capitolo I

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-Uff, mamma, devi sempre per forza fare così tanta spesa.

-Se io non facessi così tanta spesa tu non mangeresti. Zitta e cammina.

-E non posso nemmeno prendere l'ascensore.

La mamma si ferma, e mi guarda scandalizzata. -Hai 19 anni, Allison! Non ottanta! Non puoi fare questa lagna ogni volta!

Sbuffo. Se solo i miei sogni fossero veri, non avrei nemmeno bisogno di fare la spesa. Ma non lo sono. Quando mi sono risvegliata dal coma, due anni fa, ero praticamente sicura che la mia vita fosse stata quella di una ragazza speciale, che vive in un regno chiamato Munigen. Una ragazza maledetta, centro di una guerra, con poteri sopra la norma e due fighissimi ragazzi, uno umano e l'altro più o meno, che le sbavano dietro.  Ma è tutto una bugia.

La realtà, è questa.

A cinque anni, cadendo dalle scale, ho battuto la testa così forte che sono andata in coma. Tutti dicevano a mia madre che era reversibile, ma per undici anni non mi sono ripresa. Così, all'età di diciassette anni, mi sono svegliata, proprio quando tutti stavano per perdere la speranza. E in questi anni di coma ho vissuto una vita parallela, quella di cui ho parlato prima.

Tutti mi hanno detto che non era vero, che l'avevo sognato. Ma la voglia a forma di falco c'è sulla mia spalla. E so che non significa niente, ma io continuo a sperare che, in qualche modo impossibile, io sia davvero la ragazza della mia "altra vita", è cosi che la chiamo.

Perché era tutto così reale, ho vissuto alla perfezione ogni singolo attimo ogni sentimento, ogni emozione, ogni sensazione. E non posso, e non voglio credere che sia tutta finzione. Non lo è, ne sono sicura.

Arrivo in cima alle scale, e poggio a terra la spesa.

Ho perso un sacco di tempo, sì, ma non mi sono persa d'animo e in due anni ho recuperato un'adolescenza. Ora vado a scuola, e sono anche abbastanza popolare, a lezione di boxe e scherma, e sono molto piu forte di miei alcuni compagni maschi. Ora ho la mia vita, la mia vita da ragazza normale.

Ora aiuto la mamma a fare la spesa.

Aaargh.

Questo avrei voluto non facesse parte della vita da "ragazza normale".

Il telefono squilla.

-Tesoro, il cellulare.

-Lo so.

-Non rispondi?

-Ho due buste enormi in mano, spiegami come faccio.

La mamma, dopo aver cercato ore le chiavi di casa (inutilmente) nella borsa, si ficca un mano in tasca e:

 -oh, guarda! Erano qui, che sbadata!

Vorrei prendere a capocciate il muro. Perché perché? Tra un po' mi si staccano le braccia.

A dark soul-excapeTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang