13• Un inquietante regalo di compleanno per Gordon

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«Gordon!» chiamò allarmato. «Guarda là! Il tempio è stato distrutto!»
Come Edmund, anche lui sgranò gli occhi di fronte a quella scena. «Andiamo a vedere se qualcuno è rimasto sotto le macerie!»

I due si precipitarono sul posto e udirono delle imprecazioni pronunciate da una voce grave e masculina; dietro uno dei massi c'era un ragazzo con i capelli raccolti da un elastico e il pigiama estivo in dosso.
«Sei ferito?» gli chiese immediatamente Gordon. Non sapeva il suo nome, ma lo conosceva di vista perché lo aveva visto parlare con Kimberly e Daniel qualche volta. Era sicuro che fosse loro amico.

«No. Ma sono venuto a controllare se ci fosse qualcuno qui.» rispose lui, in tono serio, senza smettere di aggirarsi in mezzo ai calcinacci e di guardarsi intorno.
Gordon gli andò dietro. «E come hai fatto a sapere che il tempio era stato distrutto?»
«L'ho visto in un sogno.»
«E da quanto sei qui?»
«Mezz'ora. E non ho trovato nessuno. Se qualcuno era qua dentro deve essere riuscito a fuggire. Non mi pare di vedere corpi morti, quindi…» Scrollò le spalle e si fece largo in mezzo ai pezzi di edificio ormai irrecuperabili, spostandosi sul terreno sgombro.
«Io vado a svegliare Daniel e Kimberly.» annunciò.

«Non dovremmo chiamare Frank e Reyna, prima?»
Aaron, che già si era messo a camminare verso il suo alloggio, si voltò. «Pensateci tu e il tuo amico.»
Gordon annuì e fece cenno ad Edmund si avvicinarsi. Lui gli andò incontro tenendo tra le mani la testa della statua di Giove che, solo il giorno prima, si trovava intatta all'interno del tempio, dominandolo con la sua imponenza. Sorrise e per sdrammatizzare la situazione, disse: «Ho una testa del Grande Capo che mi avanza, la vuoi?»
Gordon ridacchiò. «Conservala per il mio compleanno.»

«Come vuoi. Il tipo che imprecava che ti ha detto?»
«Che sta andando a svegliare Daniel e Kimberly. Noi dovremmo fare lo stesso con Reyna e Frank.»
Edmund annuì. «D'accordo. Magari anche a loro piacerà la mia testa di Zeus.»

• • •

Quando Aaron arrivò davanti agli alloggi militari della Terza Coorte, trovò Lewis in piedi sulla soglia della porta, con un cuscino sotto braccio e l'aria sconvolta. Aaron non era ancora eccellente con i bambini, ma aveva avuto l'occasione di fare pratica con Lewis durante il viaggio verso San Francisco in aereo, perciò ora non era tanto male con lui.

«Che ci fai qui fuori, Lewis?»
«Ho sognato che il tempio di Giove veniva distrutto da alcuni cavalli.»
Aaron non sapeva come tranquillizzarlo, perciò gli disse la verità. «Potrebbe essere vero. Sono tornato ora da lì. Il tempio è stato un raso al suolo.» Non gli disse, però, che anche lui aveva fatto il suo stesso sogno.
«Da chi?»
«Non lo so. Tu non preoccuparti e torna a riposare. Ci pensiamo io, Daniel e Kimberly.»

«Okay.» Lewis si avviò con passo leggermente traballante verso il suo letto e affondò la faccia nel cuscino. Aaron, invece, raggiunse il letto sul quale i suoi due amici stavano dormendo. Gli pareva quasi un peccato svegliarli, ma era necessario. Scosse delicatamente Kimberly per la spalla, che non si svegliò e tirò Daniel a sé, il quale emise uno strano verso di apprezzamento.

Aaron non riusciva a capire se fossero entrambi svegli o meno. Fece un altro tentativo, cercando di riscuotere entrambi dal sonno. Kimberly aprì gli occhi lentamente e guardò Aaron con aria assonnata e confusa; dalla sua espressione sembrava quasi non sapere dove si trovasse, quale fosse il suo nome e perché un tipo con che indossava un pigiama di Shrek fosse in piedi davanti al suo letto. «Che c'è?» riuscì a dire.

«Una super-emergenza. Il tempio di Giove è stato ridotto in un mucchio di detriti.»
«Cosa?»
Aaron sospirò, cercando di mantenere la pazienza. «Ho detto che il tempio di Giove è stato…»
«Sì, ho capito cosa hai detto. Era una domanda retorica, la mia.» La semidea fece per mettersi a sedere sul letto, ma si bloccò quando udì un lamento di protesta da parte di Daniel, che ormai le stava dormendo praticamente addosso.

