Graf(ϕ)o

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La scrittura è al contempo figlia e genitrice del dolore.

La scrittura è procuratrice di esso e la sua stessa estirpatrice.

La scrittura è pacificatoria, ma è in grado di straziare lo spirito di chiunque se ne faccia una vocazione.

La scrittura mette a nudo ogni nostra debolezza, ogni tratto indesiderato.

Ella è uno specchio attraverso cui guardiamo la nostra versione più meschina, stentando a credere ci appartenga.

E' una signora spietata presso la quale troviamo spesso rifugio, perché il mondo là fuori lo è ancora di più.

Sovente fuggiamo dalle grinfie del passato, in cerca di un porto sicuro dal quale osservare un futuro ancora offuscato. Ella è il nostro porto e la nostra conducente.

La scrittura rivela le nostre disabilità, i nostri più grandi ostacoli. Ma ci mostra anche come affrontarli.

Ella è partorita da colei che va e viene, senza lasciare alcuna traccia di sé se non i palpiti di un cuore inaridito. Ma contrariamente alla madre fantasma, ella ha una sostanza stabile e rimane per sempre...indelebile.

Ella è custode della nostra memoria, quando non ci saremo più saprà rivelare al mondo chi siamo, o chi avremmo voluto essere.

In essa riversiamo tutte le nostre aspettative, i nostri sogni, le gioie e i rimpianti della nostra esistenza.

Grazie a essa veicoliamo il nostro messaggio al mondo, svincolati dall'identità in cui ci troviamo rinchiusi.

Cosa sarei io senza di lei?

10 aprile 2020

Viaggio nel profondo dell'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora