4. 𝘔𝘢𝘯𝘰𝘭𝘰 𝘉𝘭𝘢𝘩𝘯𝘪𝘬

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E dopo ere, sono tornata con del sano trash. (Si gradiscono degli applausi) Vi consiglio di andare a leggere il capitolo precedente perché so benissimo che non vi ricordate nulla, e niente, buona lettura!

- Grazie per quel ballo comunque. Non mi è dispiaciuto per niente - pronunciate quelle parole Jungkook si alzó dalla sua posizione, uno sguardo vittorioso dipinto sul volto.
Era quasi sicuro che quel Taehyung si fosse arreso, e con una punta di rammarico era pronto a scappare sui suoi fedeli tacchi alti.
- Allora un ballo magari? - propose il rosso di spalle, cercando di farsi sentire da sopra il suono assordante della musica.
- Non ti è chiaro che sono fidanzato? - domandó la drag, girandosi nuovamente.
Taehyung lo stava fissando, un sorriso malizioso che aveva voglia di cancellare a suon di schiaffi.

Dio, se lo divertiva.

- Ti ho chiesto di sposarmi per caso, Little Bunny? È un ballo innocentissimo, hai paura per caso? - Jungkook se avesse potuto sarebbe scoppiato a ridere.

Innocente, un cazzo.

Già sentiva il suo amico fare ciao ciao dai buchi delle calze a rete senza ritegno.

Dai Jungkook, resisti, ce la puoi fare campione. Ragiona con la testa, non con il cazzo.

- Se proprio insisti - rispose con aria di sufficienza, che un'aria da finto sostenuto doveva comunque mantenerla.
Taehyung per tutta risposta scoppió a ridere, alzandosi dallo sgabello e raggiungendolo con il drink in mano.
- Pensavo di ricevere un palo - ammise blando il rosso.
- L'unico palo che ti beccherai sarà il cazzo di Blondie su per il culo se ti vede ballare con me -
- Il tuo ragazzo? -
- Il mio migliore amico -
- Oh, questo spiega tante cose - rispose Taehyung, avvicinando il bicchiere alle labbra per sorseggiare il suo Sex on the beach.

Quelle labbra, per Dio.

- Balliamo? -
- Andiamo Playboy - Jungkook agguantó la mano del suo corteggiatore, tirandolo verso di sè per immergersi nella pista da ballo.
La musica era forte, violenta. Un baccano di suoni e vibrazioni che lo sconvolgevano dalla punta delle sue Jimmy Choo, fino alle orecchie da coniglietta.
Come poteva biasimare Taehyung?
Era una dea.

Taehyung non si fece certamente aspettare. Lo fece girare, la schiena muscolosa di Jungkook a contatto con l'addome magro del rosso, le sue mani calde che gli stringevano i fianchi, facendoli muovere a tempo di musica. Il suo sedere scoperto che strisciava prepotentemente contro il cavallo dei jeans del suo ammiratore.
- Innocente, eh? - chiese divertito Jungkook, girandosi abbastanza per sussurrarglielo all'orecchio.
- Una piccola bugia bianca -
- Non mi piacciono le bugie - la testa di Jungkook ora era posata sulla spalla di Taehyung, una mano del rosso, che, possessiva, era posata sulla vita stretta della drag. Aveva un buon odore quel ragazzo, assuefacente.
- Sapevi fin dall'inizio che era una bugia - replicó Taehyung, la voce divertita che vibrava nell'aria densa di corpi accaldati.
- Puó essere -
- E perché hai accettato? - domandó curioso, l'altra mano che si faceva spazio fino alle clavicole sporgenti di Jungkook, accarezzandole dolcemente.

Perché ragiono con il cazzo, mio caro Taehyung. Ma questo non aveva il coraggio di dirlo.

- Perché mi diverti - una mezza verità, poteva avanzare.
- E come mai? -
- Non lo so, quello che hai fatto prima sul palco, volevi offrirmi da bere, mi hai chiesto di ballare. Mi sembri un tipo senza peli sulla lingua e che si fa pochi problemi Taehyung. Per questo, mi diverti - rispose sincera la drag. Ma Jungkook si era stancato di quella posizione e con un colpo di fianchi si giró, le braccia di Taehyung a stretto contatto con il suo corpo.