«Daniel. Dobbiamo andare.» gli disse Kimberly. «Hai sentito cosa ha detto Aaron?»
Daniel emise una serie di versi lamentosi e contrariati che né Kimberly né Aaron riuscirono ad interpretare come frasi o parole di senso compiuto.
«Non sarebbe meglio se venissi solo io con te?» Kimberly si rivolse ad Aaron. «Mi dispiace svegliarlo.»

«Non è che la vostra presenza sia proprio necessaria in realtà, solo che non sapevo chi chiamare.» rivelò Aaron.
Kimberly tentò di alzarsi cercando di non infastidire Daniel. Gli sistemò un cuscino tra le braccia – e lui lo abbracciò soddisfatto, dandogli persino un bacio – e sgusciò fuori dal letto.

«Mentre ero lì, sono arrivati anche altri due ragazzi. Uno di loro aveva i capelli ricci. Gli ho detto di andare ad avvisare Frank e Reyna.»
Kimberly annuì e si infilò una felpa sopra il pigiama. Poi seguì Aaron fuori dall'alloggio. «E tu come hai fatto a sapere del tempio?»
«L'ho sognato. Mi era sembrato così realistico che ho deciso di andare a dare una controllata di persona.»
Kimberly annuì di nuovo, con l'aria tipica di chi sta morendo di sonno ma cerca con tutte le sue forze non di cedere ed addormentarsi. «C'è qualche ferito?»

«No. Sotto le macerie non c'era nessuno.»
«Meno male.»
«Oh, Aaron! Eccoti!» Frank Zhang gli andò incontrò ed indicò con un gesto della mano i resti del tempio di Giove. Reyna vi stava gironzolando attorno, mentre Lucas si era arrampicato su un calcinaccio piuttosto grande e muoveva le dita attorno a sé, tenendo gli occhi chiusi. Edmund stava tirando fuori dalle macerie degli orsacchiotti tutti impolverati e altri oggetti ancora intatti o quasi che sarebbero potuti tornare utili quando il tempio fosse stato ricostruito. Gordon non c'era; era rimasto in infermeria ad occuparsi dei feriti più mattinieri.

«Gordon ci ha raccontato che sei stato tu a trovare il tempio in questo stato.» continuò il figlio di Marte.
«Sì, è vero.» Aaron raccontò a Frank del suo sogno, descrivendolo nei minimi dettagli.
«Se hai sognato un ventus che distruggeva il tempio,» ipotizzò Frank, «credo che sia palese che siano stati loro a causare questo danno. Deve essere successo qualche ora fa, quando hanno attaccato il campo.»
«Forse era questo il loro vero scopo. Distruggere il tempio e tenervi occupati con un attacco mentre alcuni di loro erano all'opera.» continuò Kimberly.

Frank annuì. «Credo tu abbia ragione, Kimberly. Lucas saprà dircelo con precisione. Sta eseguendo uno strano incantesimo. Non so come funzioni di preciso, ma mi ha detto che lo aiuterà a capire chi ha distrutto il tempio.»
«Ho trovato questi.» Edmund si era fatto largo in mezzo ai calcinacci e stava mostrando a Frank dei pezzi di stoffa bianca decorati con dei ghirigori dorati. «Sembrano parte di un mantello.»

«Un mantello da pontifex.» osservò Frank.
«Questo è di Josh!» esclamò Kimberly. «Adria non indossa mai quel mantello, ma lui sì! Dobbiamo spostare tutti i resti del tempio e vedere se si trova là sotto. Potrebbe essere svenuto e non sentirci…»
«Ho già controllato prima.» le ricordò Aaron. «Non c'è nessuno.»

«Dobbiamo cercare di mantenere la calma tra i legionari.» ribatté Frank. «Ora andrò negli alloggi della Seconda Coorte, per verificare personalmente della presenza di Josh qui al campo. Può anche darsi che il suo mantello si sia strappato per sbaglio. Non è detto che fosse qui al momento del crollo.
«Noi possiamo esservi utili in qualche modo?» si inserì Edmund.

«Per ora ce ne occuperemo io e Reyna.» rispose Frank.
«Ho scoperto chi è stato.» annunciò Lucas. Reyna era al suo fianco, stranamente più rigida del solito. Sembrava facesse fatica a stare dritta e dalla rigidezza delle spalle si capiva che stava facendo di tutto per mantenere una postura perfetta.
«Potrebbe sembrarvi una cosa folle o potrei anche essermi sbagliato, ma secondo il mio incantesimo, a distruggere il tempio è stato Eolo.»

Eccomi qua col nuovo capitolo :D
Ieri sera ho finito il capitolo 28 e, ve lo assicuro, voi non siete pronti per quel capitolo.
Spero vi siano piaciuti i mini momenti shipposi della Danierly e di GordonxEdmund (approposito, vi va di creare un nome per la loro ship?)
Piccola aggiunta delle 18:21: mi sono accorta di un errore grammaticale che aiuto, ora ho corretto, rileggere di notte non mi fa benee
Bene, corro a pranzare, ci vediamo sabato ✌️

Olympus [2] • Who is gonna make it out alive Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora