ROSA CHE TANTO MI HANNO SFIORATO.

TI AMO MICOL. TI AMERÒ PER SEMPRE

Alfred

Le lascio la lettera sotto la porta di casa.

Adesso devo fare i conti con il mio presente


MicolWhere stories live. Discover now