Space Between Us

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Questa one shot è ispirata a The 100.

27 dicembre 3026.

«Terra, dove sei?»
Sentii la voce di mio fratello Marte chiamarmi.
«In camera» risposi debolmente, alzandomi dal letto e cercando dei vestiti puliti dentro il mio armadio, posto proprio accanto alla finestra a forma di oblò della nostra astronave, che mi permetteva ogni giorno di vedere il pianeta che portava il mio nome.
Ognuno di noi aveva una camera con una finestra che dava sul pianeta omonimo.

Presi un maglioncino marrone, un paio di pantaloni dello stesso colore, solo più scuri, la biancheria e mi diressi in bagno per riempire la vasca, mentre Marte entrava nella mia stanza.

«Come mai mi cercavi?» gli chiesi, mentre lui si sedeva sul mio letto e socchiudeva la porta del bagno, permettendomi così di spogliarmi senza essere vista, in tutta tranquillità.
«Per volere di Luna» disse semplicemente.
Sospirai, mettendo dentro la cesta i panni sporchi.
«Che cosa vuole da me?» chiesi ancora, mentre mi assicuravo che l'acqua fosse abbastanza calda da permettermi di lavarmi.
Entrai dentro la vasca.
«Allora?» continuai, sentendo che mio fratello tardava a rispondere.
«Te lo dirà lei stessa appena uscirai di qui» rispose e, prima che potessi dire altro, uscì dalla mia stanza.
Sbuffai, iniziando a lavarmi.

Che cosa voleva Luna da me?
Luna era così importante, così bella e io così... povera e brutta.
Lei aveva i capelli biondi sempre tenuti in ordine, gli occhi azzurri splendenti e un bel fisico.
Io gli occhi verdi spenti e i capelli castani sempre arruffati, quasi quanto la barba e i capelli di Marte che, nonostante fosse più piccolo di me, sembrava mio padre.
Lui aveva i capelli neri e ricci, era più alto di me e non ci assomigliavamo quasi nulla.

Dopo essermi lavata, uscii dalla vasca, mi asciugai e mi vestii, continuando a pensare al motivo per cui Luna volesse vedermi.
Non parlavamo mai.
Eravamo solo compagne dello stesso corso di allineamento dei pianeti e parlavamo solo per i compiti, appunto.
Che avesse avuto qualche problema con Sole?
Probabile.
Quella ragazza era un vero disastro.
Rischiava sempre di far bruciare qualche stazione dell'astronave, o peggio, qualche membro di essa.

Dopo aver raccolto i miei capelli in una coda alta, mi avviai verso la stazione di Luna, che era poco distante dalla mia.
Superai la stanza di Marte, che era intento a parlare animatamente con Saturno della partita di Planetpong della sera precedente, discutendone i risultati, e quella di Giove che aveva stranamente la porta spalancata.
Spinta dalla curiosità sbirciai dentro quella stanza e vidi il ragazzo di spalle che prendeva di fretta le sue cose.
«Dove stai andando?» gli chiesi, al che lui si girò di scatto.
Alzò una mano in cenno di saluto.
«Ciao Te'» mi disse, con il suo solito tono da sbruffone.
Alzai gli occhi al cielo nel sentire quel diminutivo inutile che probabilmente gli era stato trasmesso da Marte.
Terra è già un nome corto, perché abbreviarlo ancora?

«Non hai risposto alla mia domanda. Dove stai andando?» ripetei, allora fu lui ad alzare gli occhi al cielo.
«Da Luna. E da quello che so sei tu l'ospite d'onore. Per cui muoviamoci» disse, sorpassandomi e camminando davanti a me.
Accelerai il passo per stargli dietro, confusa.
«Cosa?» chiesi, mettendomi al suo fianco.
«Me l'ha detto Venere. Luna ha richiesto la tua presenza, ma non so perché.» rispose con un sorriso malizioso e divertito.
Era evidente che fosse andato a letto con Venere per l'ennesima volta per strapparle di bocca le informazioni private che riguardavano tutta la Galassia.
Venere era anche la migliore amica di Luna, e sono sicura che quell'idiota di Giove andasse a letto con lei soltanto per avvicinarsi alla padrona del satellite.
E, purtroppo, non era l'unico.
Tutti sognavano di avvicinarsi anche un minimo a Luna, sia per la sua bellezza e intelligenza sia per rubarle il satellite omonimo.

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