- Per questo, spero di rivederti qui un giorno - bisbiglió nell'orecchio del rosso senza mezzi termini, le labbra a cuore che sfioravano, per vendetta o per soddisfazione, la cartilagine delicata.
Quando si allontanó, Taehyung lo stava guardando con occhi spalancati per colpa di quella rivelazione.
Jungkook gli diede le spalle e si incamminó, in bilico sui trampoli che portava ai piedi.

- Posso almeno sapere il tuo nome?! - urló Taehyung.
- Magari la prossima volta! - e con un sorriso Jungkook si allontanó definitivamente, con la certezza che lo avrebbe rivisto ancora una volta.

~

Cosa cazzo era appena successo?

Almeno ce lo aveva ancora un cazzo?

Jungkook si tastó in mezzo alle gambe, chè non si sarebbe sorpreso di sentire una vagina, dato il lago che si era creato.

Aveva ballato con Taehyung?

Dio, quanto se lo sarebbe fatto!

No, Jungkook, sei fidanzato. Smettila, smettila, brutto idiota.

Si stava dirigendo verso il suo camerino, che non desiderava altro che prendersi una pausa da tutto quel testosterone e togliersi quelle scarpe che gli stavano demolendo le caviglie.

Spalancó la porta e, oh.

Oh cazzo

Yoongi era in piedi, i capelli verdi che probabilmente gli coprivano la visuale di quel ragazzo con i capelli neri, - si chiamava Hoseok, no? - che con gloria gli stava facendo un bel pompino.

L'entrata in scena di Jungkook fu probabilmente l'inizio della catastrofe. Hoseok, spaventato, con gli occhi grandi come due palloni da calcio, diede un morso al cazzo del suo amico, chè la drag più grande, per il male, perse l'equilibrio e arrancó per cercare di stare in piedi su quei tacchi mostruosi, mentre un urlo potentissimo gli sgusciava dalle labbra.

- Oh cazzo! Scusate! Scusate! - urló Jungkook imbarazzato, le mani chiuse a coppa sulla bocca.
- Jungkook! Brutto coglione, esci di qua! - gridó Yoongi di rimando, il cazzo dolente fra le mani. Hoseok nel frattempo era paralizzato a terra, dello stesso colore del sole.
- Stai bene Yoongi!? Ommioddio - chiese preoccupato la drag più piccola, che davvero temeva che il pene del suo amico si fosse staccato dal corpo.
- Sto bene cazzo! Ce la fai ad uscire sulle tue gambe oppure vuoi farlo su un'ambulanza? -
- Ok! Ok! Come se non avessi mai visto un pene in vita mia! Me ne vado! - e con quelle parole e le braccia in aria in segno di resa, chiuse la porta del camerino frastornato e divertito.

Yoongi, amico, mi sa che servirà a te un'ambulanza.

~

Non gli restava altro che andare a sbronzarsi. La notte era ancora lunga dopotutto.
Quella sicuramente era stata una delle serate più bizzarre della sua vita.
- Wonho, ti prego, il drink più forte che hai - chiese supplicando Jungkook, al suo barista di fiducia.
- Sei così disperato? - domandó il barista, che nel mentre tentava di asciugare un paio di bicchieri con uno straccio.
- Disperatissimo, salvami con una delle tue magie -
- Come desideri - Wonho rise, le mani già pronte a creare una delle sue solite meraviglie.
- Ah, prima che mi dimentichi. Quel ragazzo dai capelli rossi mi ha lasciato questo - le orecchie di Jungkook si drizzarono nel sentire quella frase, e agonizzante, aspettó che Wonho recapitasse dai suoi pantaloni un foglietto spiegazzato.

C'era scritto il suo numero di telefono insieme ad un'altra frase.

In attesa di sapere il tuo nome,
T.

Ho deciso che d'ora in avanti i capitoli di HH saranno più brevi del mio solito, perché devono far ridere (o almeno ci provo) e devono essere spontanei. Spero vi sia piaciuto! Aspettate a breve altri aggiornamenti!
Inoltre ho pubblicato una nuova Os Vkook "Di giunchiglie e cuori malandati" fateci un salto!

𝘏𝘪𝘨𝘩 𝘏𝘦𝘦𝘭𝘴  || 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌Where stories live. Discover now