Capitolo 8: Abbandono (parte 3 di 4)

Comincia dall'inizio
                                    

Fu in quel momento che la sua mente decise di riflettere sul tempo trascorso con Ladybug. Al giorno d'oggi, il pensiero di lei gli porto speranza e coraggio, per ragioni che solo recentemente aveva iniziato a capire. Lei era una luce bellissima che brillava sempre di più, man mano che la conosceva, illuminando l'oscura prigione in cui era stato intrappolato per così tanto.

Ricordava come lei si scusava per averlo messo in pericolo come Adrien. Lei era consapevole dei suoi errori, quindi si esponeva per rimediarli. E come Chat, che era stato suo nemico per anni, anche sapendo cosa lui avesse fatto, lei voleva ancora cercare di aiutarlo a liberarsi. Ladybug era l'unica persona al di fuori della sua cerchia famigliare che sapeva della sua doppia vita. Lei non sentiva che lui non valesse la redenzione, e veramente credeva in lui. In qualche modo lei lo aveva accolto come suo partner nonostante il loro passato, nonostante il suo retroscena, nonostante sapendo chi fosse suo padre, nonostante tutto.

Riconobbe che crogiolandosi nella sua stessa fossa non avrebbe ottenuto nulla. Corrugò le sopracciglia, immerso nei pensieri. Ammettiamo che sbagliare non è una debolezza. É una forza.

Adrien si raddrizzò inconsciamente, tirando fuori coraggio e determinazione dalla fede e fiducia che Ladybug aveva in lui.

"Le persone cambiano" rispose infine, facendo un passo avanti. "Possiamo entrambi cambiare. Padre, ascolta soltanto! Abbiamo terrorizzato la città, mettendo l'intera popolazione in pericolo per così tanto, e per nulla! Non possiamo continuare a farlo" affermò, quasi pregando.

"Oh, non è per nulla." Gabriel inarcò le sopracciglia, osservando attentamente Adrien. "Pensa a quanto è successo oggi. A come mi hai deluso. Noi ci saremmo riusciti se non fosse stato per la tua totale e assoluta inettitudine." continuò con sdegno e irritazione malcelati; la sua voce suonava più fredda e più severa ora che stavano parlando faccia a faccia e non tramite un comunicatore.

Adrien strinse i pugni così forte che gli si conficcarono le unghie nei palmi. Doveva convincerlo. "Ucciderai delle persone" affermò, cercando di trattenere la voce dal tremare.

Gabriel fece un verso stizzito e un gesto con la mano con fare sprezzante. "Non essere così immaturo. Sacrifici devono essere fatti; tu e io abbiamo entrambi concordato su questo tempo fa."

"Ero un bambino!" urlò Adrien, un insopportabile calore solleticarlo alla base del collo, la tensione nella stanza quasi soffocante. "Ero un bambino spaventando che aveva appena perso la madre ed ero disperato nel riportarla indietro, e tu eri mio padre! Mi sono fidato di te, ho creduto che tu sapessi cosa fare!" Abbassò la voce, cercando di calmarsi. "Tu hai deluso ME, padre. Non il contrario. E se non ti fermerai, finirai per perdere tutta la tua famiglia."

Gabriel inspirò aspramente. "Quando avrò successo e tu riavrai tua madre indietro, indegno come sei, vedrai l'errore dei tuoi modi e implorerai il mio perdono!"

"Mamma non ti perdonerà mai se scoprirà che cosa hai fatto!" Adrien lo contrastò con enfasi. "Cosa NOI abbiamo fatto! Padre, ci stiamo sbagliando. Tutti questi anni, abbiamo fatto cose imperdonabili, causando dolore a così tanta gente! Ma possiamo mettere fine a questo ora. Possiamo finire questo e insieme troveremo un altro modo per aiutare la mamma. Ladybug può aiutarci!"

"NON nominare quel insetto! Sai che è completamente fuori questione!" Ringhiò Gabriel: "Continuerò la mia missione e così farai anche tu, se sai cos' è buono per te."

"Non posso" disse Adrien, risoluto. "Non lo faro" dichiarò, più forte stavolta. "E io non lascerò che tu faccia lo stesso. Non ferirò più altre persone innocenti. Non è quello che la mamma vorrebbe, e lo sappiamo entrambi.

Discordant Sonata (Italian)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora