𝑪𝒆𝒕 𝒂𝒏𝒈𝒆 𝒃𝒍𝒐𝒏𝒅

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Non capisce bene la lingua e per questo sente solo come parlano, senza intervenire: il suono è gradevole alle sue orecchie abituate a sentire e a parlare esclusivamente l'Inglese oppure il Tedesco, la sua seconda lingua.

Intorno alle 23.00 il gruppo di francesi se ne va e Brian prende la decisione di continuare la scoperta di Parigi notturna; ha anche smesso di piovere e il tempo è ideale data l'aria fresca e profumata di bagnato.

Stanco dalla bella passeggiata, si ritrova presso la chiesa di St. Etienne du Mont. Senza pensarci, si siede sulla scalinata, mentre le campane battono la mezzanotte.

Ed è in quel momento che il rombare del motore di una macchina interrompe il filo dei suoi pensieri. Gira lo sguardo verso la destra, alzando il sopracciglio quando scorge la sagoma di una Peugeot 184 Landaulet guidata da un signore con i baffi e un cappello a cilindro: dentro c'è parecchia gente che ride e scherza e sembra che la macchina l'abbia scelto perchè si ferma proprio davanti a lui.

Brian rimane a bocca aperta mentre cerca di fissare l'interno della macchina per vedere quante persone siano.

Eppure è sicuro che la macchina sia proprio lì... per lui.

"Dai, su vieni!"le persone all'interno della macchina, gli sembrano parecchio eccitate mentre si sbracciano per farsi vedere da lui che continua a non capire il perchè.

"Dite a me?"chiede, e per cortesia si alza dalle scalinate e si avvicina.

Un ragazzino, dai soffici capelli gonfi castano chiaro, scende dall'auto con un bicchiere ricolmo in mano e con la voglia di ridere avvicinandosi a Brian.

"Sali in macchina, avanti." dice indicando se stesso e l'auto.
Brian lo trova incantevole.

"Credo che mi abbiate scambiato per qualcun altro." afferma titubante studiando nuovamente la macchina.

"Uh. Una peugeot d'epoca. Ho un amico che le colleziona." dice con un sorriso dando un colpetto al cofano.

"Ti portiamo a una festa." il ragazzino lo prende per mano e lo guarda promettendogli il paradiso se fosse salito, o almeno così interpreta Brian leggendo il suo sguardo.

Deglutisce e non può fare a meno di annuire, decidendo in quel momento di fare quella pazzia: sale in macchina, seguito dal ragazzo.

"Sono contento che tu abbia accettato di unirti a noi!" esclama prendendo dalla mano di una ragazza un altro calice e riempiendolo di champagne da una bottiglia che lì per lì non aveva notato, troppo preso a studiare le persone nell'abitacolo.
"Sarà una grande festa quella di stasera, vedrai." conclude facendogli l'occhiolino e mettendo in mano di Brian il calice che subito beve.

Il ragazzo allunga la mano per presentarsi "John Richard Deacon." emettendo poi una risatina accattivante, mentre la macchina parte per la sua destinazione misteriosa.

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Brian non sa per quanto tempo abbiano viaggiato ma da quello che riesce a sbirciare dai finestrini dell'auto, Parigi ha un'aria completamente diversa: i lampioni a gas, le case, i negozi e tutto di quella città appare completamente alterato.

Ma è leggermente stordito dall'euforia che impregna l'abitacolo e dal giovane John che continua a sorridergli, riempiendogli continuamente il bicchiere.

Il ragazzo gli racconta di essere un musicista jazz ed è inglese anche lui, lo può intuire dall'accento delicato ma ben presente nella sua parlata.

Continua a guardarlo, sembra di un'altra epoca; gli sorride, ha un piccolo diastema tra gli incisivi e gli dice che stanno andando da un suo caro amico.

գυєєи||οиє ѕнοτWhere stories live. Discover now