capitolo VIII

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Corro, e la gonna dell'abito intralcia i miei passi. Cal ancora non ha realizzato, e io lo trascino per un braccio. Improvvisamente tutto davanti a me si fa sfocato, e io agisco come se fossi in un videogioco, come sa la vita non valesse, non appartenesse a me o ad altri. Con un pugno mando via una guardia, un alone puro di energia manda via chiunque da me. Estraggo il coltello, e lo brandisco davanti a me quando qualcuno riesce ad avvicinarsi troppo. E sorrido, nonostante potrei perdere la vita, nonostante abbia un insopportabile vestito che mi aiuta per la discesa e un fantoccio da trascinare. Chiudo gli occhi, e continuo a correre, libera, sorridendo. Tutto si muove come al rallentatore, vedo l'espressione sconfitta e arrabbiata di Marya, vedo le creature con gli occhi sgranati, Cal che ride e Caleb che invece è pietrificato al suo posto mentre il padre gli grida di catturarmi. Ma questa è la mia vita, è la mia libertà, non sono cattiva, non lo sono. La luce entra a fiotti dalle finestre, e si riflette sulla mia pelle, dando un effetto brillante. Nessuno tenta di fermarmi, ormai sono pronta a correre. Ormai sono libera. E poi, tutto si ferma.

-Stop!

La Mirae ha una faccia sconvolta, offesa, e con le mani estrae a sua volta un pugnale piccolo, pieno di brillanti. Strattona Caleb per un braccio, e lo immobilizza. Gli punta un coltello alla gola. -Ferma o lo uccido.

Mi fermo e mi giro.  -Non lo faresti mai, Marya. Dopotutto è l'unica persona che ancora ti vuole un briciolo di bene.

Sembra che lei stia sul punto di scoppiare. Le sorrido, mentre il mezz'uomo sta per dirne quattro alla sua bella che quasi quasi lo uccideva. Mi giro verso il moro, che ha un'espressione parecchio divertita. Gli porgo una mano: -Andiamo?

Lui la prende. -Certo.

Così facciamo la nostra uscita trionfale, con tutti che ci guardano con le bocche spalancate e quella che ormai è la mia nemica giurata sconfitta sul nascere. Ci sono un milione di domande che mi potrei fare adesso: dove andrò? Cosa farò? Scapperò o affronterò tutto questo?

Ma ora penso solamente a quanto mi sto godendo questo attimo. Scavalco il parapetto della piattaforma, e sicura mi lascio andare giù. Scompaio nel baratro mentre intanto tutti mi guardano sconcertati e trascino giù Cal, terrorizzato. Sorrido serenamente, e poi, mi lancio un alto, noi due insieme, voliamo senza bisogno di ali. Lui mi sorride, e partiamo tutti e due avvolti nella luce dorata del giorno.

Mi giro indietro un'ultima volta. La Mirae è lì, un ricordo sempre più lontano, la candida faccia sfigurata dall'umiliazione, il suo essere così profondamente segnato in bilico sul balcone. Una mano sospesa immobile e l'altra che si graffia ripetutamente, convulsamente il volto fino a farlo diventare un cumulo di artigliate sanguinee. Rido come un'alienata, come una sadica. Era solo un'umanoide mossa dalla vendetta dai rimpianti. E io l'ho sconfitta. Per la prima e non l'ultima volta.

***

What now? I just can't figure it out...

What now? I guess I'll just wait it out

What now? somebody tell me...

-Rhianna, what now.

A dark soul-excapeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora